Estratto dell’articolo di Emiliano Bernardini per “il Messaggero”
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Chi ha profanato la tomba rubando cinque chili di gioielli di famiglia tra oggetti d'oro e monili è andato a colpo sicuro. Da qui partono le ricerche dei carabinieri del gruppo Cassia che stanno indagando sulla razzia in una tomba del cimitero di Prima Porta. Con l'inchiesta già allargata al nord Italia, dove risiede un componente della famiglia della defunta.
Nessuna pista è esclusa. Ma il sospetto è che dietro il furto di preziosi ci sia una faida familiare. Un sospetto appunto, su cui sono in corso approfondite verifiche. Intanto i fatti: da quanto è stato accertato, i ladri hanno esumato la cassa da morto dell'anziana di origini bosniache, E. H. deceduta nel 2020, dopo averla aperta su un lato, hanno rubato i monili d'oro che i parenti avevano messo all'interno della bara. A far scattare l'allarme è stato uno dei vigilanti di Prima Porta che ha prima allertato i familiari dell'anziana e quindi i carabinieri.
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Un fenomeno tristemente noto perché furti analoghi sono già avvenuti negli anni scorsi. Secondo quanto appreso, l'episodio è avvenuto il 4 gennaio scorso. Nella cassa riposava la salma di una donna di origini bosniache e, secondo quanto raccontato dai parenti ai testimoni, anche oggetti d'oro per un peso di circa 5 chili. L'usanza di tumulare salme con oggetti preziosi è molto diffusa nella comunità rom. I ladri, con ogni probabilità erano al corrente di ciò e hanno quindi agito a colpo sicuro.
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Secondo gli investigatori, nella notte tra il 3 e il 4 gennaio, hanno tirato via la bara dal loculo, dissaldando la cassa zincata in un angolo, riuscendo a tirar via da quel foro tutti gli oggetti preziosi. Secondo la denuncia presentata dai congiunti della defunta ai carabinieri, si tratterebbe di un gruzzolo di cinque chili d'oro e pietre preziose. Ma anche sulla refurtiva, sono ancora in corso accertamenti. I familiari stanno cercando di ricomporre la lista del tesoretto lasciato nel loculo della defunta. […]