Rocco Cotroneo per ''Corriere Innovazione - Corriere della Sera''
orkut social network
La prima volta tecnologica non si scorda mai. Il nonno vide nascere la radio, papà la televisione, la mia generazione il personal computer. Poi c' è la novità nel posto che non ti aspetti, e nulla mi colpì tanto come la prima banda larga Internet, appena sbarcato in Brasile. Marzo 1999: arrivò in casa insieme al cavo della tv. In quei giorni in Italia era ancora la norma il dial-up con il lamento del modem che faceva la telefonata; qui al Corriere i giornalisti ancora non avevano Internet, quindi nemmeno la posta elettronica. Digital divide, al contrario di come uno se l' immagina. Quando pochi mesi dopo dalla Silicon Valley arrivò Google mi sembrava di giocare sporco nei confronti dei colleghi in Italia. E l' archivio di carta divenne presto inutile.
orkut social network
Breve premessa, nemmeno troppo fuori tema, perché sin d' allora la velocità di adeguamento del Brasile a tutte le invenzioni che hanno sia smaterializzato (per esempio dal contante alle carte), sia disintermediato (AirBnb, Uber, ecc) è sempre stata assai sostenuta.
L' obiezione che il fenomeno abbia interessato solo una élite, in un Paese noto per le sue grandi disparità sociali, è vera solo fino a certo punto. Certo, eravamo in pochi ad avere il primo megabyte via coassiale di fine Novecento, ma l' abbandono del contante o la passione per i social network ai quali ho assistito sono stati e sono del tutto interclassisti. Prima che nascesse Facebook, le favelas di San Paolo erano già piene di cybercafé affollati per la passione social dell' epoca. Si chiamava Orkut e morì proprio per l' eccesso di entusiasmo brasileiro.
brasile e tecnologia
Quando la lingua dominante all' 80 per cento divenne il portoghese, il resto del mondo comprensibilmente lo abbandonò e l' invenzione ante litteram di un genietto turco (start up comprata da Google) andò a fondo. Erano gli stessi anni nei quali il presidente Lula divenne famoso nel mondo per la sua campagna contro la fame. Il progetto Borsa Famiglia offre una manciata di denaro al mese alle famiglie più miserabili in cambio della frequenza scolastica e delle vaccinazioni ai bambini. Tutto il sistema, sin dal 2003, è regolato da una carta magnetica. Così come il voto è elettronico al 100% già dal 1994.
Altro elenco di cose e servizi che ho visto arrivare prima in Brasile che in Italia: le macchinette alle casse dei supermercati che compilavano l' assegno da sole (queste sono scomparse), la dichiarazione dei redditi per via telematica, la banca online facile da usare e senza chiavi inestricabili, lo smartphone che paga tutte le fatture e bollette leggendo un codice a barre universale (da noi si litiga ancora con Mav e F24, e i bollettini postali non moriranno mai), l' acquisto da casa di biglietti per concerti e film, e soprattutto l' ubiquità delle carte di credito (tutte) e il diritto a usarle anche per pagare un caffè, senza le lagne dell' esercente sull' esosità delle commissioni.
bolsa familia
Cosa ha portato un Paese come il Brasile a essere così rapido, prendiamo il caso più evidente, nella quasi scomparsa del contante? Il ristoratore di San Paolo apre la cassa a fine serata e non trova manco una moneta, nessuno ha tirato fuori soldi, nemmeno per le mance. «Sa cosa significa questo, vero? Il fisco festeggia, noi un po' meno...». Tutti hanno pagato attraverso un lettore wireless delle carte, che ciascun cameriere porta in tasca. Le cause principali del cashless così diffuso non sono però nobili come l' onestà fiscale.
bolsa familia
Le ripercorriamo con chi vive da queste parti da più tempo: «È una società che vive a debito e a rate, tutto si può pagare nel tempo, la propensione al risparmio è minima, da cui la diffusione delle carte di plastica. È un Paese ancora traumatizzato dall' iperinflazione del secolo scorso, per cui più tardi si paga meglio è. Infine è una cultura dell' ognuno per sè. Niente conti alla romana: io pago le mie due birre e la polpetta, tu quello che hai mangiato tu».
Se a Milano provi a pagare un conto con cinque carte di credito e due Bancomat il proprietario chiama i carabinieri. A San Paolo, Rio o qualunque angolo dell' Amazzonia è la cosa più normale del mondo.
nota fiscal paulista
Ma torniamo ai vantaggi per le casse pubbliche. Aver reso obbligatorio il collegamento telematico al fisco di ogni esercente dello stato di San Paolo (una nazione dentro il Brasile, con 45 milioni di abitanti) ha reso possibile la nascita di un sistema di ricevute dei pagamenti praticamente ineludibile. Ad ogni pagamento sopra una certa soglia, il cliente di un negozio chiede la registrazione dell' acquisto con il proprio codice fiscale.
aeroporti brasiliani
In cambio ottiene la Nota fiscal paulista, che ogni anno dà diritto a rimborsi e persino a una lotteria. È il sistema che tiene in memoria tutto: una volta all' anno il contribuente riceve a casa il rimborso creato dalle deduzioni e se è pure fortunato il premio del fisco. Inutile dire che a San Paolo l' esercente non può rifiutarsi di fare la ricevuta, non foss' altro perché nessun acquirente vi rinuncia, visti i vantaggi. È la stessa cassiera che chiede, di default: desidera la Nota fiscal?
Non dubito che debba esistere qualche ostacolo insormontabile per cui un sistema così semplice e micidiale di lotta all' evasione fiscale non sia facilmente importabile in un Paese del Primo Mondo come il nostro. Ma è la stessa domanda che mi si strozza in gola quando sono in fila alle Poste (italiane).
tecnologia in brasile