RENZI GENTILONI
L'irrituale trasferimento in corso d'opera di Stefano Sannino, ambasciatore italiano presso l' Unione europea, un cambio che sembrava fosse auspicato dal presidente del Consiglio ha incontrato un ostacolo imprevisto: la non disponibilità dell' ambasciatore individuato per il cambio: Cesare Ragaglini, dinamico titolare dell' ambasciata italiana a Mosca ha infatti preferito restare nella attuale sede, declinando la chance che gli era stata ventilata.
STEFANO SANNINO
Tutto ha avuto inizio il 17 dicembre: il Corriere della Sera pubblica un articolo nel quale si dà conto di un' ampia, imminente rotazione di ambasciatori, compreso il consigliere diplomatico del presidente del Consiglio, l' ambasciatore Armando Varricchio, del quale si prevedeva il trasferimento a Washington, dunque nell' ambasciata più prestigiosa.
Lo scambio più sorprendente era quello che si ipotizzava a "carico" dell' ambasciatore presso l'Unione europea Stefano Sannino, del quale si immaginava un trasferimento a Madrid. Una regola non scritta prevede che, salvo problemi molto rilevanti, gli ambasciatori completino il loro mandato.
Ragaglini
Oltretutto l' anticipazione del giornale veniva pubblicata durante un Consiglio europeo, cioè nel momento in cui massima è l' esposizione di un ambasciatore presso l' Unione europea. In quelle ore tutto l' ambiente diplomatico si aspettava una smentita, sia pur di maniera.
Durante la conferenza stampa finale, il presidente del Consiglio Renzi aveva risposto così ad una domanda su Sannino: «E' un autorevolissimo ambasciatore», «stiamo discutendo di una serie di possibili spostamenti», «Sannino prima o poi se ne andrà e ovunque andrà si sgonfieranno le malevole insinuazioni di queste ore». Sostanzialmente una conferma dell'imminente trasferimento.
armando varricchio e john phillips
Ma a palazzo Chigi e alla Farnesina non avevano fatto i conti col desiderio dell' ambasciatore Ragaglini di completare il suo mandato a Mosca. Rimettendo in discussione almeno una parte della rotazione immaginata.
Armando Varricchio, già consigliere diplomatico di Enrico Letta e poi, per quasi due anni di Matteo Renzi, si trasferirà a Washington mentre in tempi rapidi il governo dovrà decidere se lasciare completare il mandato a Sannino. Già consigliere diplomatico di Romano Prodi, nominato a Bruxelles da Enrico Letta, tra i migliori conoscitori dei meccanismi comunitari, Sannino alcuni mesi fa era stato in corsa per diventare segretario generale della Commissione europea.
RENZI GENTILONI
E a Bruxelles qualcuno disse che il governo italiano non lo aveva appoggiato con convinzione. Anima da mediatore, Sannino si è impegnato in questi mesi per rivitalizzare la presenza italiana nelle istituzioni comunitarie e, secondo la lettura prevalente a Washington, non sono uno sgarbo all' Italia le dimissioni dell' unico italiano presente nel gabinetto di Juncker, presidente della Commissione Ue, l' esperto giuridico Carlo Zadra, che ha lasciato dopo una serie di contrasti col capo gabinetto Martin Selmayr.