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Giampiero Mughini per Dagospia
GIAMPIERO MUGHINI E I SUOI LIBRI
Caro Dago, qualche giorno fa ho scritto su queste tue pagine che ritenevo superfluo e inconcludente il cerimoniale commemorativo del 25 aprile, e questo perché la topografia politica novecentesca è andata talmente sossopra che la polarizzazione fascismo-antifascismo non morde più sulla realtà com’è.
L’ennesima conferma viene da quanto sta accadendo in Francia. Succede dunque che a contendersi la presidenza della Repubblica saranno la “fascista” (tra virgolette) Marie Le Pen e “l’antifascista liberale” (con meno virgolette) il centrista Emmanuel Macron.
A questo punto io dentro di me pensavo che il candidato di “sinistra” sconfitto, il “gauchiste” Jean-Luc Mélenchon avrebbe preso atto della situazione com’è e avrebbe invitato i loro elettori, o la buona parte di loro, a scegliere Macron.
Com’era avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, che l’anticomunista Churchill aveva battagliato contro il Male del nazismo assieme allo Stalin di cui reputava che fosse un criminale. Uniti contro il Male del presente. Il 25 aprile per l’appunto.
Ma nemmeno per idea, almeno sinora. Se il socialista Hamon ha impiegato quasi 24 ore a raccomandare Macron, Mélenchon non ha speso una sola parola a favore del rivale di Marine Le Pen.
Anzi. A leggere le corrispondenze da Parigi di Aldo Cazzullo e di Paola Peduzzi (una bravissima giornalista del “Foglio”) non è che tra la retorica della Le Pen e quella di Mélenchon la distanza fosse così abissale. Un “vaffa” al “Sistema”.
Altro che muro divisorio tra la sinistra e la destra. Non esiste più quel muro. Il Macron liberista è “un male” ai loro occhi, più o meno come la Le Pen, e anche se lui era stato ministro in un governo socialista eccetera. “Un male minore” ha detto di lui, dalla Gruber, la sorella del regista Pif, una che vive a Parigi.
Insomma l’analisi del sangue ci dice che Macron non è sufficientemente di sinistra per quelli che vorrebbero il reddito di cittadinanza già da domani, e senza dire quanto costa e da dove si prendono quei miliardoni di euro.
Analisi del sangue e dei globuli “rossi”. Povero Macron, non lo ha superato. Altro che 25 aprile.
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