tra ring e altare
La prima regola del “Fight Church” è: se i cristiani timorosi di Dio si gonfiano di botte fino a sanguinare, possono ancora lodare il Signore nella messa domenicale. La Mixed Martial Arts (MMA) è una forma di lotta diventata popolare negli ultimi dieci anni. Probabilmente è lo sport che cresce più velocemente in America.
Mischia arti marziali e vari tipi di combattimento in un evento unico. E’ spesso sponsorizzato dalla chiesa, fatto in chiesa e da uomini di chiesa. I pugili sono pastori, che si allenano duramente e promuovono sia la parola di Dio sia il pugno di ferro. Usano spesso la Bibbia per trovare parallelismi fra la lotta e la religione, alcuni hanno disegnato un Gesù Cristo piuttosto audace, un lottatore appunto, che vendette il mantello per la spada.
predicatore pugile americano
Questi pastori sono perseveranti, si esercitano tante ore al giorno, per mesi, e combattono poche volte l’anno. Sono diventati i protagonisti del documentario “Fight Church”, girato da Daniel Junge e Bryan Storkel, dove spiegano come la violenza possa diffondere la fede. Vengono seguiti dalla telecamera sia sul ring che sull’altare, spiegano le motivazioni e danno delle giustificazioni.
pastore picchiatore americano
Fra loro c’è chi sostiene di mettere a frutto le potenzialità e i doni di Dio, chi ha moglie e figli e vuole difendersi dalle minacce reali, e c’è il predicatore che parla di una cristianità che rende gli uomini troppo femminili, allora è giusto riprendersi la propria mascolinità e la mentalità del guerriero.
Non è un’anomalia. Negli Stati Uniti si contano almeno 700 chiese legate in qualche modo alle arti marziali, e i congreganti fanno anche l’offerta settimanale per finanziare gli eventi.
la violenza diffonde la fede
Amare il prossimo tuo come te stesso, ma ogni tanto picchialo il più violentemente possibile.