PORNHUB
Verizon vuole vendere Tumblr, piattaforma di microblogging inclusa nel "pacchetto" Yahoo! acquisito nel 2017, scrive il Wall Street Journal. Si è subito fatta avanti, almeno a parole, Pornhub, che per bocca del suo vicepresidente si è detta "fortemente interessata". Tumblr potrebbe quindi tornare a focalizzarsi sui contenuti a luci rosse che, alla fine dello scorso anno, ha provato a bandire per problemi legati alla pedo-pornografia. Il vice presidente di Pornhub, Corey Price, ha spiegato a BuzzFeed il motivo per cui Tumblr interessi così tanto: era "un rifugio sicuro per coloro che volevano esplorare ed esprimere la propria sessualità". Prima che la società intervenisse con un nuovo algoritmo censorio.
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Fino a qualche anno fa, Tumblr sembrava la stella emergente dei social network. Nel 2013, Yahoo! ha speso 1,1 miliardi per acquisirla. Un'operazione rivelatasi disastrosa: tre anni dopo, il valore della piattaforma a bilancio era di appena 230 milioni. Quando Verizon ha acquisito Yahoo nel 2017 per 4,48 miliardi di dollari, Tumblr era incluso.
L'avvenire era incerto, ma - pur senza troppa pubblicità - la piattaforma aveva trovato il modo di attirare utenti. Facebook e Instagram hanno norme particolarmente stringenti sulla nudità: sono proibite, ad esempio, non solo le immagini esplicite ma anche quelle in cui compaiono capezzoli. Una rigidità che aveva spinto alcuni artisti e utenti a migrare su Tumblr proprio per avere maggiore libertà d'espressione.
Verizon
Alla fine del 2018, però, Apple ha escluso Tumblr dall'App Store, il negozio digitale della Mela. Una decisione che ha tagliato di fatto i viveri a Tumblr. Motivo: erano state pubblicate immagini pedo-pornografiche, capaci di bucare i filtri. La piattaforma collabora con Apple, si era scusata immediatamente e - dal 17 dicembre - aveva deciso di bandire ogni contenuto pornografico, sessualmente esplicito o raffigurante corpi nudi. Cupertino ha riammesso Tumblr, ma i problemi non sono finiti. Il controllo, affidato in gran parte ad algoritmi e intelligenza artificiale, bollava come pornografiche anche immagini artistiche e contenuti che nulla avevano a che fare con il nudo: foto di caverne, vasi, castissime vignette, selfie.
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Oltre a questi intoppi, l'eliminazione della sua nicchia a luci rosse sarebbe costata cara a Tumblr: nel mese successivo al bando sarebbero evaporate 100 milioni di pagine viste. Tradotto: una parte degli utenti è stato meno attivo o non lo è stato affatto. Un indizio che attira Pornhub e potrebbe convincerlo a investire per trasformare Tumblr in un social pornografico. Il marchio rafforzerebbe così il suo quasi monopolio: la società a cui fa capo (MindGeek) gestisce infatti altri siti come YouPorn e RedTube e ha acquisito alcune case di produzione.