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    POSTA! - ALBA PARIETTI DICE CHE GLI UOMINI LA VEDONO COME UN OGGETTO. D’ANTIQUARIATO, SEMMAI - LA TV È ORMAI UN FORTINO PER CONDUTTORI, AUTORI, TWITTAROLI E OSPITI GAY. LO SI VEDE A SANREMO, NEL SALOTTO DELLA D’URSO, NEI PEGGIORI REALITY. E SE UN ETERO NON BACIA LA PANTOFOLA, E’ OUT…


     
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    DALEMA - OCCHETTO - BERSANI - LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA DALEMA - OCCHETTO - BERSANI - LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA

    Riceviamo e pubblichiamo:

     

    Lettera 1

    Compagno Dago, Occhetto Achille (che bello sapere che è ancora tra noi ) accusa D'Alema Max di essere un serial killer, di non averne azzeccata mai una e di essere sovrastimato dai giornalisti che lo intervistano. Ai tempi del centralismo democratico chi dei due finiva dove finivano in tanti?

    Saluti Peprig

     

    Lettera 2

    signorini bacia ilary blasi signorini bacia ilary blasi

    Caro Dago, è chiaro che la tv è ormai un fortino di conduttori, autori, twittaroli e ospiti gay. Lo si vede a Sanremo, nel salotto della D’Urso, nei peggiori reality. Fin qui, nessun problema. Ognuno viva la sessualità come desidera. Cio’ che non mi torna è la trasformazione dell’omosessualità in un altare davanti al quale tutti devono inginocchiarsi. Deve piacere a tutti, tutti devono elogiare il mondo Lgbt, ostentare la propria indole gayfriendly, pena lo sputtanamento tele-social. Come per Predolin. E mille prima di lui.

    Sia chiaro: non parlo di discriminazione. Né di omofobia. Ma di libertà. Libero un cittadino di vivere come vuole, libero un altro cittadino di non apprezzarlo.

    Se l’omosessualità diventa un dogma intoccabile, abbiamo perso tutti.

    Sor Lucianello

     

    Lettera 3

    marco predolin signorini marco predolin signorini

    Noi non andremo al mondiale di Russia. Meglio cosi; aspettiamo che crescano dei giocatori con un'altra mentalità e magari qualche fuori classe che al momento non esiste.

    Quelli nuovi sono tutti dei mediocri tranne Buffon , Bonucci, Barzagli e Chiellini che purtroppo sono al tramonto quindi ...

    Giuseppe

     

    Lettera 4

    Caro Dago, tra parità salariali, parità di generi, parità di partite di campionato di calcio, parità sulle ricette mediche (il mitico ANA di Bartezzaghi), è giunto il momento di rispolverare un mio vecchio cavallo di battaglia, ora il milieu è caldo e propizio: parità nelle modalità del parto, che sia per sempre bandito l'uso del forcipe e venga sempre effettuata

    Puigdemont Rajoy Puigdemont Rajoy

    l'epidurale anche nei casi di parto anale maschile!

    Saluti

    Gino Celoria

     

    Lettera 5

    Dagovski, i politici italiani non brillano. Ma Puigdemont che la mattina non ti sa dire se il pomeriggio dichiara l’indipendenza - e’ imbattibile.

    Aigor

     

    Lettera 6

    Caro Dago, il paradosso non sta in Tabacci-Pisapia che per portare il loro zero virgola al PD intimano che non sia Renzi il candidato premier, il paradosso sta in quelli del PD che gli rispondono

    pure!

    Saluti

    Gino Celoria

     

    Carles Puigdemont Carles Puigdemont

    Lettera 7

    Occhetto che azzanna D'Alema che azzanna Renzi! La Sinistra ormai è un film de paura.

    AP

     

    Lettera 8

    Fabio Fazio già in affanno negli ascolti: ora che ha dato da mangiare ai pesci in diretta che altro si  inventerà? Il miracolo dei pani e dei pesci?

    h.k.

