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    DI MAIO IN PEGGIO – DOPO IL TRACOLLO ELETTORALE, NEL M5s E’ PARTITA LA CACCIA ALLO SCALPO DI ‘LUIGINO’. E DI BATTISTA TORNA IN CAMPO – SOTTO ACCUSA, OLTRE AL VICEPREMIER, ANCHE ROCCO CASALINO E LA COMUNICAZIONE - "NESSUNO E’ INDISPENSABILE” – LA MOSSA DI DI MAIO: UNA SEGRETERIA POLITICA DI UNA DECINA DI PERSONE ALL’INTERNO DELLA QUALE “DIBBA” E’ PRONTO AD ASSUMERE UN INCARICO DI RILIEVO…


     
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    Alessandro Trocino per il Corriere della Sera

     

    di maio di battista di maio di battista

    Piovono le telefonate e viaggiano su chat le richieste di dimissioni. Il Movimento è scosso dalle fondamenta, con i vertici che traballano e Luigi Di Maio che prova a blindarsi coinvolgendo tutte le anime. L’assemblea prevista in un primo tempo per ieri sera è rimandata a domani, ma nel frattempo il capo ha riunito un gruppo di fedelissimi, in un vertice di emergenza. Ed è rispuntato Alessandro Di Battista, pronto ad assumere un incarico di rilievo nella segreteria che Di Maio annuncerà a giorni.

     

    Comunicazione sotto accusa

    alessandro di battista e luigi di maio alessandro di battista e luigi di maio

    Non è un segreto che diversi parlamentari abbiano chiesto e chiederanno un passo indietro del leader. Troppo bruciante la sconfitta, troppo netto il divario con l’alleato. È sotto accusa la leadership di Di Maio, ma anche il settore della Comunicazione, che è considerato inadeguato e parte del problema. Non ha funzionato la svolta combattiva, con un occhio a sinistra, impressa da Augusto Rubei. Ma insieme a lui sul banco degli imputati ci sono Rocco Casalino, Cristina Belotti e Pietro Dettori. Un pezzo di Comunicazione che, si dice, non ha saputo fronteggiare a dovere la forza della Lega (Elio Lannutti è tra i più critici).

    luigi di maio e alessandro di battista in auto 2 luigi di maio e alessandro di battista in auto 2

     

    Le quattro anime dei 5 Stelle

    Ma è Di Maio il più sotto pressione. Come sempre nel Movimento, sono pochissimi quelli che esprimono apertamente critiche. Si preferisce un unanimismo di facciata, spesso falso. Ma certo non è piaciuta l’uscita di ieri, quando Di Maio, certificando di fatto la presenza di quattro correnti nel Movimento, ha spiegato di non avere avuto richieste di dimissioni da Casaleggio, Grillo, Di Battista e Fico. «Avrà pure parlato con tutte le anime — ironizza Paola Nugnes — ma non con lo spirito santo». Non piace questa visione verticista, per la quale contano più presunti leader (mai riconosciuti come tali prima) rispetto ai parlamentari e ai militanti. Emilio Carelli è stato chiarissimo: «Si sono fatti molti errori su toni, temi e persone».

    ROCCO CASALINO LUIGI DI MAIO ROCCO CASALINO LUIGI DI MAIO

     

    Una critica radicale, che però si tenta di trasformare in una melassa di autocritica generica, magari condita con un paio di slogan: come il «ripartire dal territorio», lanciato da Mattia Fantinati, o il «puntiamo sulle periferie», di Virginia Raggi. Max Bugani spiega che «dobbiamo recuperare la nostra identità con forza». Roberta Lombardi avverte che «chi ha individuato gli errori prima degli altri non è una Cassandra».

    alessandro di battista e luigi di maio 1 alessandro di battista e luigi di maio 1

     

    Autocritica e bagno d’umiltà

    Ma c’è chi va oltre. Gianluigi Paragone invita a «non minimizzare». E Luigi Tofalo aggiunge: «Serve un bagno di umiltà. Tutti sono utili, nessuno è indispensabile». A questo proposito, ecco Di Battista, che si toglie un sassolino dalla scarpa dopo il suo allontanamento dalla campagna elettorale: «Il Movimento è stato sempre capace di combattere l’astensionismo». Senza di lui, pare di capire, meno. Di Battista non punta il dito, per ora, su Di Maio: «Il problema non è chi, ma cosa si deve fare e come». Ma intanto sarà della partita nella nuova segreteria (tra 8 e 10 persone), insieme a esponenti della minoranza. Tutti insieme appassionatamente, pur di evitare un voto che non conviene (dato il consenso calato) ed è visto male anche dai peones al secondo mandato.

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