legittima difesa
Grazia Longo per ''La Stampa''
No al far west, sì al diritto di difendersi sempre: non ci sarà bisogno di un' aggressione concreta, basterà la sempre minaccia. La legittima difesa è una spina nel fianco del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Perché, nonostante le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte sulla «necessità di potenziarla», spetta a lui il delicato compito di conciliare le istanze delle due anime del governo, quella leghista e quella pentastellata. Si registrano in media una decina di casi all' anno che, nel 90 per cento dei casi, si concludono con una assoluzione.
Ma l' iter processuale è spesso lungo. E nelle prossime settimane, insieme ai suoi più fidati collaboratori, Bonafede provvederà a un delicato lavoro di taglia e cuci per integrare le indicazioni più caute del M5S, a cui appartiene, con quelle più agguerrite della Lega. «No al far west - ribadisce il Guardasigilli - e quindi il principio di proporzionalità rimarrà, ma è evidente che ci sono zone d' ombra da superare».
LEGITTIMA DIFESA
Le intenzioni dell' intruso
Il problema è quello di definire che cosa s' intenda esattamente per zone d' ombra. Il ministro non lo dice esplicitamente, ma da via Arenula confermano che le zone grigie da sfumare siano legate ai dubbi relativi alle reali intenzioni di un intruso in una casa o in un luogo di lavoro e al fatto se costui sia o no armato.
«In ogni caso va garantita la legittima difesa di chi subisce un' aggressione o una minaccia» sottolinea Bonafede.
Considerazione che, come spiegano dal dicastero, significa che se una persona incappucciata si introduce in un appartamento o in ambiente di lavoro in piena notte con atteggiamento minaccioso, si potrà reagire sparando anche se non si è certi che l' intruso sia armato senza incorrere nel rischio di una condanna per omicidio. Un punto a favore della Lega, quindi, che ha fatto di questa possibilità il suo cavallo di battaglia per riformare l' articolo 52 del codice penale. Proposta che è stata tuttavia bocciata dal Parlamento e che ora invece potrebbe essere accolta.
LUIGI DI MAIO ALFONSO BONAFEDE
La linea perseguita ora sembra infatti quella di assecondare il principio della legittima difesa sempre garantita. Ma c' è un ma, e neppure di poco conto. Riguarda le indicazioni provenienti dal M5S per cui non si può mettere in crisi la discrezionalità del processo.
Inasprire le pene Dal ministero della Giustizia affiorano così segnali su una strategia dettata dal buon senso, per cui l' obbligatorietà dell' azione penale non va messa in discussione. E pazienza se Salvini storcerà il naso. Secondo Bonafede «quando un ladro entra nella casa di un cittadino lo Stato ha fallito», tanto che è possibile un inasprimento delle pene per i furti di appartamento, le rapine e gli scippi.
alfonso bonafede, luigi di maio e giuseppe conte
Ma ciò non significa che si possa annullare il processo per legittima difesa teso ad accertare la proporzionalità tra l' offesa e la difesa.
Dall' altra parte, invece, l' apertura verso «l' eliminazione delle zone d' ombra», rappresenta un passo decisamente avanti verso i desiderata della Lega. Che nella sua vecchia proposta di legge già prevedeva una clausola per la circostanza che la violazione di domicilio fosse compiuta «in tempo di notte», ovvero «con violenza alle persone o alle cose», o «minaccia o inganno».
stacchio
Secondo il Carroccio «per respingere l' ingresso, mediante effrazione o contro la volontà del proprietario, con violenza o minaccia di uso di armi da parte di una o più persone, in un' abitazione privata, o in ogni altro luogo ove sia esercitata un' attività commerciale, professionale o imprenditoriale».
Va ricordato, inoltre, che già nel 2006 si è intervenuti con una modifica dell' articolo 52 del codice penale, introducendo la cosiddetta legittima difesa domiciliare (o legittima difesa allargata). Si è cioè introdotto il diritto all' autotutela in un domicilio privato oltre che in un negozio o un ufficio.
In questo modo è autorizzato il ricorso a «un' arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo» per la difesa legittima della «propria o altrui incolumità» o dei «beni propri o altrui».
SALVINI E LA PISTOLA AD ACQUA
Per quanto concerne, invece, la difesa dei beni patrimoniali, è riconosciuta la legittima difesa solo se il ladro non desiste dall' azione illecita e se sussiste il pericolo di aggressione. In presenza di queste condizioni, vale una sorta di presunzione legale del requisito di proporzionalità tra difesa e offesa.