romano prodi
Estratto dell’articolo di Fabio Martini per “la Stampa”
Negli anni vissuti lungo la prima linea della politica internazionale, tra Bruxelles e Roma, Romano Prodi ha incrociato diversi presidenti degli Stati Uniti, coltivando particolare stima per le qualità politiche di Bill Clinton, che il 20 gennaio del 1993 - entrando nello Studio Ovale della Casa Bianca - sulla scrivania trovò una lettera di George Bush padre: «Avrai giorni molto duri, resi più difficili da critiche che penserai di non meritare. Quando leggerai questo biglietto sarai il nostro Presidente e ti auguro ogni bene».
donald trump in virginia
Un'altra era geologica?
«Trump ha contribuito a rendere più cattivo il mondo ma la tensione contro la democrazia e l'avanzare degli autoritarismi dura da anni. Con la vittoria di Biden ci possiamo concedere un periodo di sosta dalla "follia" e questo ci consentirà di capire se Trump sia stato soltanto un incidente, che ha approfittato di una deriva della storia, aggravandola. Ma facciamo attenzione».
A cosa?
«Trump ha avuto un' enormità di voti in più rispetto all' elezione precedente. Significa che lui porta avanti qualcosa di profondo che sta dentro l' anima americana. Si dice: ha pagato per la gestione del Covid, ma ha vinto in 9 dei 10 Stati più segnati dal virus. La sua carta forte è stata, e resta, l'inquietudine della classe media e bianca americana sul suo futuro. Non solo tecnologie e globalizzazione che spiazzano la classe media, ma anche la prospettiva che i bambini non bianchi nelle scuole siano presto più di quelli bianchi».
meme sulla sconfitta di donald trump 26
[…] In Italia, a sinistra prevale una sorta di fatalismo: ci eleggiamo il "nostro" Presidente ma poi nel 2023 passiamo la mano. Se il populismo fosse entrato in crisi, cosa servirebbe per non farlo rialzare?
«[…] Per l'Italia ci vorrà qualche leader - e io penso che possa arrivare - capace di capire che non si va da nessuna parte con un uomo da solo, o un partito da solo. E che servono alcune idee forti, meditate, serie. In un sistema politico riorganizzato attorno a un polo conservatore e a uno riformista. Altrimenti, avremo sempre qualche "pezzo" di Trump, di destra o sinistra, che impedisce di essere un Paese normale».
Per rimettere in piedi il Paese dopo il Covid, salvo l' attesa messianica del Recovery, lei non vede un deserto di idee-forti?
donald trump
«La voce delle categorie oggi sfavorite, va ascoltata, ma dobbiamo cominciare anche a pensare al domani […] Quel che mi preoccupa è che in questi giorni corriamo di emergenza in emergenza […] ma non vedo la riflessione comune su cosa ci possa portare su un terreno di crescita. Non la vedo proprio. […]».
[…] La sfida, anche nostra, con la Cina è destinata ad attenuarsi?
«Ho avuto la fortuna di insegnare in Cina e negli Stati Uniti nello stesso arco di anni. Due Paesi che vivono in modo smisurato il senso dell' impero. […] L'unica cosa patetica è quando il senso dell' impero agisce in chi l'impero non ce l' ha più. Come la Gran Bretagna e talora la Francia. Il comportamento da ex impero stupisce perché impedisce a questi Paesi di essere tra i leader del mondo, legandosi strettamente agli altri Paesi europei […] ».