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    PRIMA POSITIVI, POI NEGATIVI: SMS PAZZI AI PAZIENTI IN ATTESA DELL’ESITO DEL TAMPONE. SCOPPIA IL CAOS ALLA ASL ROMA 6 CHE PROVA A SCUSARSI (SENZA RIUSCIRCI) - L’AZIENDA SANITARIA AFFIDA A FACEBOOK LA COMUNICAZIONE DI QUEL CHE STA FACENDO. TRA LE INIZIATIVE UNA TASK FORCE DI 50 PERSONE - "I TECNICI INFORMATICI STANNO LAVORANDO ININTERROTTAMENTE PER IL RIPRISTINO DEL SISTEMA"

     


     
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    Umberto RAPETTO per https://www.infosec.news/

     

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    La scritta “ATTENZIONE” tra una doppia coppia di punti esclamativi e la dizione “COMUNICAZIONE URGENTE” introducono la prospettazione delle azioni intraprese per gestire la drammatica situazione generata dall’inoltro dei messaggi “sballati” che hanno mandato in crisi tanti pazienti in attesa dell’esito del tampone.

     

    Se si esamina con diligente cura il volenteroso tentativo di placare gli animi si fanno una serie di scoperte senza dubbio interessanti.

     

    Si legge, infatti di due gravi situazioni concomitanti. In primo luogo le “problematiche nei sistemi informatici che da giorni hanno bloccato la visualizzazione dei referti dei tamponi rapidi e molecolari dei nostri laboratori sul portale regionale”. E poi il “successivo guasto al programma di messaggistica massiva che ha causato errore nella trasmissione degli esiti”.

     

     

    Cominciamo con il prendere atto che la paralisi del sistema di visualizzazione è durata più giorni in un contesto in cui inconvenienti non ce ne dovrebbero essere mai o quasi.

     

    Poi dobbiamo constatare il “successivo guasto” che ha mandato in tilt la procedura di trasmissione degli esiti nell’approssimativo rispetto del bizzarro criterio che chi era positivo risultava negativo e viceversa, moderna applicazione del borbonico “facite ammuìna”. Sarebbe la cosiddetta “CRITICITA’ TRASMISSIONE REFERTI” che si legge nella comunicazione diramata online.

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    La ASL ha ritenuto di rendere note le azioni intraprese dopo questa brutta figura, fastidiosa per l’immagine dell’Ente, drammatica per i destinatari di una errata segnalazione.

     

    Tra le iniziative l’attivazione di “una task force di 50 persone per la gestione delle criticità”. La dichiarazione di efficiente reattività, però, innesca qualche dubbio e su Facebook (ormai teatro della querelle) qualcuno si chiede dove e come siano state trovate queste risorse soprattutto in considerazione del periodo di feste in corso.

     

     

    La curiosità è legittima. Lo è ancor più se si legge diligentemente quel che scrive la ASL Roma 6 e si scopre che sono anche state trovate anche 15 persone “per rispondere via mail ai cittadini inviando il file del referto e gestendo gli invii degli esiti pregressi alla data del 4 gennaio”, è stato pure istituito un gruppo di entità non esplicitata “per la tempestiva trasmissione via mail dei tamponi antigenici eseguiti a partire dal 5 gennaio”, è stato riforzato il SISP aziendale “che con una squadra dedicata di n. 30 operatori contatterà tutti i pazienti positivi fornendo le adeguate indicazioni”.

     

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    Scorrendo i tanti commenti sul social network si scoprono cose interessanti come il caso di chi è stato chiamato per un tampone ufficialmente eseguito il 2 gennaio ma non corrispondente alla realtà.

     

     

    C’è anche chi ha ricevuto l’esito di un tampone mai eseguito per “impossibilità geografica” visto e considerato che l’interessata non era nella sua città in quei giorni.

     

     

    La constatazione empirica non rassicura e lascia comprensibilmente confusi i cittadini autorizzati a domandarsi cosa sia accaduto e cosa stia succedendo.

     

    Rassicura, ma certo non basta, leggere in chiusura di comunicazione che “contestualmente i tecnici informatici stanno lavorando ininterrottamente per il ripristino del sistema”.

     

    Ad esser precisi quella frase non rassicura affatto. Il ripristino del sistema (se ancora ci lavorano) probabilmente non sarebbe ancora avvenuto e quindi la fine dei disservizi potrebbe non essere dietro l’angolo.

     

    Nel frattempo si incunea il dubbio che certi problemi possano aver luogo anche altrove e incrociare le dita potrebbe non bastare.

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