
DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO…
DAGOREPORT - ALLA FINE HANNO VINTO CACICCHI, RIFORMISTI-DEM E GIUSEPPE CONTE: ELLY SCHLEIN DEVE INGOIARE IL BIS DI EUGENIO GIANI IN TOSCANA E IL 5STELLE ROBERTO FICO SARA' IL CANDIDATO IN CAMPANIA - L'OSTACOLO PER TROVARE LA QUADRA PER IL FATIDICO "CAMPOLARGO" PD-M5S, LA SEGRETARIA DEL NAZARENO DEVE MOLLARE A VINCENZO DE LUCA (MEDIATORI MANFREDI E MISIANI), LA POLTRONA DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE E L'ASSESSORATO PIU' IMPORTANTE (SANITÀ) PER UN SUO FEDELISSIMO (PIÙ DURA PER SCHLEIN, DOPO AVER COMMISSARIATO IL PD CAMPANO, INGOIARE L’ELEZIONE A SEGRETARIO DEL FIGLIO DELLO "SCERIFFO" DI SALERNO, PIERO) - DECARO CACADUBBI IN PUGLIA: NON VUOLE TRA LE PALLE LE “SUOCERE” EMILIANO E VENDOLA, MA L’ACCORDO SI TROVERÀ – NELLE MARCHE MATTEO RICCI È BLINDATISSIMO (E SI DICE CHE SARÀ PROSCIOLTO PRIMA DEL VOTO) – IL VENETO? L'UNICA SPERANZA PER IL CAMPOLARGO SI CHIAMA LUCA ZAIA: SE DECIDE DI LANCIARE UN PROPRIA LISTA…
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Domani Eugenio Giani annuncerà la sua ricandidatura a governatore della Toscana, dopo le vicissitudini con Elly Schlein, che voleva piazzare al suo posto un suo fedelissimo.
I sondaggi, però, si sono dimostrati più forti delle ambizioni sbagliate della segretaria multigender, che ha dovuto rinculare e cedere davanti al consenso bulgaro di cui gode il “Biden del Lungarno”.
In Puglia, il candidato in pectore, Antonio Decaro, non vuole tra le palle le due “suocere” Michele Emiliano e Nichi Vendola, che si vogliono candidare in consiglio regionale per il solo gusto di rompere le orecchiette all’ex sindaco di Bari. Per tranquillizzare Decaro si sta lavorando per arrivare a un accordo con Emiliano, anche se il governatore uscente mostra una tignosità fuori dal comune.
Come scrive oggi sul “Corriere della Sera” Maria Teresa Meli: “L’altro giorno è circolata voce di un aut aut del Nazareno all’ex sindaco di Bari.
Una telefonata di Francesco Boccia in cui gli si ingiungeva di accettare candidatura e suocere.
Ma lo stesso Boccia ha smentito. E c’è anche chi giura di aver sentito Emiliano dire: ‘Con o senza Decaro in Puglia vinciamo’. Pare però che Emiliano e Vendola siano un problema anche per Conte. Il primo perché non segnerebbe quella rottura con il passato che il leader 5 Stelle invoca. Il secondo perché potrebbe far confluire su Avs voti destinati al M5S”.
MICHELE EMILIANO NICHI VENDOLA
Nelle Marche, Matteo Ricci, incassato il via libera di Giuseppe Conte, è blindatissimo come candidato del campo largo, e sussurri in arrivo da Pesaro dicono che il proscioglimento dell’ex sindaco, indagato per la vicenda “affidopoli”, arriverà prima del voto.
In Veneto, il centrosinistra non tocca palla e tutto è in mano a quell’Amleto in gondola di Luca Zaia: ci sarà o non ci sarà con una sua lista alle Regionali?
E se si, verrà schierata a sostegno del centrodestra? il “Doge” sarà anche un ottimo amministratore, ma non brilla certo né per leadership né per intraprendenza politica.
Dalla sua, nonostante il suo carattere di “cacadubbi”, pesa l’enorme consenso di cui gode in Veneto, che potrebbe, alla fine, convincere Giorgia Meloni a scartare il suo candidato, Luca De Carlo, per convergere su un nome gradito al leghista.
Il dossier più spinoso per il “campo largo” è la Campania. Roberto Fico sarà il candidato del centrosinistra alle Regionali.
MATTEO RICCI MOSTRA L’AVVISO DI GARANZIA RICEVUTO
A fare da mediatore con Vincenzo De Luca, oltre al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, c’è stato il commissario regionale dem, Antonio Misiani. Il partito in Regione, infatti, fu commissariato nel 2023 per il caso dei finti tesseramenti, ma la mossa di Schlein nascondeva l’insofferenza per i cacicchi e i gruppi di potere interni divenuti, sin da subito, suoi nemici giurati.
