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    PORTI CHIUSI? MADDECHE’! - LE CAPITANERIE DI PORTO SMENTISCONO SALVINI & TONINELLI: “NON RISULTA ALCUN PROVVEDIMENTO DI INTERDIZIONE DELL’ACCESSO AL MARE TERRITORIALE”. LA MARE JONIO NON POTEVA ESSERE BLOCCATA. E ALLORA PER CONTO DI CHI SI E’ MOSSA LA MOTOVEDETTA DELLA FINANZA? IL DEM MICELI: “GUARDIA DI FINANZA TRASFORMATA IN GUARDIA PERSONALE DI SALVINI?”


     
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    1 - GOVERNO SMENTITO DALLE CAPITANERIE. MARE JONIO, GIALLO SULLO STOP ALLA NAVE

    Nello Scavo per “Avvenire”

     

    E’ un mistero il fallito blocco della nave Mare Jonio lo scorso 18 marzo su ordine di una motovedetta. «Non risulta» alcun provvedimento «di interdizione dell’accesso al mare territoriale», si legge in un atto ministeriale. Non solo, rischia adesso di saltare anche la registrazione dell’area di ricerca e soccorso (Sar) libica.

     

    DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

    L’Imo, l’agenzia Onu per la navigazione, rispondendo ad Avvenire ha infatti espresso «forte preoccupazione» per la situazione a Tripoli. Dopo avere salvato 49 naufraghi il 17 marzo in acque internazionali, una motovedetta della Guardia di Finanza intimò alla nave di soccorso italiana, che si stava recando a Lampedusa per ripararsi dalla tempesta e sbarcare i migranti, di fermarsi e spegnere i motori. Il comandante Pietro Marrone si rifiutò e ottenne prima l’indicazione di un punto in cui tenersi al sicuro e poi l’ingresso nel porto dell’isola dove poi le 49 persone sono state accolte e assistite. Ancora una volta i documenti ufficiali smentiscono la narrazione dei "porti chiusi". Chi, allora, può avere ordinato alle Fiamme gialle di bloccare la Mare Jonio?

     

    «Tale eventuale atto - si legge in un atto delle Capitanerie di porto - rientra tra le competenze del Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti». Nessun altro poteva chiudere le acque nazionali al rimorchiatore della missione Mediterranea. Il 25 marzo l’avvocato Alessandra Ballerini, per conto dell’Associazione diritti e frontiere (Adif), aveva depositato una «richiesta di accesso agli atti», domandando al Ministero delle Infrastrutture e a quello degli Interni, di rendere pubblica tutta la documentazione circa il «divieto di approdo della nave rimorchiatore "Jonio" nei porti italiani». Dal Viminale non è ancora giunto nessun esito.

    salvini toninelli salvini toninelli

     

    Ma la spiegazione del Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto presso il Ministero delle Infrastrutture, chiarisce che anche fossero arrivate indicazioni formali da parte dei ministri Danilo Toninelli (Infrastrutture) e Matteo Salvini (Interni), queste comunque sarebbero dovute obbligatoriamente passare attraverso il vertice della Capitanerie. Nella sua istanza il legale aveva in particolare richiesto che venisse reso pubblico «il contenuto dei provvedimenti emessi e delle comunicazioni trasmesse dal 18 marzo scorso al momento dell’approdo, da parte del Ministero dell’Interno, ovvero, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti o di Mrcc Roma alla nave Ionio».

     

    La nota del ministero, firmata dal capo del "II Reparto", non lascia spazio a interpretazioni: «Non risulta essere stato adottato alcun provvedimento, a rilevanza esterna, in tema di interdizione dell’accesso al mare territoriale o ad ambiti portuali nel periodo in questione». Non è l’unica notizia. Nei mesi scorsi il ministero dell’Interno aveva spesso negato risposte esaustive accampando ragioni di riservatezza. Al contrario le Capitanerie di porto sembrano voler dire di non avere nulla da nascondere.

    salvini toninelli salvini toninelli

     

    Perché sempre dal ministero di Danilo Toninelli arriva, nella medesima nota, un’altra rivelazione. «Gli atti in possesso di Mrcc Roma - conferma la nota che le Capitanerie hanno trasmesso anche al Viminale sono oggetto di indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento». Gli investigatori intendono comprendere in che modo si sia arrivati a un ordine di stop senza alcuna decisione dei vertici delle autorità marittime sulla Mare Jonio. Il capitano Pietro Marrone e il capomissione Luca Casarini restano indagati. Altri nomi, però, si starebbero aggiungendo alla lista. E non apparterrebbero a membri dell’organizzazione umanitaria.

     

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    Traballa intanto la registrazione della "Sar libica", voluta e pagata soprattutto dall’Italia, prima con il governo Gentiloni e poi con l’esecutivo Conte. A Londra, dove ha sede l’agenzia dell’Onu per la navigazione, non nascondono l’allarme, ma ribadiscono che spetta ai Paesi aderenti al "piano globale", come l’Italia, «determinare se uno Stato sta ottenendo risultati soddisfacenti per svolgere i propri compiti» in mare. «Il Segretariato dell’Imo (Organizzazione marittima internazionale, ndr) osserva con preoccupazione i recenti sviluppi sulle questioni umanitarie che circondano la Libia, ma non siamo nella posizione di verificare la situazione intorno a tale Paese», spiega un portavoce ad «Avvenire».

     

    2 - MIGRANTI: MICELI (PD),SU MARE IONIO FORZATURE, RISPONDA CONTE

    (ANSA) - "Le Capitanerie di Porto smentiscono la bufala dei porti chiusi e gettano un'ombra inquietante sul caso che ha riguardato la Mare Jonio. Secondo le carte pubblicate da 'Avvenire', non c'e' stato alcun ordine formale di chiusura dei porti italiani". E' quanto dichiara il deputato del Partito democratico Carmelo Miceli, componente della Commissione Giustizia della Camera.

     

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    "E allora chi ha intimato alla Guardia di Finanza di tentare di bloccare la nave? E in base a quale autorita'? E' stato commesso un abuso di potere che ha strumentalizzato e forzato il lavoro dei finanzieri per meri fini di propaganda politica? - prosegue Miceli - Mentre la Procura di Agrigento indaga, sarebbe doveroso ricevere chiarimenti dal presidente del Consiglio Conte. Presentero' un'interrogazione alla Camera".

     

    "La forzatura commessa da Salvini - aggiunge Miceli - e' stata subito smentita dai magistrati, che hanno ordinato il dissequestro della nave. Ora, pero', occorre chiarire se davvero una motovedetta della Guardia di Finanza sia stata manovrata dal ministro dell'Interno, contro ogni legge, come fosse una sua guardia personale da utilizzare per meri scopi politici. Il formale responsabile di eventuali ordini di bloccare l'ingresso della Mare Jonio nelle acque italiane e' il ministro dei Trasporti Toninelli, come ricordano le Capitanerie: non ha nulla da dire?".

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