DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
SICUREZZA, SCUDO DEL GOVERNO PIÙ DIFFICILE INDAGARE GLI AGENTI
Estratto dell'articolo di Alessandra Ziniti, Tommaso Ciriaco per "La Repubblica"
CARLO NORDIO ALFREDO MANTOVANO
Uno scudo per le forze dell’ordine. Una legge per garantire la massima tutela ad agenti coinvolti in possibili reati durante il servizio. Che eviti loro, di fronte a evidenti prove a discolpa, di finire iscritti nel registro degli indagati. Ecco il piano, secondo quanto riferiscono fonti di massimo livello, a cui lavorano in queste ore il ministero della Giustizia e l’ufficio affari giuridici della Presidenza del Consiglio. E di cui hanno ragionato ieri il ministro Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano.
scontri alla manifestazione per ramy elgaml a roma 13
L’encomio solenne conferito venerdì dal ministro della Difesa Guido Crosetto al maresciallo Luciano Masini, indagato per eccesso di legittima difesa per aver ucciso nel riminese un egiziano che aveva ferito quattro persone, era solo l’antifona. Il weekend di fuoco nelle strade di Roma e Bologna, con le forze dell’ordine sotto attacco, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Da Palazzo Chigi è partito l’input di una ulteriore stretta contro le violenze. Ed è nato il progetto di un nuovo provvedimento. Potrebbe avere la forma di un decreto o essere inserito con un emendamento in un disegno di legge già in Parlamento. Non però nel ddl sicurezza.
ALFREDO MANTOVANO ORAZIO SCHILLACI GIORGIA MELONI CARLO NORDIO MATTEO PIANTEDOSI
E dunque, in quello che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi definisce «un quadro normativo che porrà anche delle importanti tutele aggiuntive al lavoro complicato delle forze dell’ordine», arriverà una sostanziale modifica al codice di procedura penale: una nuova fattispecie che, così come accade oggi nei fascicoli con le ipotesi di reato a carico di ignoti, consentirebbe al magistrato (l’idea è quella di investire le corti d’appello, in presenza di prove evidenti) di verificare i fatti senza procedere all’iscrizione nel registro degli indagati dell’esponente delle forze dell’ordine coinvolto, arrivando ad un’archiviazione in tempi rapidi.
scontri alla manifestazione per ramy elgaml a roma 10
Un provvedimento in tal senso metterebbe al riparo chi indossa la divisa dall’inevitabile stigma e dai tempi lunghi dell’indagine che spesso comportano anche una sospensione dal servizio e dallo stipendio. L’opzione di scegliere questo percorso sarebbe comunque a discrezione del pm: il magistrato inquirente manterrebbe infatti gli strumenti per verificare i fatti e potrebbe comunque procedere all’iscrizione se, nel corso delle indagini, venissero fuori prove a carico. […]
Troppo rischioso per l’esecutivo inserire una novità così rilevante in un iter che ha già spaccato la maggioranza. E che ha costretto la premier Giorgia Meloni e Mantovano — nonostante la contrarietà della Lega a modifiche — a dirsi pronti ad accettare la riformulazione dei due articoli sui quali prima di Natale il Quirinale aveva informalmente fatto trapelare le sue perplessità: il carcere per le donne con bimbi piccoli e il divieto per gli immigrati irregolari di poter acquistare una sim telefonica. […]
STRETTA SULLA SICUREZZA: GLI 007 NELLE UNIVERSITÀ NO DI SINDACATI E STUDENTI
Estatto dell’articolo di Niccolò Carratelli per "La Stampa"
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Il pugno di ferro per chi manifesta in piazza, l'occhio dei servizi su chi fa ricerca nelle università. Il nuovo fronte delle proteste contro il ddl Sicurezza, arrivato al Senato dopo l'approvazione alla Camera, riguarda la libertà accademica. «È sotto attacco», denuncia l'Unione degli universitari, che annuncia una fiaccolata di protesta per venerdì e punta il dito sull'articolo 31 del provvedimento, dove si dice che «le pubbliche amministrazioni e i soggetti che erogano servizi di pubblica utilità sono tenuti a prestare al Dis, all'Aise e all'Aisi collaborazione e assistenza necessarie per la tutela della sicurezza nazionale».
I servizi segreti, viene precisato, «possono stipulare convenzioni con le università e con gli enti di ricerca. Le convenzioni possono prevedere la comunicazione di informazioni in deroga alle normative di settore in materia di riservatezza».
Secondo gli studenti universitari, siamo di fronte a «un'importante minaccia alla libertà della ricerca, che si fonda e sostanzia sul rispetto della privacy e dell'indipendenza da qualsiasi struttura». Sulla stessa linea la Cgil, che parla di uno «scenario da Grande Fratello», perché «i paletti sono così generici che il rischio è sostanzialmente la schedatura», spiega Gianna Fracassi, segretaria Flc Cgil.
L'allarme viene condiviso dalle opposizioni, con il senatore Pd Francesco Verducci che vede un «attacco diretto all'autonomia delle università, che è un pilastro della democrazia e della nostra Costituzione». Mentre il capogruppo M5s in commissione Cultura al Senato, Luca Pirondini, chiede che «l'articolo 31 venga respinto in modo definitivo, per tutelare la dignità delle università italiane». […]
Va detto che anche tra gli addetti ai lavori non c'è una lettura univoca. Alcune associazioni formate da docenti universitari sono preoccupate, come il Comitato per la libertà accademica della Società per gli studi sul Medio Oriente (SeSaMO), secondo il quale «l'obbligo di collaborazione con i servizi segreti rischia di coinvolgere università ed enti di ricerca in dinamiche estranee alla loro missione istituzionale». […]
Fatto sta che il ddl Sicurezza arriva a Palazzo Madama con ancora più motivi di scontro rispetto a quando era uscito da Montecitorio, con le opposizioni che accusano il governo di strumentalizzare le violenze e i disordini di piazza degli ultimi giorni per accelerare sull'inasprimento delle pene e sull'obiettivo di limitare il diritto di manifestare.
Le parole di Matteo Piantedosi al Tg1 alimentano la polemica: «Le manifestazioni sembrano essere un pretesto per commettere violenze e aggressioni alle forze di polizia – dice il ministro dell'Interno – con questo provvedimento ci saranno tutele aggiuntive a quello che è il lavoro complicato delle forze dell'ordine». […]
L'obiettivo dei leghisti è forzare la mano per approvare il testo senza modifiche al Senato, ma Fratelli d'Italia apre a «interventi migliorativi», anche per andare incontro ai dubbi del Quirinale e ai rilievi di tipo costituzionale. Tra i punti critici ci sono l'inasprimento delle regole per le detenute incinte o con figli di meno di un anno, l'introduzione del reato di rivolta in carcere, le aggravanti ai reati di violenza o resistenza a un pubblico ufficiale, nel caso in cui questi vengano commessi per impedire la realizzazione di un'infrastruttura strategica. Senza dimenticare le pene più alte nei confronti di chi occupa abusivamente una casa e la reclusione per chi blocca strade e ferrovie con sit-in di protesta.
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