     

    Lettera 9

    Caro Dago, un ex giornalista del New York Times abbatte parte del muro su Weinstein, grande finanziatore democratico, amico di Obama e dei Clinton, ma incorre in una divertente (si fa per dire) definizione, rivelatrice di un intero, strabicissimo mondo: quella che se Weinstein fosse stato Trump, o Berlusconi, sarebbe diventata (giustamente) una violenza sessuale diventa un "incontro sessuale indesiderato" Chapeau!

     

    alba parietti alba parietti

    Lettera 10

    Dagovski,

    Per la Parietti gli uomini la vedono come un oggetto. D’antiquariato, semmai. 

    Aigor

     

    Lettera 11

    Il 10 ottobre va fatta festa per ricordare la vittoria contro i musulmani di Carlo Martello a Poitier e quella del 1571 a Lepanto. E' sufficiente sostituire questi 2 giorni con il 25 aprile e il 1 Maggio che per 3/4 degli italiani non hanno alcuno significato preciso se non quello di dividerli.

    Giuseppe

     

    Lettera 12

    Caro Dago, su internet circola questa freddura: Un signor al bar incontra una bella donna e le dice: “Ciao, ho 40 anni  e faccio il deputato e sona una persona onesta” , la donna gli risponde: “Piacere tesoro , io ho 35 anni, faccio la prostituta e sono vergine..”

    ALBA PARIETTI BALLANDO ALBA PARIETTI BALLANDO

    Tutti e due si sono presi per il culo a vicenda.

    Annibale Antonelli

     

    Lettera 13

    Per la serie "le notizie che non ti danno", pare proprio che appena Delrio ha iniziato il suo parasciopero della fame pro ius soli, i dipendenti del MIT di viale dell'Arte hanno iniziato il loro. Pare proprio che nella sede MIT di viale dell'Arte, ceduta a Guardia Costiera in nome del migrantismo senza limitismo, in un complesso di 3 palazzine di 4 piani ognuna, non si riescano a trovare le 19 stanze su 2000 che servono alla Direzione Generale Porti e Trasporto Marittimo per completare la riforma della nautica da diporto. Ma sulla riforma del diporto Delrio non si era giocato la faccia a Genova al Salone Nautico?

    RENZO PIANO IN BARCA A VELA RENZO PIANO IN BARCA A VELA

    Joshua

     

    Lettera 14

    Caro Dago, Renzo Piano sostiene che i figli degli immigrati hanno diritto allo ius soli perché vanno a scuola con quelli che potrebbero essere i suoi figli. Solo che i figli di Enzo Piano non sono mai andati a scuola a Centocelle.

    [Il Gatto Giacomino]

     

    Lettera 15

    Caro Dago, in punta di diritto (e tacco da idioti) il sequestro e lo sfratto della novantacinquenne terremotata non fa una piega. Però mi permetto di ricordare che a Roma, in zona straarcisupertutelata dallo stesso ministero, "La Nuvola" è stata costruita spostata di 2 metri.

     

    matteo renzi giuliano pisapia a milano pranzo con la moda matteo renzi giuliano pisapia a milano pranzo con la moda

    E, ti prego di credermi, in punta di diritto è esattamente come se non avesse mai avuto l'autorizzazione paesaggistica (per limitarmi a quella, e non sarebbe nemmeno sanabile, tra le altre cose, sempre in punta di diritto).  Al che non sarebbe legittimo domandarsi perchè due vicende identiche evolvono in maniera tanto diversa e, in particolare, in maniera esattamente opposta a quanto sarebbe stato ragionevole attendersi?

    Franco

     

    Lettera 16

    Alt! Fermi tutti! Sul palcoscenico politico nazionale sta per esibirsi l'ultimo, per ora, acquisto della Compagnia Teatrale "L'Italia da bere": Pisapia. L'autoreferente "statista" si prepara a raggiungere quello che è sempre stato, è e sarà lo scopo cui mirano tutti coloro che di norma chiamano "papà" chiunque, come dicono in Calabria, trovino nel letto a scopare con la madre : ".....Francia o Spagna, basta che se magna...!!".

