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beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2
Beppe Grillo è venuto a Roma solo per placare gli animi dei rumoreggianti 5 Stelle? Sì e no. Prima di mettersi in viaggio, il Fondatore/Elevato si è assicurato che il suo pupillo per mancanza d'alternative, Luigi Di Maio, fosse ben lontano da Roma, impelagato in Libia in una partita più grande di lui. Il vero obiettivo di Beppe era di incontrare i parlamentari senza che ci fosse il capo politico, per avere opinioni non edulcorate del suo operato.
Anche lui, come molti nel Movimento, è rimasto deluso dalla lista dei ''facilitatori'', che gli è stata proposta già bloccata con nomi inseriti solo da Di Maio e Casaleggio. La rivolta delle correnti rimaste fuori è stata ascoltata da Grillo con attenzione, e non repressa come in passato.
grillo di maio casaleggio
Anche l'incontro con inchino di Conte è una novità. Durante il governo con l'odiato Salvini, Grillo lo aveva cortesemente ignorato. Per lui, l'avvocato degli italiani era serviva soprattutto come mediatore tra i due dioscuri, e i contatti diretti erano rarissimi. Ora le cose sono cambiate, Giuseppi è diventato un interlocutore e i due si sentono al telefono.
Ovviamente, c'entra anche il fatto che, mentre l'anno scorso Grillo il governo non voleva farlo, stavolta è lui ad aver dato l'ok al Conte-2, e il premier gli è riconoscente. Tanto da aver dedicato proprio a lui quella frase da perfetto trasformista (''Il mio cuore batte a sinistra'') pronunciata ieri sera sulla poltroncina di Floris. Lui che nel suo discorso al Parlamento si definiva ''sovranista'' ora dice che ''ovviamente alla Lega preferisco il Pd''.
beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1
D'altronde la sua debolezza resta la sua forza: Conte è premier grazie alla protezione di Mattarella, e con questa maggioranza non ci sono alternative per Palazzo Chigi. È talmente debole da essere insostituibile.
Sulla faccenda Lannutti, invece, il comico voleva farlo fuori già all'epoca del famigerato post su Twitter che rilanciava i Protocolli dei Savi di Sion, quindi figuriamoci quanto lo sostiene per la Commissione sulle banche.
GRILLO COMMENTA DI MAIO SULLA COPERTINA DI FORBES
A proposito di parlamentari da cacciare: Paragone ha già detto che se lo mandano via non torna a fare il giornalista ma va nel gruppo misto.
Insomma, dopo aver risolto un po' di grane minori, resta sempre l'elefante nella stanza grillina: Beppe vuole che Luigi scelga tra il fare il capo politico e il fare il ministro degli Esteri. Vi abbiamo detto di come si è sincerato che Di Maio fosse oltre confine, prima di partire per Roma.
La scusa è doppia: da una parte poteva essere libero di parlare con i suoi oppositori interni, dall'altra può rinfacciargli il suo doppio ruolo: vedi, io vengo a Roma per questioni politiche, sto con Casaleggio e incontro Conte, e tu, capo politico, non ci sei. Vedi che i due ruoli non possono coesistere?
luigi di maio elio lannutti
Tutto giusto, ma Giggino ha la stessa forza di Conte: un'alternativa, al momento, non c'è. E così lui tirerà la corda finché non l'avrà spezzata, tenendosi tutto perché in politica chi molla un centimetro, magari per fare un beau geste, è perduto…
di maio e paragone luigi di maio elio lannutti