Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”
MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI - GIORGIA MELONI
Il primo passo del premierato. La commissione Affari costituzionali del Senato ha dato il via libera all'elezione diretta del presidente del Consiglio, approvando l'emendamento presentato dal governo all'articolo 3 del disegno di legge, che è un po'il "cuore" della riforma. Sono state così inserite le modifiche proposte dalla ministra Elisabetta Casellati, dopo le critiche arrivate da molti costituzionalisti, oltre che da tutti i partiti di opposizione, su alcuni punti centrali del testo.
In sintesi, viene previsto un limite di due mandati (elevabile a tre) per il presidente del Consiglio eletto, viene eliminata la soglia del 55% dei seggi come premio di maggioranza e viene introdotta la possibilità per il premier di revocare i ministri. Ma la questione più spinosa, legata allo sbandierato obiettivo della stabilità dei governi, viene rinviata.
maria elisabetta alberti casellati foto di bacco
Nella nuova e più vaga formulazione, infatti, si stabilisce solo che la coalizione vincente debba avere garantita «una maggioranza in ciascuna delle Camere, nel rispetto del principio di rappresentatività». A determinare l'entità del premio, dunque, sarà la futura legge elettorale.
Per questo le opposizioni vorrebbero vederne chiariti i termini contestualmente all'esame del premierato. Ma la ministra Casellati mette le mani avanti: «Non si è mai visto che se ne discuta prima di avere uno scheletro della riforma costituzionale – dice – lo faremo dopo l'approvazione in prima lettura, diversamente avremmo creato dei paletti insormontabili». [...]
GIORGIA MELONI
Casellati non esclude nulla, anche il doppio turno «può essere una delle ipotesi in campo», ma «comporre una legge elettorale non è semplicissimo – spiega – la sto studiando e vedremo quale potrà essere il vestito migliore per questo premierato». Qualcosa in più aggiunge il presidente della commissione Affari costituzionali di FdI, Alberto Balboni, secondo il quale una soluzione plausibile sarebbe «stabilire una soglia minima, del 42 o 43%, che sceglierà il Parlamento», sotto la quale «resta solo il ballottaggio».
Il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, lo vede come un possibile «temperamento alle storture, agli squilibri di questa riforma: il doppio turno non risolverebbe i problemi – dice l'ex premier – ma sicuramente impedirebbe che un numero concentrato di voti, che non sono reale maggioranza del Paese, possa esprimere Parlamento, premio di maggioranza, presidente del Consiglio e via discorrendo».
[...] A proposito di obiettivi, quello fissato da Giorgia Meloni è ottenere il primo via libera dell'Aula di Palazzo Madama entro le elezioni europee dell'8-9 giugno. Secondo Casellati, «i lavori in commissione proseguiranno almeno fino alla fine di questo mese, poi si potrà andare in Aula. Comunque, i tempi li determina sempre la discussione parlamentare». [...]
giorgia meloni alla camera
Va detto che, con l'approvazione dell'emendamento del governo, sono stati automaticamente preclusi centinaia di proposte di modifica presentate dal centrosinistra. E da quella parte non sembra esserci aria di collaborazione. Secondo Andrea Giorgis, senatore del Pd, «questa riforma è dannosa per l'intero Paese, non risolve nessuno dei problemi che dice di voler risolvere, non garantirà stabilità, non garantirà governabilità, l'unico effetto sarà quello di ridurre la partecipazione democratica alla scelta del capo».
giorgia meloni alla camera