Estratto dell’articolo di Franco Stefanoni per www.corriere.it
romano prodi
«Hanno detto che sono stato ad Atreju. Ho cercato nei miei archivi e non ci sono mai stato. Forse un tempo andare aveva un senso ma oggi è diventato un discorso chiuso, con un dibattito finto. Quando hai Musk e Vox come interlocutori vuol dire che vivete in un mondo diverso. Poi siccome hanno avuto il buon senso di non invitarmi, non mi sono posto il problema». Così Romano Prodi parlando con i cronisti al Forum Pd sull’Europa.
Ha fatto bene Elly Schlein a rifiutare l’invito? L’hanno accusata di non volere il confronto... «Non sono nei panni di Elly ma credo abbia fatto la mia stesa riflessione. Che ci vai a fare? Non esiste più il luogo del confronto che è il Parlamento. Vai a fare il confronto nelle prigioni di Castel Sant’Angelo? Si fa in Parlamento e poi la facciamo anche in un altro posto».
elly schlein ai funerali della moglie di romano prodi flavia franzoni
Sulla possibilità che sia la leader del Pd a incarnare il ruolo di federatrice del centrosinistra, com Prodi lo fu per L’Ulivo, l’ex premier replica: «Ogni momento ha il suo federatore e credo che Elly Schlein lo possa benissimo essere. […] è chiaro che a questo punto il Pd dovrà presentarsi alle Europee con una squadra che rappresenti non la struttura interna e che non usi le candidature come premio di consolazione […] ma come la costruzione di una classe dirigente che […] diventi leader nell’ambito europeo».
[…] «Il populismo ha finito di prendere sempre più peso in Italia e altrove: è il rifugio di un popolo che non trova casa in un partito e molti non l’hanno più trovato nel Pd. Se in 15 anni il Pd ha perso 6 milioni di elettori significa che bisogna fare un’altra strada per costruire un percorso italiano ed una europeo. […]».
intervento di romano prodi foto di bacco
«Solo attorno a un progetto forte si può creare una coalizione capace di vincere nel nostro Paese e di avere la necessaria autorità in Europa. […] Noi dobbiamo fare battaglie per il salario minimo che è ovunque in Europa e dove non c’è è perché viene assolutamente garantita la giusta retribuzione». «Dobbiamo lavorare per la politica industriale che renda accettabile la politica ambientale. Non c’è un grande investimento che sia fatto in Italia, ci sono decine di progetti, ma nessun investimento».
«Due sono le direzioni in cui il riformismo deve spingere» in Ue «la fine dell’unanimità e l’Europa a diversi livelli di integrazione. Preferirei dirvi riformiamo il trattato subito, non è possibile, ma è possibile fare questi due grandi passaggi».
romano prodi con elly schlein
«In questo momento l’Europa prende tutti noi, è la nostra sfida. Una sfida di noi riformisti è completare l’Europa, fare l’Europa federale, che sia unita, forte, grande e che torni a essere rilevante nel mondo. La tristezza maggiore che ho provato è vedere come nei primi tempi ci fosse un grandissimo interesse per l’Europa e che poi si è affievolito per la crescente irrilevanza dell’Europa di fronte ai giganti come gli Usa e la Cina».
«Il Consiglio europeo, seppure in modo legittimo, rappresenta i governi nazionali. È necessario un ritorno all’Europa sovranazionale, prima ancora di un nuovo allargamento». «La Commissione o il Consiglio allargati a 35 membri non possono funzionare. Serve la fine dell’unanimità perché con l’unanimità non si governa nemmeno un condominio. […]».