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    “VI PARE POSSIBILE CHE LE AZIENDE RESTINO CHIUSE E CHE INVECE SI GIOCHI A PALLONE?” IL PRESIDENTE DEL GENOA ENRICO PREZIOSI FISCHIA LA FINE DEL CAMPIONATO: “LA SERIE A PUÒ ESSERE ANNULLATA. LA GENTE NON È NELLO STATO D' ANIMO GIUSTO. PLAYOFF E PLAYOUT? LE REGOLE NON SI CAMBIANO IN CORSA – LA GIOCHI PREZIOSI? DOVEVAMO ANDARE IN BORSA AD APRILE, ORA È TUTTO FERMO: UN DISASTRO DIFFICILE DA QUANTIFICARE"


     
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    Andrea Schiappapietra per “la Stampa”

     

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    «Ho 72 anni e pensavo fosse arrivato il momento di capitalizzare, entrando in Borsa, 44 anni di attività da imprenditore. Quello che sta accadendo non è un colpo mortale ma è un colpo durissimo. Però, nonostante tutto sono sereno: non sono uno che si arrende. Sono pronto a ricominciare, sapendo che ci sarà da lavorare anche più di prima».

     

    Enrico Preziosi, presidente del Genoa, vive a Desenzano, nella provincia di Brescia, zona rossa dell' emergenza coronavirus. «Sono in casa. E l' unico rumore che si sente dalle finestre arriva dalle sirene delle ambulanze. Terribile».

     

    In Cina ci sono molte delle sue attività: si aspettava che l' epidemia potesse arrivare anche in Italia?

    «Francamente no, almeno non così. In Cina avevamo le nostre fabbriche chiuse durante la quarantena e nei mesi scorsi la preoccupazione principale era legata alla produzione bloccata. Tutti abbiamo sottovalutato la situazione, compresi i nostri governanti».

     

    preziosi preziosi

    Cosa succede alla Giochi Preziosi? Riuscirà a reggere quest' urto?

    «Dovevamo andare in Borsa ad aprile, ora è tutto fermo: un disastro difficile da quantificare. In questo momento abbiamo 450 negozi chiusi, il mio primo pensiero è per i dipendenti: prima di tutto bisogna salvare il loro posto di lavoro, lavoreremo per questo».

     

    Dal governo sono arrivati segnali incoraggianti?

    «Nessun provvedimento è stato preso per le medie e grandi aziende. Servono interventi forti. Il rischio è di perdere 300 o 400 milioni di euro di fatturato. Finora ci hanno solo spostato di quattro giorni la scadenza per il pagamento dei contributi: una barzelletta. Bisogna pensare prima di tutto a salvare i posti di lavoro. Bisogna aiutare i più deboli, chi non riesce a fare la spesa. Pensare a chi non c' è più, ai famigliari».

     

    Quanto conta l' Europa?

    «Tanto. O interviene o è finita. Ha ragione Mario Draghi, se non si stampa denaro non ci si rialzerà più. Servono interventi molto forti per evitare il crollo».

     

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    Il calcio è tra le priorità o è difficile parlarne adesso?

    «Non è una priorità, ma se ne deve parlare. Perché è un' azienda ed è in difficoltà, come tutto il resto. Bisognerà restare fermi fino al 3 maggio, non so cosa accadrà. In questo momento conta la salute delle persone. La gente non è nello stato d' animo giusto per parlare di calcio, non si può gioire per il calcio davanti a una simile tragedia».

     

    Conferma di escludere playoff e playout?

    «Certo. Le regole non si cambiano in corsa. E il Genoa non ha alcun vantaggio dallo stop del campionato. Eravamo una delle squadre più in forma, sono sicuro che avremmo scalato la classifica arrivando a metà. Grande merito al mister Davide Nicola, che ha dato un' identità forte a questa squadra. E a gennaio abbiamo fatto acquisti importanti, come Masiello, Perin, Soumaoro e Behrami».

     

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    Che cosa può accadere al campionato?

    «Può essere annullato oppure si troveranno altre soluzioni, prima di tutto conta la salute. Bisognerà tornare alla normalità, poi si potrà pensare alle partite di calcio. Vi pare possibile che le aziende restino chiuse e che invece si giochi a pallone?».

     

    Che cosa pensa del taglio degli stipendi dei giocatori?

    ENRICO PREZIOSI THIAGO MOTTA ENRICO PREZIOSI THIAGO MOTTA

    «I salari sono legati alle prestazioni, una soluzione si troverà. La Juventus si è spinta avanti, penso che ci si dovrebbe muovere tutti insieme per trovare un' intesa comune. Qualcosa i giocatori dovranno concedere, se si pensa che la cassa integrazione di un lavoratore è di 800 euro e qui invece si parla di ingaggi milionari».

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