Luca Telese per “la Verità”
giorgia meloni
«Trasformista!», «No, liberale!», alla fine vince la web -rabbia, e la Rai manda in onda il duello Meloni-Verdini dopo averlo cancellato. «Questo referendum avvantaggia i trasformisti, ci vuole il vincolo di mandato!», dice Giorgia Meloni. «Non è vero, la possibilità di cambiare idea è un diritto liberale!», ribatte Denis Verdini. Attacco, contrattacco, scintille. Ma il duello finisce nel freezer per due giorni diventando - ancora una volta - un caso di scuola, nella storia della campagna televisiva più combattuta della storia d' Italia dal 1994 a oggi.
Questi i fatti per chi era rimasto al sospetto di censura, quando sabato la Rai aveva comunicato a Giorgia Meloni che il suo duello tv con Verdini non sarebbe stato trasmesso. Motivo? La mancanza di spazio in palinsesto, poi incredibilmente recuperata dopo le polemiche. A viale Mazzini, in sole 48 ore nasce il caso della puntata registrata -cancellata -mandata in onda, con uno dei voltafaccia più sorprendenti e veloci mai visti nella storia del servizio pubblico.
RENZI VERDINI
Riassunto delle puntate precedenti. La leader di Fratelli d' Italia, mai invitata fino ad oggi a nessuno dei confronti, era finita incasellata, dagli stessi pianificatori dei palinsesti del Tg2, in un faccia a faccia con il leader di Ala. Pane per i denti della Meloni, che sulla polemica contro il tradimento elettorale si batte da anni: «Prendono i voti a destra - è il suo tormentone - e poi sostengono Renzi».
Come vedremo, questo tema diventa presto il punto centrale dello scontro - peraltro molto britannico - con Verdini. In studio la leader di Fratelli d' Italia ha l' impressione che qualcosa non vada, quando dalla regia la invitano a ripetere integralmente una delle risposte polemiche (proprio su questo tema) perché - le dicono - il microfono non funziona.
SANTANCHE VERDINI MELONI
Un errore tecnico è sempre possibile. E infatti la Meloni pazientemente ripete. Poi, dopo aver finito tutto, l' annuncio a sorpresa: «Abbiamo troppi confronti, per uno non c' è spazio, abbiamo sorteggiato il suo». E dire che le regole del confronto organizzato dal Tg2, diversamente da quelle dei normali talk, sono piane e dritte: nessuna sovrapposizione, domanda e risposta.
Tuttavia nello scambio di battute con Verdini il nodo del «voltagabbana» - non felicissimo presso gli elettori di destra e di sinistra emerge nella discussione in studio. Ovviamente è la Meloni a sollevarlo: «Dove ci sono realmente dei senati delle autonomie, i senatori quando vengono eletti hanno un vincolo di mandato, rispondono agli elettori, come per esempio in Germania alla regione o Land che ce li ha mandati». Aggiunge la leader di Fdi: «In questo caso, con la riforma, non è così! I senatori risponderanno ai partiti», attacca «e questa è la ragione per la quale non riusciranno a rappresentare le autonomie. Dopo di che il tema del vincono di mandato del parlamentare è uno dei grandi temi che questa riforma avrebbe dovuto risolvere».
VERDINI
Affondo finale dell' ex ministra: «In Italia non c' è stata assenza di governabilità perché ci sono due camere. C' è stata assenza di governabilità perché è consentito a un parlamentare di farsi eleggere in una metà campo e poi, per interessi spesso assolutamente personali, passare con l' altra metà campo facendo cadere i governi».
Interessi personali, trasformismo, opportunismo. Verdini non ci sta: «Sulla questione del vincolo di mandato adesso ricordato dalla mia collega Meloni», dice, «è una lunga storia. Una lunga storia a tutela della libertà individuale che dicono, invece, può essere anche quella della strumentalità, ma che dicono tutti quanti... essere un elemento fondamentale in particolare in presenza di certi tipi di legge elettorale. Rinunciarci», conclude Verdini, <sembra sbagliato!». Il leader di Ala si difende con la consueta abilità dialettica, ma non si difende bene.
SALVINI MELONI TOTI
Mentre gli spin doctor di Renzi dicono che per vincere servono 4 milioni di voti di destra, l' immagine plastica del duello non è quella della sfida vecchio -nuovo. E così arriva la notizia del sorteggio. La Meloni ha anche altri dubbi: «Vedo che nei duelli con il Sì non ci sono mai donne, o giovani, pochi esponenti del centrodestra».
Il Fatto quotidiano spara la notizia in prima pagina (La Verità il lunedì non è in edicola), il web ribolle, alla fine la Rai cambia linea e trova lo spazio in extremis, ieri sera, alle 21.00. La Meloni però non molla, e annuncia in ogni caso una interrogazione sul caso: «Sono lieta del cambio di linea. Mi chiedo tuttavia che fine abbia fatto il "sorteggio" della Rai con il quale avevano cancellato l' intervista. Come mai», si chiede la leader di Fdi, «ora non vale più? E lo chiederemo anche nelle sedi istituzionali».
MARCHINI BACIA LA MANO ALLA MELONI
Morale della favola. Nel tempo dei social network anche «la cattiva maestra televisione» (Popper), un tempo monarca assoluta, si deve inchinare alla nuova regina dei tempi, la rabbia della rete.