Martina Pennisi per il “Corriere della Sera”
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Se avete una casella di posta elettronica su Yahoo! cambiate la password, subito. Il gruppo di Sunnyvale ha ammesso di aver subito uno dei furti di profili più consistenti della storia. Si parla di 500 milioni di account rubati «alla fine del 2014». Yahoo! punta il dito contro un' entità «sostenuta da uno Stato», riscoperchiando il vaso (americano) di Pandora degli attacchi cinesi o russi.
In agosto, era stato il cyber criminale «Peace», che sul curriculum ha importanti grattacapi causati a MySpace e Linkedin, a dichiarare di aver sottratto 200 milioni di profili registrati dal 2012 in poi e di averli messi in vendita sul dark web - la parte di Internet non accessibile con una semplice ricerca su Google - a circa 1.600 euro. All' epoca Yahoo! non confermava e aveva appena finito di tessere la tela che l' avrebbe portato a chiudere l' accordo con Verizon.
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Agli utenti potenzialmente coinvolti conviene fare una verifica sul portale haveibeenpwned.com: è sufficiente inserire l' indirizzo per verificarne lo stato di salute. Come detto, la modifica della password deve essere immediata, anche se l' accaduto risale ad anni fa. «I dati rimangono sul mercato per mesi e possono essere venduti in un secondo momento», spiega l' esperto di sicurezza Matteo Flora.
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Cosa si rischia? Innanzitutto l' utilizzo da parte dei pirati informatici della password di Yahoo! - con cui, fra l' altro, molti accedono a Flickr o ad altri servizi dell' ecosistema - per entrare in profili di altre piattaforme per cui è stata scelta la stessa stringa di lettere e caratteri (errore da evitare). Nel furto, spiega Yahoo!, non dovrebbero essere coinvolti dati di carte di credito o informazioni bancarie.
Un brutto colpo - più consistente di quello da più di 420 milioni di account di MySpace - per la società che rischia di veder saltare la stretta di mano con Verizon, ancora in attesa del pollice alto dei regolatori. Il colosso delle telecomunicazioni dichiara di essere stato messo al corrente dell' intrusione «negli ultimi due giorni» e di avere ancora «informazioni limitate».
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