DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Francesco Rigatelli per "la Stampa"
il virologo fabrizio pregliasco
«La decisione inglese di togliere le misure e la discesa della curva dei contagi italiana autorizzano a pensare che lo stato di emergenza possa essere superato, ma non la campagna vaccinale e il Green Pass».
Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia dell'Università Statale di Milano e direttore sanitario dell'Ospedale Galeazzi, mette qualche paletto «al liberi tutti che si respira in questi giorni».
Cosa pensa della decisione di Boris Johnson?
«Il premier inglese è sempre stato temerario, e lo ha pagato con più morti rispetto all'Italia: se si valuta in proporzione alle diversa età medie dei due Paesi questa è la realtà».
Dunque è ancora presto per togliere tutte le misure?
«Come dico sempre non esiste un manuale di gestione della pandemia e ci possono essere molte valutazioni politiche a riguardo. Spesso non si conta solo la salute, ma l'equilibrio sociale, psicologico ed economico di un popolo. Anche in Italia c'è molta voglia di finirla con le misure e tanti messaggi di questi giorni vengono interpretati come un liberi tutti, mentre ogni giorno è ancora come se cadesse un aereo per i tanti morti che si registrano».
In questo quadro è giusto togliere lo stato di emergenza?
«Sì, ma occorre spiegare che questo comporta una maggiore responsabilizzazione dei cittadini. Bisogna andare per gradi, salvaguardando la vaccinazione, i richiami e preparandoci all'endemizzazione del virus. L'estate magari sarà tranquilla, ma l'inverno prossimo sarà certamente a rischio».
Il Green Pass va mantenuto?
«Anche qui serve prudenza. Il Green Pass non deve durare per sempre, ma almeno fino a giugno sì. Poi si vedrà in base all'andamento epidemiologico».
Tutto questo dipende da se Omicron rimarrà stabile?
«Omicron 2 già esiste e nuove varanti sono possibili. Servono un piano pandemico e una continua sorveglianza per prevenire ogni sorpresa. Omicron non sarà l'ultima delle varianti, ma per fortuna è più probabile che le mutazioni vadano verso un'attenuazione della pericolosità del virus».
Chi farà la quarta dose?
«La gente è stufa e penso sia realistico, salvo emergenze, che la facciano i soggetti fragili, come per l'antinfluenzale».
E il nuovo vaccino Novavax?
«È un ulteriore frutto della ricerca per convincere chi, a torto, teme i vaccini attuali».
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