L’ok a Fico da parte di De Luca si deve, anche in questo caso, alla forza dei sondaggi: il governatore uscente, che ha minacciato di creare una sua lista esterna e in contrapposizione al Pd, si è infatti dovuto scontrare con le rilevazione del suo consenso.
Lo “Sceriffo”, pur essendo fortissimo a Salerno e provincia, sconta un calo di apprezzamento a Napoli e nell’hinterland, dove brilla invece la stella di Manfredi.
GAETANO MANFREDI VINCENZO DE LUCA
Davanti a questo ridimensionamento, De Luca ha saputo fare di necessità virtù, e si è messo a trattare. In cambio della benedizione a Roberto Fico, porterà a casa un assessorato pesante (probabilmente alla sanità) per un suo fedelissimo, e il posto di Presidente dell’Assemblea regionale per sé.
L’unico nodo non sciolto della trattativa tra De Luca e Schlein è quello che riguarda la fine del commissariamento del Pd campano, con contemporanea elezione del figlio di De Luca, Piero, a segretario regionale.
Su questo punto, Elly mostra più scetticismo, perché vede nel dietrofront uno sputtanamento per la sua intransigente linea anti-cacicchi. La candidatura dell’ex presidente della Camera è anche una robusta concessione a Giuseppe Conte, il quale ora non ha più appigli per opporsi al campo largo.
Dopo aver giocato al rialzo per mesi, Peppiniello appulo può sventolare davanti ai suoi sostenitori una candidatura pesante, dimostrando così di non essere solo il junior partner dell’alleanza di centrosinistra, ma un leader che dà le carte.
Incassata per il M5S la candidatura di Fico, Conte ha prima benedetto Ricci con abili contorsioni da leguleio, e poi ha dato l’ok a Eugenio Giani, con cui i 5 Stelle hanno avuto più di un conflitto in questi anni (sono sempre stati all’opposizione in Toscana).
CAMPANIA, PUGLIA E (ORA) CALABRIA TUTTI I FRONTI APERTI DI SCHLEIN
Estratto dell'articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
Mancano ancora diverse tessere al mosaico delle Regionali che Elly Schlein sta cercando di comporre. Il «caso Ricci» non rappresenta più un problema dopo che Conte ha dato il sospirato via libera (con qualche mal di pancia in casa dem di chi, come Lorenzo Guerini, vorrebbe un partito più reattivo nei confronti dei «diktat» pentastellati).
Ma ecco profilarsi all’orizzonte un’altra grana. In Calabria Roberto Occhiuto, indagato per corruzione, ha deciso di dimettersi e di indire le Regionali, spiazzando il Pd.
A ciò si aggiunga il fatto che sia in Campania sia in Puglia i problemi restano aperti. E persino in Toscana, dove tutti sanno che il candidato sarà Eugenio Giani, non è stato ancora ufficializzato niente.
[...] Schlein vorrebbe stringere sulla Campania. De Luca, però, tiene duro. Vuole presentarsi con una sua lista, chiede il congresso regionale e la segreteria del Pd campano per il figlio Piero.
In sovrappiù, pur sostenendo di non avere «pregiudiziali sui nomi», ogni volta che può non risparmia critiche a Roberto Fico, che, a suo giudizio, «non ha mai fatto niente». Visto che De Luca si rifiuta di parlare con emissari di Schlein tipo Ruotolo o Sarracino, è il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi a mediare.
A dire il vero anche lui ha tutt’altro che rapporti facili con il governatore, ma non viene preso a male parole come i due luogotenenti della segretaria. Di Manfredi si parla da un mesetto come del possibile federatore del centrosinistra, da quando l’indiscrezione è stata lanciata da Linkiesta , ma molto dipende dalla legge elettorale e dalla volontà di Schlein che ha intenzione di chiedere le primarie per la scelta del candidato premier, ben sapendo che a quel gioco il Pd è il più forte.
vincenzo de luca prova a entrare a palazzo chigi - 1
In Puglia Antonio Decaro non ha sciolto la riserva perché non vorrebbe che si candidassero le «due suocere», come sono stati soprannominati dai pd pugliesi Vendola ed Emiliano.
L’altro giorno è circolata voce di un aut aut del Nazareno all’ex sindaco di Bari. Una telefonata di Francesco Boccia in cui gli si ingiungeva di accettare candidatura e suocere. Ma lo stesso Boccia ha smentito. E c’è anche chi giura di aver sentito Emiliano dire: «Con o senza Decaro in Puglia vinciamo».
Pare però che Emiliano e Vendola siano un problema anche per Conte. Il primo perché non segnerebbe quella rottura con il passato che il leader 5 Stelle invoca. Il secondo perché potrebbe far confluire su Avs voti destinati al M5S.
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