Andrea Camurani per corriere.it
ospedale saronno giro mazzette
Soldi ai dipendenti dell’obitorio di Saronno in cambio di servizi cimiteriali, somme elargite da quattro aziende funebri che così si accaparravano clienti: è uno dei fatti contestati nell’inchiesta della procura della repubblica di Busto Arsizio che ha visto firmare dal giudice per le indagini preliminari 10 misure cautelari eseguite lunedì mattina per ipotesi di reato che vanno da corruzione di incaricato di pubblico servizio al peculato, dalla truffa al furto, al falso ideologico. Dei soggetti destinatari delle misure, uno è in carcere in custodia cautelare, uno ai domiciliari, a due è stato notificato il divieto di esercizio di professione medica, a quattro il divieto di esercitare l'attività di impresario funebre, a due la sospensione dall'esercizio delle mansioni di addetto all'obitorio con divieto di concludere contratti di lavoro con la pubblica amministrazione.
Le indagini sono state eseguite in provincia di Varese e in quella di Como dai carabinieri della compagnia di Saronno a seguito di alcune segnalazioni giunte dalla direzione sanitaria dell’ospedale nel novembre del 2020 in ordine a una somma di denaro ricevuta - a titolo non meglio precisato - da un addetto all'obitorio da parte di un impresario funebre del posto.
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Secondo la ricostruzione degli inquirenti è emerso che quattro titolari di onoranze funebri, disgiuntamente tra loro, elargivano somme di denaro in favore di alcuni dipendenti (uno di questi colpito da misura in carcere) dell'obitorio dell'ospedale di Saronno così da «orientare i parenti dei defunti alla scelta dell'impresa cui affidare il servizio funebre, ottenere informazioni, effettuare trattamenti di vestizione e tanatocosmesi sulle salme quando non previsto, ostentare le salme ai congiunti anche quando queste risultavano positive al Covid-19, in violazione delle norme anti-contagio».
Sempre secondo le accuse due medici di base operanti all'interno dello stesso ambulatorio accreditato Asst, rilasciavano false attestazioni di malattia a dipendenti pubblici e privati che ottenevano così indebite percezioni per assenza dal lavoro. A un’addetta all'obitorio dell'ospedale di Saronno (destinataria della misura degli arresti domiciliari), durante i periodi di assenza dal lavoro per malattia - falsamente attestata dai due medici - è accusata di prestare la propria opera lavorativa come impiegata presso l'ambulatorio dei medesimi sanitari.
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In ultimo due soggetti entrambi dipendenti dell'obitorio dell'ospedale di Saronno sono accusati di essersi impossessavano di materiale sanitario e di pulizia di proprietà dell'ospedale di Saronno per poi cederli a terzi.