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PRIME CREPE TRA TRUMP E MUSK – THE DONALD HA NOMINATO SCOTT BESSENT SEGRETARIO AL TESORO – GIA’ COLLABORATORE DI GEORGE SOROS, BESSENT È UN HEDGE FUND MANAGER, FAVOREVOLE AI DAZI ANNUNCIATI DAL TYCOON IN CAMPAGNA ELETTORALE – LA SCELTA VA CONTRO LE ASPETTATIVE DI ELON MUSK, CHE AVEVA SPONSORIZZATO HOWARD LUTNICK E AVEVA CERCATO DI SILURARE BESSENT: “CON LUI SAREBBE BUSINESS AD USUAL, CIOÈ UNA COSA CHE PORTA ALLA BANCAROTTA...”

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per www.corriere.it

 

Scott Bessent

Ultima ondata di nomine ministeriali di Donald Trump: Lavoro, Bilancio e, soprattutto, Tesoro. Qui il leader repubblicano è tornato alla sua scelta iniziale: ha annunciato che darà l’incarico a quello Scott Bessent che Elon Musk, gran sostenitore del suo rivale Howard Lutnick, aveva cercato di silurare una settimana fa con una dichiarazione dirompente: «Con Bessent sarebbe business ad usual, cioè una cosa che porta alla bancarotta».

 

A quel punto Trump, che stava per formalizzare la scelta per l’ultimo grande dicastero (aveva già riempito le caselle di Esteri, Difesa, Giustizia, Sanità, Interno, Energia e Ambiente) aveva bloccato tutto.

 

Qualche giorno dopo, mandando Lutnick al Commercio, Trump aveva smontato il disegno di Musk. Ma sembrava che anche la candidatura di Bessent fosse andata in fumo in quel testa a testa, col presidente eletto orientato a ripiegare su un terzo candidato.

 

donald trump ed elon musk assistono al lancio di un razzo di spacex foto lapresse 7

Invece alla fine Trump ha scelto questo 62enne finanziere del South Carolina (una vita passata soprattutto a Charleston, lontano dai tycoon della Borsa e anche lontano dai politici di Washington) che ha lavorato a lungo per il fondo del miliardario democratico George Soros (dal 1991 al 2015 con un intervallo di sei anni, tra il 2005 e il 2011). Poi è uscito per fondare Key Square Group, il suo hedge fund.

 

Finanziere eclettico (è stato anche insegnante della Yale University), Bessent, pur avendo finanziato nel 2000 la campagna del democratico ambientalista Al Gore, è riuscito a conquistare la piena fiducia di Trump contestando apertamente chi, a Wall Street, si è detto allarmato per la politica protezionistica annunciata dal nuovo presidente.

 

Scott Bessent

Gli operatori temono che gli alti dazi facciano crescere i prezzi e, quindi, l’inflazione, rallentando, al tempo stesso, l’economia. Bessent si è sforzato di dimostrare che non ci sono grossi pericoli ed è convinto che tagliando le tasse e le spese e aumentando le entrate con le tariff, l’economia Usa risorgerà (in realtà va piuttosto bene già adesso, mentre i maxidazi di Trump per il neoministro sono più uno strumento negoziale che una prospettiva reale).

 

Il finanziere era entrato nell’orbita di Trump, prima agendo da fundraiser della sua campagna elettorale e, poi, affiancandolo come consigliere economico. In un recente convegno del Manhattan Institute ha proposto, per l’economia Usa, una strategia simile a quella delle “tre frecce” a suo tempo adottata dal Giappone. Tre obiettivi: aumentare i Pil del 3%, ridurre il deficit del bilancio federale al 3%, e aumentare l’estrazione di almeno 3 milioni di barili di petrolio l’anno.

 

ELON MUSK AL COMIZIO DI TRUMP AL MADISON SQUARE GARDEN - FOTO LAPRESSE

A Trump piace perché, oltre a sostenere la sua agenda economica anche nei punti più controversi, è un fan delle criptovalute da lui entusiasticamente abbracciate (innamoramento recente dopo anni di demonizzazioni).

 

Per guadagnarsi la fiducia di Trump, Bessent è arrivato a sostenere non solo che il protezionismo sosterrà l’economia senza fare danni, ma anche che le deportazioni di massa di immigrati clandestini annunciate da Trump costeranno meno dello statu quo sul quale, secondo lui, pesano il dilagare del crimine e l’importazione clandestina di fentanyl.

 

Howard Lutnick

Insieme a quella del Tesoro, Trump ha annunciato un’altra importante nomina: l’Ufficio del Bilancio verrà diretto da Russell Voight, l’ideologo che ha avuto un ruolo centrale nella redazione del Project 2025 della Heritage Foundation.

 

[…]

 

Fedelissimo del leader conservatore, con una mente molto ideologica, Voight, che era stato capo del Bilancio anche nel suo primo mandato presidenziale, ha dedicato gli ultimi quattro anni a studiare riforme dei meccanismi di governo destinate ad allargare i poteri del presidente. Voight avrà anche grande potere nel campo del “dimagrimento” delle strutture federali e dell’aumento dell’efficienza della pubblica amministrazione.

 

Scott Bessent

Non essendo un organo di governo, infatti, il Dipartimento dell’Efficienza di Elon Musk e Vivek Ramaswamy sottoporrà i suoi piani di tagli “chirurgici” delle strutture federali proprio all’ufficio del Bilancio. […]