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    PREMI DELL’ODIO BY SELMA DELL’OLIO - COPPA “PERSONALITÀ SDOPPIATA” AI GIORNALISTI ITALIANI SULLA ROHRWACHER: “BUUU” IN SALA STAMPA, MIELE NEGLI ARTICOLI – CALCI IN CULO ALLA ‘’MADOFFIANA’’ SABINA GUZZANTI


     
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    Anselma Dell’Olio per “Il Foglio

     

    Anselma Dall Olio Anselma Dall Olio

    Targa Sciabèc* a Charlotte Gainsbourg in “Trois coeurs”; passano mesi, anni e continenti e lei è sempre negli stessi stracci: jeans, palandrana nera, camicetta bianca trasparente e brassière nera. Irreperibile in occidente un reggipoppe bianco. (*Cialtrona in biscegliese).

     

    Osella Sedotti e Abbandonati, a Venezia 71. Dopo due film orgasmici (“Birdman”, “She’s Funny That Way”) il concorso n. 1 si è sgonfiato con film decenti o mediocri che provocavano sbadigli, non liti furiose, élan vital di un festival.

    Alba Rohrwacher con la Coppa Volpi Alba Rohrwacher con la Coppa Volpi

     

    Targa Adulatori Nati agli italiani spargimelassa giulivi, per la smisurata moltiplicazione di premi, alla Mostra e in tutto lo Stivale: l’economia è stitica, i premi hanno il corri-corri.

     

    Targa I Don’t Think So a “Good Kill” (Venezia 71) trama manichea architettata per suscitare indignazione morale per i droni Usa in medioriente. Contro i decapitatori con video-vanto in internet, usiamo i guanti bianchi?

     

    Birdman Birdman

    Coppa Split-Personality ai giornalisti in Sala stampa: all’annuncio della Coppa Volpi a Alba Rohrwacher sono esplosi in un boato di “buuuh!”, poi nei pezzi si sdilinquiscono per “l’intensa interpretazione”. Viva l’Italia.

     

    Trofeo Split Decision per “The Cut”; al film sul genocidio armeno si è scissi tra orrore per un massacro realmente accaduto, e pena per l’accademismo didattico di Fatih Akin, turco-tedesco. Meglio che lo uccidano i critici anziché fanatici negazionisti turchi; al confronto il poco amato “La masseria delle allodole” dei Taviani era un capolavoro.

     

    charlotte gainsbourg a venezia charlotte gainsbourg a venezia

    Premio Somari ai cinefili al Lido: agli eventi in onore dei maestri cineasti Frederick Wiseman (premi a schiovere) e Thelma Schoonmaker (da 40 anni montatrice di Scorsese, 3 Oscar) c’erano sparuti festivalieri a omaggiarli. Giovani attori cui si consiglia il doc su Robert Altman rispondono smarriti: “Chi?”.

     

    Premio Ipazia a Luisa Ranieri; alla premiazione, in tunica nera e treccine attorcigliate sul capo, pareva pronta per interpretare la filosofa greca del 300.

     

    Luisa Ranieri Luisa Ranieri

    Premio Pompieri 2 a Alba Rohrwacher in “Hungry Hearts”. Il suo hipster chic spinto so cool (abitino di seta con scarpe basse stringate color valigia e calzini corti, abitino-salopette, blabla) e l’espressione “Son-tanto-fragile- non-farmi-male”, fan venir voglia di appiccarle il fuoco. La titolare è Sofia Coppola, ma non fa l’attrice.

    thelma schoonmaker twitter mirror a venezia thelma schoonmaker twitter mirror a venezia

     

    Pala Six Feet Under a Sabina Guzzanti: dove si sarebbe dovuta seppellire da tempo la Moralista in Capo, sputtanata per sempre dagli investimenti corposi persi con il Madoff dei Parioli che prometteva improbabili interessi alti, débâcle in cui ha trascinato la famiglia. Invece Rosemary’s Baby gira “La trattativa”, sputando fuoco contro l’Amor Nostro e tanti altri, dopo essersi fatto finanziare e distribuire “Bimba” e “Le ragioni dell’aragosta” da Medusa. E Barbera la ospita alla Mostra. Se vedemo a Roma.

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