“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
PFB. per “il Giornale”
Il grande successo (mediatico prima ancora che di consenso) del ministro degli Interni Matteo Salvini inizia a impensierire. E non solo. Quella che molti nelle file dell'opposizione giudicano una «tracotanza preoccupante» permette di rivedere il giudizio sugli ultimi vent' anni della vita politica italiana del centrodestra. Di fronte all' affermazione del leader della Lega anche il consenso raccolto in altri tempi da Silvio Berlusconi risulta più pieno, rotondo e - soprattutto - più rassicurante.
A sostenerlo è Nicola Zingaretti che non è certo sospettabile di intelligenza col nemico.
«C' è tanta enfasi attorno a Salvini - ha spiegato il segretario del Pd intervenendo al programma L' aria che tira (La 7) - ma Berlusconi ha raggiunto il 37-38%, ed è stato un grandissimo leader. In realtà si sta ricostruendo un polo di centrodestra molto più di destra, e Salvini sta prosciugando un elettorato prima diviso in modo diverso».
L'inopinato endorsement per il leader di Forza Italia arriva proprio nel momento in cui il Pd e Forza Italia sono al centro dell' analisi dei politologi come potenziali argini al populismo sovranista. E soprattutto come punti di rinascita di un terzo polo moderato.
Quello che è un facile discorso per i teorici della politica diventa però un percorso più che accidentato per gli attori della scena. Zingaretti infatti deve fare i conti con l'«incognita Renzi», il cui potere politico è stimato, da quella vecchia volpe di Pier Ferdinando Casini (fattosi eleggere in un collegio sicuro nelle liste del Pd alle ultime politiche), intorno al 10%. «Un nuovo partito di centro - spiega l' ex esponente Dc - vale più del 10% Renzi? È in grado di parlare ai moderati C' è uno spazio enorme, non lasciamo l' Italia in mano a irresponsabili estremisti anti-UE».
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