Giulia Cazzaniga per "la Verità"
giuseppe povia
È risultato positivo al Covid negli scorsi giorni, social e giornali si sono scatenati. Lui, il cantautore Giuseppe Povia, arrivato al successo nel 2005 a Sanremo con I bambini fanno oh - vincerà l'anno dopo con Vorrei avere il becco - osserva divertito, e va al contrattacco. Perché quanto accaduto mette in luce, a suo parere, il cortocircuito del periodo che stiamo vivendo. Da anni i suoi testi fanno discutere: forse il più famoso, tra gli altri, Luca era gay, arrivato secondo sul palco dell'Ariston. Sul Covid, in pochi gli hanno perdonato le sue partecipazioni alle manifestazioni contro il green pass, e l'aver dichiarato di non volersi vaccinare.
giuseppe povia
Povia, come sta innanzitutto?
«Sto bene, altrimenti non avrei io stesso fatto uscire la notizia: l'ho fatto proprio per i tonti del sistema schizofrenico».
Di lei si è letto di tutto, in questi giorni. Dicono lei è un «idolo no vax». Cito un articolo della Stampa: lei sarebbe da anni in prima linea della campagna negazionista. Conferma?
giuseppe povia
«Scemenze. Regalo un milione di euro a chi trova una mia dichiarazione in cui affermo che il Covid non esiste. Così ho scritto sui social: "Regalo un milione di euro a chi trova una mia dichiarazione dove dico che il covid non esiste. Al contrario inviatemi un video di scuse dicendo che siete dei coglioni". Spariti tutti».
I leoni da tastiera sono stati particolarmente crudeli in questi giorni?
«La stragrande maggioranza mi ha augurato il bene, molti altri però mi hanno augurato la morte. E menomale che si diceva "diventeremo tutti più buoni"».
C'è stato chi ha esultato per la sua positività?
«Sì, come se fosse proibito ammalarsi. Dei coglioni, come altro definirli? E tra chi gioiva del mio essermi contagiato c'erano anche medici».
povia
Dei dottori?
«Sì, davvero grave. La colpa è dello Stato che ha una linea sbagliata e mette tutti contro tutti. Ha scatenato la guerra tra vaccinati e non vaccinati».
Il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha scritto in un tweet, parafrasando la sua canzone: «Finché i cretini fanno(eh) Finché i cretini fanno(ah) Finché i cretini fanno "boom" #Povia».
«Cartabellotta è medico anche lui. Il suo darmi del cretino usando un mio testo, e solo qualche minuto dopo che ho fatto uscire la notizia della mia positività, fa paura. È una persona intelligente, anzi lo definirei un intelligente asintomatico».
Che significa?
«È un'intuizione del mio grande amico Gianfranco Amato (avvocato, presidente dell'organizzazione Giuristi per la vita, ndr): l'intelligenza ci sarebbe, ma è asintomatica».
NINO CARTABELLOTTA
Facciamo chiarezza? Povia è negazionista?
«Ho terrore del Covid, ma ancora di più del vaccino».
Non si è vaccinato. La definizione di no vax però sembra starle stretta.
«Sono un "NoCovidvax": è questo il termine corretto, lo voglio precisare. I vaccini nella vita li ho fatti. Questo inizialmente volevo farlo ma ora sono terrorizzato».
povia con bandiera della serenissima sbagliata
Perché?
«Un conoscente è morto 24 ore dopo Pfizer, un altro ha dovuto lottare con una trombosi alla gamba due giorni dopo l'iniezione e ancora non cammina. Giocavamo a pallone la settimana prima, capisce? E poi leggo cose brutte sia da un lato che dall'altro. La libera scelta non è reato».
Povia è allora un complottista?
«I tonti non spiegano mai cosa nego e di quali complotti parlo. Ho scritto il brano La terminologia dei bimbiminkia dedicata a quella stampa che mi attacca ma non entra nel merito, mai. Che cazzo di stampa è?!».
Quante manifestazioni no green pass ha all'attivo?
«Tantissime e con decine di migliaia di persone. Avere il certificato verde significa che puoi contagiare tutti. Una cazzata legale».
POVIA BLASI PANARIELLO CABELLO
Il giorno in cui è risultato positivo stava andando proprio a una manifestazione, vero?
«Sì, avevo febbriciattola e debolezza. E avendo terrore del Covid non sono andato».
Cantare sui palchi delle manifestazioni di protesta, per lei, è un'occasione di business? La pagano? Quanto?
«Chiedo un rimborso spese misero e mi vergogno a dire la cifra. Sono stato spazzato via dal mainstream perché canto anche sulla politica, cose che non sono propriamente allineate al politically correct. La mia è una passione, ha lo scopo di dare a chi mi ascolta una visione in più. Spero sempre di vendere qualche disco, certo, ma il termine business appartiene ad altri. Se dico multinazionali farmaceutiche sono complottista?».
POVIA
Perché è contrario al green pass, in sintesi?
