Andrea Bassi per “il Messaggero”
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Dubbi ce ne sono pochi. Di fronte alla scelta «pace o condizionatori», con le immagini atroci che arrivano dal fronte ucraino, nessuno sceglierebbe probabilmente il benessere climatico nella propria abitazione. Ma la domanda da porsi è un'altra.
Dietro le parole pronunciate in modo quasi stizzito da Mario Draghi, c'è un piano del governo? Di sicuro c'è l'indicazione di una direzione di marcia. L'Italia, pur senza dichiarare formalmente lo stato di emergenza energetico, ha iniziato ad attuare tutte le misure previste dal livello di massima allerta.
luce gas
Sono dieci in tutto, ordinatamente elencate in un allegato di un decreto ministeriale del 2019. La «definizione di nuove soglie di temperatura» è la numero quattro. Ieri in Parlamento, dove è in discussione il decreto energia del governo, è stato approvato un emendamento che di fatto attua questa disposizione almeno nella Pubblica amministrazione. Dal primo maggio di quest' anno fino al 31 marzo del prossimo anno, la temperatura dei riscaldamenti non potrà superare i 19 gradi centigradi, con una tolleranza di più o meno due gradi.
In pratica un grado in meno di oggi. Lo stesso vale per i condizionatori. La temperatura non potrà essere impostata su valori inferiori ai 27 gradi centigradi in estate, sempre con una tolleranza di due gradi. I dipendenti pubblici saranno i primi a dover affrontare un po' più di caldo nei loro uffici. E le famiglie? Il discorso è più complesso. Partiamo dall'estate, dai condizionatori. Si può stabilire, come per il pubblico, che la temperatura non debba superare i 27 gradi.
mario draghi.
Ma poi chi controllerebbe? Sarebbe una regola scritta sull'acqua. Non solo. La riduzione di un solo grado di temperatura non farebbe poi risparmiare tanto. Se oltre ai condizionatori l'abbassamento riguardasse anche i frigoriferi e le celle di raffreddamento, con un grado in meno si potrebbe risparmiare 1 Gigawattora di elettricità sui 50-60 che si consumano in estate. Tradurre in metri cubi di gas questo risparmio è difficile, perché dipende anche da quante energia nucleare importeremo dalla Francia e quanta acqua ci sarà nei bacini per far funzionare le centrali idroelettriche.
Ci sarebbe un'altra soluzione che il governo potrebbe valutare, tecnicamente possibile grazie ai contatori elettronici: razionare il consumo di energia. Per esempio garantire a tutti 3 kilowattora di potenza, riducendo l'erogazione a chi ha contratti per potenze superiori. La difficoltà è sapere però, cosa ci si fa con quell'energia.
VLADIMIR PUTIN E IL GAS
Magari ci può essere attaccata qualche macchina salva vita. La verità, come ha spiegato lo stesso Draghi, è che l'estate non è un problema. Anche senza gas russo fino a ottobre ci si arriva.
LA SFIDA Il problema è l'inverno. Più che a temere il caldo dobbiamo prepararci a soffrire il freddo. Dei 76 miliardi di metri cubi di gas che ogni anno utilizziamo, il 45% è per uso domestico. Termosifoni e acqua calda soprattutto, e per una piccola parte fornelli. E i consumi si concentrano soprattutto nella brutta stagione.
Per capire, in una giornata molto fredda d'inverno, il consumo domestico di gas è di 400 milioni di metri cubi. In una giornata calda d'estate non si arriva a 100 milioni. Ridurre le temperature dei termosifoni e razionare le docce d'inverno avrebbe sicuramente un effetto sull'import di gas. Ma in questo caso l'unica cosa da fare, tolti condomini e strutture pubbliche e private, sarebbe affidarsi all'autoregolazione dei cittadini. Contando che tra il caldo di casa e la pace, scelgano quest' ultima.
2 - DAVIDE TABARELLI
EUROPA E IL GAS - I FORNITORI
Rosaria Amato per “la Repubblica”
«Un grado in meno per riscaldamenti e condizionatori di case e uffici vale un miliardo di metri cubi di gas, noi dalla Russia ne prendiamo 29». Però la misura appena adottata, rileva Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, per quanto insufficiente a far fronte all'emergenza, ha un pregio: «È un primo segnale che bisogna intervenire sulla domanda».
Quindi non ci sono alternative al razionamento?
«No. O lo facciamo noi o ci pensa la recessione».
Ma intervenire sulla domanda basterà?
«No. Noi abbiamo calcolato che se si spengono del tutto i condizionatori delle famiglie si risparmiano 10 miliardi di metri cubi. Se si spengono i riscaldamenti se ne risparmiano 20, ma è una tragedia, una sconfitta anche umana: la nostra economia si caratterizza anche per il primato di consentire alle persone di avere case riscaldate e bollette pagabili, non come quelle che ci sono arrivate ultimamente».
gas americano 1
Su cos' altro bisognerà agire?
«Il grosso dell'energia viene consumato da industria, servizi e trasporti: è lì che bisognerà razionare davvero. Ne soffriremo, ma non quanto stanno soffrendo gli ucraini che stanno sotto le bombe».
Faremo in tempo a riattivare la nostra produzione di gas e accelerare con le rinnovabili?
«Ben vengano le rinnovabili, ma nel breve non potranno darci molto. Quanto alla nostra produzione di gas, e quella di Paesi che ne hanno grande disponibilità come l'Olanda, i tempi sono lunghi perché servono infrastrutture gigantesche. È stato un errore fermare la produzione. E l'Europarlamento, che chiede ora l'embargo totale contro la Russia, ha una maggioranza di partiti che hanno lottato contro le trivelle, fra cui quello del ministro degli Esteri Di Maio, e spinto perché si abbandonasse l'estrazione di gas nei Paesi Ue».
GASDOTTI RUSSI davide tabarelli