    MERYL STREEP MERYL STREEP

     

    L'alcova/letto messa a disposizione dal P.D. è, per il momento, a sei piazze, ma il mobiliere Fiano l'ha concepita per comprenderne molte di più; anche perché, a differenza da quanto previsto dal proverbio calabrese, il ruolo di "madre", nel prossimo futuro, potrebbe essere interpretato anche da qualche maschietto.

    Santilli Edoardo

     

    Lettera 17

    Caro Dago, un sincero peana in lode di M.G. Maglie, tua frequente ospite, per i suoi pressochè quotidiani sbertucci verso l'establishment liberal-progressista 'stars and stripes' ed annessa paraculaggine stile Meryl Streep&co.. Se penso che alla Rai paghiamo a peso d'oro un Fazio(so) e lei venne cacciata...

    Giorgio Colomba

     

    Lettera 18

    TAVOLO ILVA AL MISE TAVOLO ILVA AL MISE

    Caro Dago, come da tradizioni italiche, ottobre si veste di proteste sindacali per il lavoro. Non si vedevano adunate di operai simili, dagli anni ’70! Il tutto “grazie” ai nuovi proprietari delle acciaierie ex Ilva. I nuovi padroni, per usare un termine caro all’epoca, sembrerebbe che si siano rimangiate le parole e promesse fatte, relativamente al tetto stipendi ed agli scatti di anzianità. Tutto, per la nuova proprietà, deve ripartire da zero. Minimo salariale e, quindi, stipendi decurtati rispetto agli scatti maturati.

     

    ILVA ILVA

    E qui esplode la bomba lavorativa. Il ministro Calenda parla di promesse ed impegni disattesi, gli industriali parlano di promesse legate solo al numero degli assunti. Insomma siamo al solito giochino delle responsabilità rimpallate, e nel mezzo, come sempre, noi. Nessuno al momento che citi il discorso legato ai 4200 operai messi in cassa integrazione, quindi a spese nostre, che dovranno occuparsi di un recupero ambientale del territorio.

     

    Come si possa bonificare una zona che nel frattempo resta produttiva è uno dei misteri di Fatima. Nessuno che, dopo il continuo salasso delle casse dello stato, vale a dire sempre noi, si ponga la domanda se la cassa integrazione non sia un onere che debba essere a carico della azienda licenziante con beni e cespiti della stessa, anziché sbolognare il problema alle nostre tasche, ormai bucate e senza nemmeno gli spicci. Tutto questo casino mediatico fatto di voci alte e toni semi duri, fanno solo da specchietto per le allodole ai più.

    banch ilva banch ilva

     

    I proprietari sono fondamentalmente due, una grande industria indiana con sede in Lussemburgo (pensa te che novità), e la Marcegaglia, che come la maggior parte degli industriali italioti, o che si sentono tali solo perché partecipano alla “convention” di Cernobbio, partecipa in quota minima a questo tentativo di resurrezione industriale a Taranto. Pensa che accoppiata, indiani che tentano di esportare il sistema economico delle industrie nelle loro zone (andate a vedere il livello medio degli stipendi e della sicurezza in India), e italiani che, se possono evitare di salassarsi con contributi ed altro, sono strafelici.

     

    Insomma il miscuglio dirigenziale non promette nulla di buono. Lo scontro non so come finirà, ho la vaga sensazione che ci sarà una rottura “riparabile”. Perdere tanti posti di lavoro in vista delle elezioni sarebbe catastrofico e questo, Matteo da Firenze, non lo perdonerebbe.

    IMPIANTO ILVA A TARANTO IMPIANTO ILVA A TARANTO

     

    Ma d’altra parte, aspettarsi una cosa di sinistra vera, come la difesa dei diritti del lavoratore, non rientra nelle teste di questo e precedenti governi. Cari amici tarantini, mettetevi l’animo in pace, servite ad uno scopo politico e basta. In attesa di miracoli economici, incrociamo le dita. Benvenuti in Italia, terra di santi, poeti e lavoratori che marciano inutilmente. Saluti

    Pegaso Nero

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