«È un ricatto fantascientifico. Se ti contagi lo stesso a cosa serve?».
Fa spesso tamponi per viaggiare? Come rimedia al fatto di non avere il lasciapassare?
«Mi muovo in macchina, semplice».
Tra gli artisti, tra i suoi colleghi, c'è chi l'ha difesa dagli attacchi in questi giorni?
«Difendere Povia "fascistahh, razzistahhh, gentistahh, omofobohh, novax, notax" (ci tiene che sia scritto con le «h» finali, ndr)? Tutto io sono. Se nomini Povia, ti bruci. Rischi che ti facciano fuori. Paura, eh?».
Ma lei non se ne cura, a quanto pare.
povia con il disco d oro
«L'arte è anche e soprattutto rivoluzione. Cosa è altrimenti? Scrivo canzoni per raccontare, descrivere, emozionare, certo, ma anche per denunciare e stuzzicare la quiete ideologica pubblica».
Una quiete indotta dalla scienza? Dai media?
«La scienza tanto nominata ha un ruolo marginale. Il bene multinazionale supera il bene nazionale e chi decide la comunicazione è il governo: da destra a sinistra sono tutti d'accordo. Vedere sempre gli stessi medici e giornalisti televisivi tutti i giorni recitare la parte è vomitevole. Ridicolo, poi, che anche Facebook per questa mia scelta sul vaccino mi abbia cancellato la pagina storica che aveva milioni di visualizzazioni. Cancellata, capisce?».
povia
Sono ormai anni che si pone «fuori» dal mainstream. Eppure le trasmissioni televisive la cercano. E lei rifiuta sempre. Perché?
«Se mi rispettano come cantautore e mi fanno cantare Liberi di scegliere, in seguito posso far finta di dibattere anche coi tonti, altrimenti perché dovrei?».
In quella canzone canta, tra l'altro, di una «dea Unione Europea che ci vincola e poi si divincola», attacca i politici e afferma che «si arriverà che prima o poi ogni razza si incazza, e diventeremo noi la vera reazione avversa».
«Sono l'unico cantautore sociale e socio-politico in Italia. Lo disse la Rai da subito, quando iniziarono a conoscermi. Ma non sono mai stato di nessuna parrocchia, specie non sto con quei pirla che dicono di essere "de sinistra" (alla romana, ndr) e per questo hanno posti migliori, prime serate, palchi importanti, falce e martello sul petto e conto in banca protetto. A destra, per arte e cultura, non esistono».
RINO MANZAN POVIA
In questi giorni ha sganciato anche un'altra «bomba»: non vado a Sanremo per scelta. Eppure segnò il suo successo.
«Non mi presento da un po'. Sanremo è il governo e al momento non ammetterebbero mai Povia che critica il governo stesso, manco se scrivessi la nuova Imagine (capolavoro di John Lennon, ndr). Me lo hanno detto più volte negli anni passati»
Chi?
«I nomi non li faccio. Ci pensa Dagospia».
Pensa che dalle persone che scendono in piazza per protestare possa nascere un movimento politico, o che occorra una rappresentanza?
POVIA
«Sì, ma a me non interessano i partiti, non ho mai votato e non ci credo. Più arrivi in alto e più ti pieghi a pecora, è storia. Nelle manifestazioni a cui partecipo ci sono medici, ricercatori, avvocati e costituzionalisti che hanno la funzione in primo luogo di informare, termine dimenticato dal mainstream».
Però anche lei fa politica, no?
«Se mi appassiona un tema lo studio e lo traduco in musica. Penso a Chi comanda il mondo, ancora attuale. Nella quale canto che "c'è una dittatura di illusionisti finti, economisti equilibristi, terroristi padroni del mondo, peggio dei nazisti". Che hanno forgiato "tristi arrivisti stacanovisti, illusionisti che ci hanno illuso, con le parole libertà e democrazia, fino a portarci all'apatia".
Ha anche modificato le parole di Bella Ciao, c'è chi non l'ha presa bene anche in questo caso.
POVIA 1
«Bella Ciao è una bella canzone, Italia Ciao è un aggiornamento. C'è poco da incazzarsi, è tutto documentato quel che canto».
Non ha quindi mai pensato di candidarsi?
«Me l'hanno chiesto da destra a sinistra. Gli ho riso in faccia».
In questo caso i nomi li possiamo fare? Chi glielo ha chiesto?
«Lega, 5 stelle, Forza Italia, Fratelli d'Italia e inizialmente anche qualcuno delle frange di estrema sinistra ma anche piccoli partiti e partitelli. Un cantautore non può essere diplomatico altrimenti non è libero. Il mio sogno era diventare un cantautore sociale e si è avverato. Non ci sono regole nell'arte e le dirò ho scoperto un mondo di persone che sono interessate a questo. Se avessi un vero manager».
NINO CARTABELLOTTA DELLA FONDAZIONE GIMBE nino cartabellotta nino cartabellotta FONDAZIONE GIMBE