Estratto dell'articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”
meloni crosetto centenario aeronautica piazza del popolo
«Facciamo un salto/battiamo le mani/ti salutiamo tutti insieme/presidente Renzi». I bambini della scuola Salvatore Raiti di Siracusa accolsero così Matteo Renzi, il giovane premier fresco di nomina che aveva promesso che ogni mercoledì avrebbe visitato un istituto diverso. L’Italia del 6 marzo 2014, Renzi ha 39 anni, è impettito, compiaciuto, Graziano Delrio ride, il renzismo dispiega le sue ali, pronto ad affermarsi per vent’anni almeno, dicono.
Quel giorno Beppe Grillo lo stroncò così sul sacro blog: «Mi ricorda Mussolini e i figli della lupa».
(...)
Giuseppe Conte, in versione chansonnier esistenzialista, sfoderò la chitarra con i malati del Bambin Gesù. Su Twitter pubblicò le immagini di un ragazzino che per strada gli aveva chiesto se sarebbe riuscito a far funzionare l’Italia. Ovviamente sì! E poi, nello slancio - era la stagione di «Giuseppi» populista, socio di Matteo Salvini diffuse il film del suo incontro con gli alunni del Regina Margherita di Trastevere, a Roma. E qui molti genitori insorsero, perché nessuno li aveva avvertiti, né avevano concessa alcuna liberatoria.
guido crosetto giorgia meloni centenario aeronautica militare
Ma intanto il leader si era applaudito da solo. «Vi assumo tutti!», ha detto ieri Giorgia Meloni in versione Top Gun agli alunni di piazza del Popolo che la acclamavano in uno sventolio di tricolori. Il video è stato subito mandato in onda sul profilo Instagram della presidente del Consiglio. E c’è chi ha commentato «poveri bambini ». Ma così hanno fatto tutti, e specialmente gli ultimi capi di governo alle prese col demone dei like. Il bisogno ossessivo di autopromozione, l’impeto a celebrare la saldezza del proprio consenso, ha accentuato il fenomeno. Nel populismo l’io del leader prevale sul noi dei vecchi partiti.
renzi bambini scuola scalea
Così neanche Meloni ha resistito alla tentazione di sottolineare la presunta spontaneità degli scolari. Ma è proprio nella celebrazione che s’annida l’insidia. Infatti c’è chi evoca l’Istituto Luce. E si torna sempre lì: a Lui che prende in braccio «i nuovi italiani».
Un sondaggio, condotto nel 2010 dalla Sapienza tra gli alunni di alcune scuole elementari e medie, rivelò che Silvio Berlusconi era il politico più conosciuto tra i bambini. Non solo era l’inquilino di palazzo Chigi, ma anche lo zio che sapeva raccontare le barzellette più sporche. «Pensate che il signor Berlusconi sia un buon presidente?», chiese agli alunni delle elementari Mariele Ventre dell’Aquila. Sì, risposero quelli. «Allora estenderemo il diritto di voto anche ai bambini sopra i cinque anni», legiferò soddisfatto il Cavaliere. E poi, facendosi complice, aggiunse: «Dite a mamma e papà che il vostro presidente è stato qui».
conte che suona la chitarra davanti ai bambini
Berlusconi aveva la guasconeria di un Alberto Sordi, furberia ribalda, e persino un certo talento spontaneo; di certo è stato il primo che ha suonato la grancassa con spregiudicato cinismo. «Quando ho tempo faccio anche il capo del governo», fece lo spiritoso con quindici bimbi cheospitò a palazzo Grazioli in un’occasione benefica. Ed era in fondo un’amara verità.
«Giorgia Meloni» ha ripetuto il coretto la stessa presidente, cantando con i bambini nell’ebbrezza dell’applauso. Il senso della misura è ormai merce rara. Bisognerebbe ricordarsene perché poi il potere sfiorisce, e le immagini invece rimangono lì ad ammonirci.
MELONI CROSETTO MEME