DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell'articolo da https://milano.repubblica.it/
giorgia meloni e vittorio sgarbi 1
“Hanno ragione i sindacati, il dimezzamento dei fondi ai teatri da parte degli enti locali è inaccettabile". Alla vigilia dell'inaugurazione della Scala, Vittorio Sgarbi torna ad alzare i toni con il Comune di Milano. E, questa volta, il sottosegretario alla Cultura non si limita a chiedere che Palazzo Marino riveda la riduzione del contributo per il 2023, ma si lancia contro le "regie faraoniche e incontinenti" che hanno costi "sproporzionati" e propone di "valutare l'indicazione di un nuovo sovrintendente". Scegliendo un nome italiano.
Scontro Sgarbi-Sala, tutti i fronti aperti
La prima bordata era arrivata appena nominato, quando Sgarbi si è scagliato contro l'installazione della Pietà di Michelangelo: sbagliata, a suo giudizio. Nuovo giro, nuova polemica ed eccolo schierarsi contro l'abbattimento dello stadio di San Siro, pronto a mettere un vincolo al vecchio Meazza. Due invasioni di campo che hanno portato il sindaco Beppe Sala a scrivere ufficialmente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere spiegazioni.
Adesso, l'ulteriore fronte aperto. Secondo Sgarbi, è "inammissibile" la "dichiarazione del sindaco Sala: 'Ai sindacati che dicono 'la cultura non si tocca', io rispondo: allora tocco il trasporto pubblico per i disabili, tocco gli asili?. Una contrapposizione inaccettabile".
Sgarbi e i tagli alla cultura: "Si taglino le regie faraoniche"
"La cultura è, nella legge, considerata un bene primario per impedire la 'disabilità' dei cervelli di cui molti politici danno prova. Il problema infatti è l'equa distribuzione dei fondi, insufficienti per il rispetto dei dipendenti e delle maestranze, mentre i costi di regie faraoniche e incontinenti - ha aggiunto Sgarbi - sono sproporzionati, e le produzioni limitate alla sola Scala, senza condividere i costi con altri teatri, pure enfatizzando il mirabile magistero di registi stranieri".
Sgarbi e la guida della Scala: "Serve un sovrintendente italiano"
E come questi registi è straniero anche il sovrintendente, il francese Dominique Meyer. "Sarà opportuno quindi - ha detto il sottosegretario - ripensare al rapporto tra il teatro, la creatività e il popolo, e anche valutare l'indicazione di un nuovo sovrintendente. Attenzione: nulla contro gli stranieri. Ma per quel che riguarda due simboli assoluti dell'Italia davanti al mondo, due valori nazionali, gli Uffizi, dove pure ha operato un ottimo direttore tedesco, e la Scala, non s'intende perché non si possa, anzi non si debba, indicare un italiano. Ne ho parlato anche con Riccardo Muti, che vuole fermamente in Italia le spoglie del grande Cherubini, sepolto a Parigi, al Père Lachaise". "Da troppi anni - ha concluso Sgarbi - il sovrintendente della Scala è uno straniero. Perché non il sindaco straniero, allora?". […]
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