DAGOREPORT
francesco micheli
A Milano ci si riposiziona. Pisapia sta per togliere il disturbo e il potere meneghino si riassesta.
Quella vecchia volpe del finanziere Francesco Micheli queste cose le conosce bene. MiTo, la sua ultima creatura, non poteva dare più di così: Pisapia gli versava molti meno soldi della Moratti; sotto la mole Fassino era incavolato perché Milano faceva la parte del leone e aveva mandato avanti il suo assessore Braccialarghe a dire che “la convenzione andava rivista”. E poi, a cosa serviva ormai, a Micheli, MiTo? L’ha costruito, l’ha lanciato, il bello era alle spalle.
Con lui se ne è andata anche la sua ex, Francesca Colombo, ora “parcheggiata” al Mast di Bologna dopo i trascorsi burrascosi al Maggio Fiorentino.
francesco micheli e marta brivio sforza
Si diceva che MiTo dovesse essere il trampolino di lancio dei due alla Scala: ma né lui (per ora), né lei sono diventati sovrintendenti. E adesso? Micheli è già consigliere della Scala e il posto di Pereira, per ora, non è in discussione. Ma la Scala non è mai uno scalo tranquillo: l’idea di richiamare Riccardo Muti per una serata non sarebbe del tutto piaciuta all’altro Riccardo, Chailly e poi… secondo voci, Micheli potrebbe tentare di sfilare a colui che ha chiamato sia Lissner e Pereira alla Scala, ovvero Bruno Ermolli, la vicepresidenza del teatro.
Micheli, infatti, ha molte più aderenze con Renzi così come Ermolli le aveva con Berlusconi. E certo la coppia Renzi-Franceschini finanzia molto le regioni o i comuni dei loro amici o di chi si devono tenere buoni (Nardella, la coppia Chiamparino-Fassino, il Friuli della sedicente aspirante Bindi Serracchiani) molto meno Milano e la Lombardia leghista. Con buona pace di Pisapia.
giuliano pisapia francesco rutelli francesco micheli foto riccardo schito
Ma Micheli potrebbe anche diventare editore infilandosi nella difficile trattativa per la vendita della Rizzoli a Mondadori, sfilando i migliori autori del catalogo per una nuova avventura da realizzare con Elisabetta Sgarbi. Primo nome? Umberto Eco.
Il destino di MiTo, a Milano, sembra segnato. Il cambio di gestione politica favorirà la perdita di tempo e sarà difficile vedere un SettembreMusica anche a Milano nel 2016. Anche perché la successione a Pisapia non è ancora chiara. Renzi non ha ancora scelto su chi puntare sotto il Duomo. Ha incontrato il direttore della Stampa Mario Calabresi; ma lui, a Palazzo Marino preferirebbe la Rai o il “Corriere”, appena la gestione ponte di Macete-Fontana sarà finita.
LA SCALA DI MILANO
Con Fontana non è cambiato nulla rispetto a De Bortoli e le scelte da lui intraprese non convincerebbero nemmeno gli azionisti. Poche buone anche sul versante “il Giornale”: sarebbero state avanzate proposte del quotidiano da parte di Caltagirone e della Santanché.
Mario Calabresi
Calabresi può stare dunque in sala d’attesa Solferino, anche perché pare che a sua moglie, Caterina Ginzburg (nipote della scrittrice Natalia), l’idea di fare la sindachessa proprio non piaccia.