YELEMESSOV SBERTUCCIA LA BONINO: “NON È POSSIBILE CHE UN RAPPRESENTANTE STRANIERO DIA DEGLI ORDINI. CHI SONO, SUPERMAN?”

Fausto Biloslavo per "il Giornale"

Andrian Yelemessov, l'ambasciatore di Astana, risponde al telefono in italiano. E parte subito all'attacco ribaltando la frittata sulle nostre autorità, che il 31 maggio hanno espulso la moglie e figlia dell'oligarca, «dissidente» e ricercato, Mukhtar Ablyazov.

L'ambasciatore è in vacanza in patria pronto a tornare a Roma per chiarire tutto, ma critica il ministro degli Esteri Emma Bonino. In questa intervista esclusiva racconta la sua versione della storia.

Le autorità italiane ripetono che lei ed il personale dell'ambasciata a Roma siete stati «invasivi» nel gestire il caso Ablyazov, per usare un eufemismo....
«Qual è la mia colpa? Ho puntato una pistola a qualcuno? Ho consegnato le carte dell'Interpol, tutto qui».

All'inizio ha cercato il ministro dell'Interno Angelino Alfano?
«Non è andata così. Ho ricevuto una comunicazione Interpol, in inglese e russo, che riguardava il bollettino rosso dei ricercati. Ho preparato una nota verbale e chiamato il ministero (dell'Interno, nda), ma il ministro era sempre occupato o non c'era. Qualsiasi ambasciatore farebbe la stessa cosa».

Perché ha chiamato il Viminale e non la Farnesina?
«Si trattava di informazioni Interpol segrete, che dovevo consegnare agli organi direttamente competenti. Dal Viminale mi hanno detto di rivolgermi alla Questura e così ho fatto portando la documentazione (28 maggio, nda). Poi nel pomeriggio ho richiamato il Viminale e alla sera sono andato al ministero consegnando i documenti. È un reato?».

I documenti dell'Interpol segnalavano la presenza di Ablyazov alle porte di Roma ricercato per tre mandati di cattura internazionali?
«Sì, ma la polizia aveva queste informazioni. Mi hanno detto: ?Le comunicazioni dell'Interpol le abbiamo già?. Io ho semplicemente confermato lasciando copia dei documenti».

È sicuro di non aver parlato prima con il ministro Alfano o altri politici per fare pressioni?
«Assolutamente no. Il ministro non l'ho mai visto».

La polizia però ha cercato di catturare Ablyazov su sua richiesta...
«La polizia ha fatto il suo lavoro. Non è possibile che un rappresentante straniero dia degli ordini. Chi sono, Superman? L'unica cosa di cui abbiamo parlato è dei mandati di cattura. Per quanto mi riguarda si trattava solo di un criminale ricercato».

Ablyazov era stato individuato fino al 26 maggio. Gli investigatori privati erano convinti che fosse ancora a Casal Palocco il giorno del blitz, il 28 maggio. Non è strano che non sia stato trovato?
«Dovete chiederlo alle autorità italiane».

La preoccupano le reazioni italiane nei suoi confronti?
«Emma Bonino è arrabbiata. Se mi permette di tornare in Italia, chiederò subito udienza al ministro. Sono pronto a chiarire».

Ablyazov sostiene di essere un dissidente e accusa il governo kazako.
«Non è un dissidente, ma un criminale. Ha rubato i soldi della mia gente, tanti miliardi. La Rai ha mandato in onda le dichiarazioni dell'agente immobiliare sulla villa di Casal Palocco. Prima l'ha affittata (8mila euro al mese, nda) e poi voleva comprarla, ma con quali soldi? E l'aveva già fatto a Londra (per beni immobili di milioni di euro poi sequestrati, nda)».

In questo pasticcio ci sono andate di mezzo la moglie e la figlia di Ablyazov, che non erano ricercate.
«Non c'entrano niente. Non ho mai ricevuto alcun ordine di portare in Kazakistan la donna e la figlia. Le abbiamo rimpatriate perché l'Italia le ha espulse. Io all'ambasciata non sapevo chi fosse Alma Alyan (nome fittizio della signora, nda). Poi il nostro console ha ricevuto una richiesta dall'ufficio immigrazione della polizia, che chiedeva conferma della cittadinanza kazaka di Alma Shalabayeva. Perché non ha mai detto che aveva l'asilo politico in Inghilterra o il permesso di soggiorno valido in Europa?».

È realistico che possano rientrare in Italia?
«Sì, possono tornare. Basta avanzare una richiesta. Ma perché Shalabayeva vuole tornare in Italia? Forse il marito sta ancora lì? Non può andare in altri paesi come il Centro Africa?».

Questo pasticcio influenzerà i rapporti fra Italia e Kazakistan?
«Non vorrei proprio. Da 22 anni ho fatto del mio meglio per avvicinare le nostre nazioni».

In molti chiedono di considerarla «persona non grata». Come replica?
«Non credo che accadrà. Non vorrei che per dei malintesi sorgessero problemi fra due popoli».

Quando torna in Italia?
«Chiedetelo alla Bonino».

 

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