Marco Giusti per Dagospia
18 REGALI
Preparate i fazzoletti, perché torna il lacrima movie. Stavolta con due dive della tv come Vittoria Puccini e l’emergentissima Benedetta Porcaroli di Baby. Ricorderete la storia di quella donna che, malata terminale ma incinta, fece 18 regali alla sua bambina non ancora nata, uno per ogni compleanno fino al diciottesimo anno di età. Grande storia, ma come metterla in scena mostrando insieme madre e figlia quando non si sono mai incontrate?
Così, per portarla sullo schermo, in questo ben costruito 18 regali, Francesco Amato, regista di film interessanti come Cosimo e Nicole, Lasciati andare e della fiction tv di successo Imma Tataranni, si inventa assieme ai suoi sceneggiatori, Massimo Gaudioso, Davide Lantieri, Alessio Vincenzotto, un meccanismo fantastico lacrimoso di una certa presa.
18 REGALI
Diciamo che Anna, Benedetta Porcaroli con capelli neri, al suo diciottesimo anno, irrequieta e a stento domata dal padre, Edoardo Leo con i baffi per non sembrare lo stesso Edoardo Leo idraulico gay del film di Ozpetek, proprio la notte che precede il suo compleanno fa la pazza. Esce di casa, beve, e si getta sotto la pioggia contro una macchina. Bum! “Come Gaia e Camilla!” se ne esce un vecchio spettatore fra i 18 vecchi spettatori del Barberini dove ho visto il film.
18 REGALI
Dopo il botto, con suo grande stupore, Anna si accorge di essere finita proprio 18 anni prima, nel 2001, e che è stata messa sotto proprio da sua mamma Elisa, Vittoria Puccini, che se la porta a casa per vedere come sta. Elisa è incinta, ovviamente di lei, ma nello stesso giorno, ahimé, ha saputo di avere un tumore al seno. Anna così sceglie di non rivelarle chi è, ma di osservarla da vicino. Questo nel passato, perché nel presente, nel mondo reale, insomma, si scopre da subito che è in coma all’ospedale…
Con un doppio meccanismo a sorpresa per i due piani temporali, quando svelerà Anna a Elisa chi è?, Anna se la caverà?, il film entra nel vivo solo con questa invenzione da fantasy lacrimoso. Ma funziona, perché le due ragazze, Porcaroli e Puccini, sono bravissime, e il rapporto fra le due, che sappiamo dover diventare di amore materno, è invece costruito come un rapporto di innamoramento. Un innamoramento che, viziato dal fatto che le due sono madre e figlia, lo spettatore vede come naturale. Ma c’è molta malizia, anche non voluta nel rapporto fra le due ragazze, e questo rende il film molto più interessante del previsto. In sala, contro le 1300 copie di Tolo Tolo.
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