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    POLVERE DI 5 STELLE – IL PIANO ANTI-CASALEGGIO E DI BATTISTA DI DI MAIO E DEI BIG DEL M5S: GUIDA COLLEGIALE DEL MOVIMENTO CON CHIARA APPENDINO LEADER. ALTRIMENTI LUIGINO TORNERÀ IN CAMPO  DAVIDE CASALEGGIO SPINGE PER UN NUOVO CAPO POLITICO (DIBBA) CHE RINVERDISCA LE FILA DEL MOVIMENTO (CON TANTO DI STOP AL TERZO MANDATO). L’ALA GOVERNISTA SI OPPONE E STUDIA  LA POSSIBILITÀ DI RENDERE IL PRESIDENTE DI ROUSSEAU UN SEMPLICE "FORNITORE DI SERVIZI", SFILANDOGLI LA PIATTAFORMA. INTANTO DI BATTISTA...


     
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    Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera

     

    di maio appendino di maio appendino

    I big contro l'asse Casaleggio-Di Battista: ora le carte sono sul tavolo. Una riunione dei vertici 5 Stelle per delineare la strategia del Movimento e mettere alle corde l'asse dei ribelli. Un summit durato un paio d'ore che si è tenuto martedì al ministero di Giustizia. Presenti gli esponenti dell'ala governista - Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro, Stefano Patuanelli, Stefano Buffagni -, il reggente Vito Crimi e il direttivo della Camera (Davide Crippa e Francesco Silvestri).

     

    L'incontro - che aveva come sfondo la campagna per il referendum e il probabile ritorno in piazza (al Sud) dei 5 Stelle - in realtà è diventato l'occasione per discutere sugli aspetti organizzativi interni ai pentastellati. Si è deciso di accelerare il cambio di guardia ai vertici del Movimento e provare a mettere fuorigioco l'ala ribelle. Le indiscrezioni parlano di un intervento di Crimi per lanciare la sua successione alla guida dei Cinque Stelle già nei prossimi giorni, prima del voto.

    casaleggio di maio casaleggio di maio

     

    L'inizio di un percorso. Ma non solo. Si tratta nei fatti dell'inizio delle ostilità interne. La via pare tracciata: i big hanno intenzione di puntare su «una guida collegiale». Il ritratto è quello già accennato da Paola Taverna a In onda su La7: «Un Movimento leaderless, con una governance condivisa».

     

    L'idea è quella di spingere per un cambio da capo politico a «governance» (probabilmente guidata da Chiara Appendino) che metta i bastoni tra le ruote alla scalata di Di Battista. Farlo prima delle Regionali vorrebbe dire anticipare una possibile disfatta elettorale che potrebbe essere benzina per l'ala ribelle. Ecco allora Di Maio dichiarare: «Ora è il momento di una leadership forte, votata e legittimata».

     

    di battista di battista

    Lui, il ministro degli Esteri, rappresenta il piano B. Preferirebbe rimanere alla regia del nuovo Movimento che sarà, ma se non sarà possibile prevedere la strada della «governance», l'ex capo politico è pronto - se sollecitato dai governisti - a scendere in campo per il suo vecchio ruolo e a sfidare Di Battista. Una soluzione estrema, che avverrebbe solo sotto l'egida dei big e per frenare l'ala dibattistiana. Già, perché il voto sulla governance non è così scontato.

     

    Davide Casaleggio, si sa, spinge per un nuovo capo politico, che rinverdisca le fila del Movimento (con tanto di stop al terzo mandato). E rischia di profilarsi una battaglia di codici e codicilli per bloccare l'idea di una guida collegiale. Il primo problema nasce dal fatto che - come sottolineano fonti interne al Movimento - «non si può istituire una governance senza cambiare lo statuto».

    ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO

     

    E per cambiare lo statuto serve tempo, convocare l'assemblea e una maggioranza difficile da ottenere. A meno di non creare un «primus inter pares» per aggirare il voto. Un'idea che è stata discussa dai pentastellati. Ma c'è chi la boccia: «Che leadership collegiale sarebbe? E anche in questo caso ci potrebbero essere schermaglie interpretative. Senza essere tra gli organi statutari gli altri non conterebbero nulla».

     

    E sul ruolo di Casaleggio nel summit di martedì è stata rilanciata anche la possibilità - come sottolinea l'Adnkronos - di rendere il presidente di Rousseau un semplice «fornitore di servizi», sfilandogli la piattaforma. Casaleggio dal canto suo preferisce attendere l'esito del voto per poi tirare le somme. Di Battista - che era assente alla riunione di martedì, anche se i big dicono di averlo invitato - scalda i motori. Intanto tra deputati e senatori serpeggia il malumore dopo le indiscrezioni sul summit.

    GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA paola taverna paola taverna

     

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