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    PRESENTATO ALLA CORTE EUROPEA IL RICORSO DEL BANANA: LA LEGGE SEVERINO NON PUÒ ESSERE APPLICATA IN MODO RETROATTIVO


     
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    Guido Ruotolo per La Stampa.it

    berlu in tribunaleberlu in tribunale RICORSO DI BERLUSCONIRICORSO DI BERLUSCONI

    È stato consegnato alla Giunta delle elezioni del senato il ricorso di Berlusconi alla Corte europea dei diritti dell'Uomo. Il documento, di 33 pagine, fa riferimento all'articolo 7 della convenzione europea («Nulla poene sine lege») spiegando che la legge Severino non può essere applicata in modo retroattivo.

    Mentre si rincorrono le voci su una possibile grazia - sempre che Berlusconi o un suo familiare presentino la domanda - che il Capo dello Stato potrebbe concedere a Silvio Berlusconi, ma solo per quanto riguarda la pena principale da scontare, i dodici mesi residui (dopo che tre anni sono stati indultati), gli occhi continuano a essere puntati sulla Giunta delle elezioni del Senato, che è convocata lunedì alle 15,30 per sentire il relatore Andrea Augello sulla questione all'ordine del giorno: la decadenza del senatore Silvio Berlusconi.

    Componenti della Giunta fanno notare, a proposito di atti di clemenza individuali o collettivi - grazia, amnistia o indulto - che secondo la legge Severino, articolo 15 comma 3, «la sentenza di riabilitazione è l'unica causa di estinzione anticipata dell'incandidabilità. La riabilitazione è concessa quando siano decorsi almeno tre anni dal giorno in cui la pena principale sia stata eseguita».

    RICORSO DI BERLUSCONIRICORSO DI BERLUSCONI Andrea AugelloAndrea Augello Luciano ViolanteLuciano Violante

    Dunque, la Giunta è in questa fase l'unico «tribunale» che può decidere le sorti (politiche) di Silvio Berlusconi. A proposito della decadenza da senatore che farebbe venire meno «l'agibilità politica» del leader del Pdl, Luciano Violante vi ha fatto un implicito riferimento l'altra sera al dibattito a Grottaglie, ricordando il detenuto «Antonio Gramsci».
    La Giunta delle elezioni, nell'Ufficio di Presidenza di lunedì scorso, ha deciso di non decidere, di navigare a vista sul calendario dei suoi lavori.

    Gli ultimatum lanciati da falchi e colombe del Pdl, ossia che se la Giunta deciderà per la decadenza sarà crisi di governo, ormai non fanno più presa. Non solo. Ma se fino a ieri sembrava che il Pd - che ha sempre espresso una posizione molto determinata sulla decadenza e sui tempi rapidi per proclamarla - in realtà stesse lavorando per «allungare» i tempi del voto dell'Aula di Palazzo Madama fino a dopo il 15 ottobre, per evitare così il rischio di elezioni a novembre, oggi la situazione sembra cambiata.
    A conti fatti, si vuole arrivare in Aula nella settimana precedente la fatidica data del 15 ottobre.

     

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