DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto da www.lospiffero.it
L’abolizione delle terne segna la fine del “governo autocratico” della Crt e spalanca le porte di via XX Settembre alla politica. La soppressione del meccanismo con il quale finora gli enti designavano i propri rappresentanti, lasciando agli organi della fondazione un ampio margine di discrezionalità nella scelta, consegna alle istituzioni la leva del comando.
Una decisione, quella assunta dai vertici di Palazzo Perrone, che non solo è un’esplicita ammissione del fallimento del modello “ibrido” di governance […], ma diventa il cavallo di Troia della politica per assoggettare ai suoi voleri le fondazioni […]. Tolto il residuo velo dell’ipocrisia […] i tempi sono maturi perché la politica prenda direttamente in mano le redini. E la Crt offre un’occasione inaspettata.
Le vicende recenti che hanno contrassegnato la fondazione torinese non potevano che portare all’esito odierno. La guerra per la presidenza tra Giovanni Quaglia, abbarbicato alla poltrona a dispetto di santi e fanti, e Fabrizio Palenzona, piombato sotto la Mole con la delicatezza di un elefante in cristalleria e con l’aperta ostilità dei principali stakeholder, ha rotto il vaso di Pandora, facendo emergere una parte del sottobosco che da oltre trent’anni prospera nei meandri delle fondazioni.
guido crosetto informativa in senato foto lapresse 4
Il presunto “patto occulto” su cui indaga la magistratura è stato un salto di qualità, con la formalizzazione nero su bianco di accordi “parasociali”, di un andazzo consolidato. Lo schiaffo rifilato a Stefano Lo Russo e ad Alberto Cirio con la bocciatura dei loro candidati, rivendicato come orgogliosa affermazione di autonomia, si è rivelato un grottesco atto di hybris: una mossa autolesionista che, infatti, ora pagheranno con la cessione di sovranità.
ANNA MARIA POGGI - FONDAZIONE CRT
Perché ormai è chiaro che la designazione di Patrizia Polliotto alla carica di segretario generale della Crt ha una precisa matrice politica. Al di là delle capacità (tutte da dimostrare), delle competenze (da accertare) e dall’assenza di conflitti di interessi (da verificare), l’avvocato torinese è emanazione di Guido Crosetto.
Con l’attuale ministro della Difesa e tra i pesi massimi di Fratelli d’Italia, Polliotto intrattiene rapporti ventennali, dai tempi in cui Crosetto era coordinatore di Forza Italia e con il notaio Aldo Scarabosio, senatore e marito di Polliotto, faceva il bello e brutto tempo nel partito berlusconiano.
Così come raccontano che a mettere sul tavolo il suo curriculum per la cooptazione nel Consiglio di indirizzo (contestata dal Mef e poi sanata) sia stato Antonello Monti, il consigliere di amministrazione oggi sotto indagine che con i buoni uffici di Crosetto FdI avrebbe voluto spedire in Compagnia di San Paolo.
Dietro Polliotto c’è sicuramente l’amichettismo sabaudo – sono notori i legami di lunga data con l’attuale presidente di Crt Anna Maria Poggi e con la sua vice Caterina Bima, moglie dell’ex vicepresidente del Csm Michele Vietti – ma si staglia l’imperiosa sagoma del gigante di Marene. Che, guarda caso, dopo essere stato tra i più accesi sostenitori della necessità di commissariare la fondazione avrebbe improvvisamente deposto le armi.
E così, sulla Crt sono (quasi) tutti d’accordo: Giuseppe Guzzetti pur di evitare l’affronto di subire la messa sotto tutela di una delle sue creature […] ingoia il rospo della cancellazione delle terne, la giurista ciellina salva la poltrona, Crosetto piazza una sua fedelissima e Giancarlo Giorgetti […] può contare su un bancomat da utilizzare nelle prossime operazioni, a partire dal collocamento del 14% di Poste. E Cirio e Lo Russo? Saranno accontentati, si mormora, nel prossimo cda: Enzo Ghigo e Gianfranco Morgando, defenestrati dal Cdi entreranno dal portone principale.
giuseppe guzzettiGUIDO CROSETTO IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI Patrizia Polliottogiovanni quaglia Patrizia Polliotto
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