VIA DEI FONDI OSCURI - TUTTI I SOLDI ILLECITI DEL “SISTEMA SESTO” PORTANO A ROMA: LA MIRACOLOSA ASCESA DI PENATI (DA MAESTRO ELEMENTARE A SINDACO DI SESTO, POI PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E INFINE BRACCIO DESTRO DI CULATELLO) POTREBBE ESSERE RICONDUCIBILE AI MERITI DI “RACCOLTA FONDI” COMPIUTA PER IL PD - FINANZIAMENTI DA COOP ROSSE E IMPRENDITORI IN CAMBIO DI APPALTI E INCARICHI: “MI SONO RECATO A ROMA DUE VOLTE, MA NON A BOTTEGHE OSCURE. ANDAI A ‘SVILUPPO ITALIA’, ASSOCIAZIONE VICINA A D’ALEMA, ALLA QUALE NEL 2000/2001 HO PAGATO LE FATTURE”…

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Davide Vecchi per il "Fatto quotidiano"

Filippo Penati è ancora seduto in consiglio regionale, espulso dal Pd ha creato il Gruppo Misto: ne è l'unico componente. La sua compagna, ex assistente di una vita Claudia Cugola, è invece assunta al gruppo del Pd in Regione e neanche ieri si è fatta vedere al Pirellone: di questi tempi meglio restare negli uffici al quarto piano. Il braccio destro da venti anni, Franco Maggi, ha un contratto per la comunicazione al Consorzio Acqua Potabile, mentre Giordano Vimercati si tiene strette le sue verità come il fratello Luigi la poltrona da senatore del Pd. Maggi, Cugola e Vimercati sono i tre pilastri di quello che i pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia, definiscono il "clan Penati".

Loro custodiscono i segreti del potere dell'ex maestro di scuola elementare diventato prima sindaco di Sesto, poi presidente della Provincia e infine braccio destro di Pier Luigi Bersani come segretario politico. Un'ascesa che ha del miracoloso e che, secondo i pm, potrebbe essere riconducibile ai meriti di "raccolta fondi" compiuta per il partito da Penati.

E non ci sono solo i grandi accusatori Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini, imprenditori che hanno descritto un sistema di tangenti e ricatti in cambio di varianti urbanistiche nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni, ad accusare Penati ma anche ex collaboratori di fiducia come Antonino Princiotta. Segretario generale della Provincia di Milano negli anni del mandato Penati, ha rivelato come "Filippo aveva ricevuto visite e buste per sette milioni di euro".

Da Di Caterina, ovviamente, il quale, prosegue Princiotta, "mi riferì che Marcellino Gavio era andato a trovare Penati con una borsa nella quale ci stavano sette milioni". Princiotta nell'interrogatorio del 26 luglio ai pm ipotizza anche il passaggio di consegna della valigetta. "In quella occasione (Di Caterina, ndr) concluse il suo astruso discorso dicendo che dall'ufficio di Penati sarebbe uscito D'Alema o un suo emissario, non ricordo bene se l'uno o l'altro, con una analoga valigetta modello sette milioni".

La strada che porta a Roma passa anche da Franco Cazzaniga, uomo di fiducia dello storico tesoriere Ugo Sposetti, nonché mandatario per la lista del presidente Penati alle provinciali del 2009 contro Guido Podestà prima e alle regionali poi, nel 2010, contro Roberto Formigoni. Due sconfitte per Penati, certo, ma comunque due campagne elettorali per cui si adoperò anche dando vita all'associazione Fare Metropoli nata con un unico scopo, secondo i pm: raccogliere fondi.

Scrivono negli atti di chiusura indagine gli inquirenti che Fare Metropoli svolgeva attività di "mero schermo destinato ad occultare la diretta destinazione" di circa mezzo milioni di euro in 18 illeciti finanziamenti elettorali a Penati "candidato alle elezioni del 2009 e del 2010". Finanziamenti per cui il 10 maggio riceve un avviso di garanzia anche Massimo Ponzellini, poi arrestato dieci giorni dopo per ben altri reati legati alla vicenda Corallo.

L'associazione di Penati poteva raccogliere fondi ad alti livelli proprio grazie al "ruolo pubblico" del fondatore. Ma i pm ipotizzano anche uno scambio finanziamento-incarico. È il caso ad esempio di Enrico Corali: da presidente del cda della Banca di Legnano contribuisce alle attività di Fare Metropoli e poi viene nominato da Penati nel board di Expo 2015 Spa come rappresentante della Provincia. I fondi raccolti da Fare Metropoli poi venivano in qualche modo inviati alla campagna elettorale di Penati con versamenti però effettuati anche dopo la fine della campagna elettorale a Nora Radice, mandataria della lista elettorale di Penati, da circa venti anni responsabile amministrativa prima delle feste dell'Unità poi di quelle democratiche, nonché madre di Sara Valmaggi, penatiana doc nominata vicepresidente del consiglio Regionale in sostituzione di Penati.

Di tutto questo terrà conto il rinvio a giudizio per corruzione, concussione e finanziamento illecito che i pm di Monza stanno inviando a Penati e al "clan Penati". Perché, come ricostruito, tutto torna agli amici. In una sorta di grande famiglia. Ci sono le cooperative emiliane, "che garantivano la parte romana del partito", dice ai pm Luca Pasini .

"Conobbi Omar degli Esposti (proprietario dei terreni, ndr) e un certo Salami come rappresentanti delle cooperative emiliane e ci venne detto da Vimercati, mi pare, che le cooperative avrebbero garantito la parte romana del partito". E il manager Giuseppe Pasini, padre di Luca, aggiunge: "Mi sono recato a Roma due volte, ma non a Botteghe Oscure. (...) Andai a Sviluppo Italia, associazione vicina a D'Alema, alla quale nel 2000/2001 ho pagato le fatture emesse per un contratto per lo sviluppo delle aree".

Le quindici mila pagine dei faldoni di Monza ricostruiscono nei dettagli anche i vari "giri di favore". L'architetto di fiducia Renato Sarno, ad esempio, è incaricato anche di seguire i lavori di ampliamento dell'abitazione della madre di Penati. In amicizia. Sarno è il primo a chiamare Penati appena saputo che è indagato con altri 14 per la vicenda Sesto: "È un bel casino", gli dice. Anche Maggi usa la stessa frase al telefono con Penati il 25 marzo 2011 riferendosi però all'area Falck.

"Settimana prossima bisogna incrociarsi perché è un bel casino". Il sindaco di Sesto, Oldrini, non è propenso, secondo i pm, a proseguire il "lavoro avviato da Penati". Insomma, l'ipotesi è che Oldrini si metta di mezzo e non permetta di "mantenere le promesse fatte". Perché il "clan Penati", di fatto, avrebbe continuato ad agire fino all'estate quando erano "ancora in atto" decisioni sulle aree edificabili sui terreni ex Falck e Marelli sono state intercettate conversazioni che hanno confermato (...) la verosimile esistenza di accordi illeciti", scrivono i pm. Poi sono arrivati gli avvisi di garanzia e "il bel casino".

 

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