MARIO SCONCERTI per il Corriere della Sera
PIOLI TONALI 2
Sta benissimo anche il Milan, gran bella partita a Verona, da squadra pronta per vincere. Ci sono state piccole variazioni tattiche, soprattutto all'inizio, quando Il Milan ha cercato di prendere al volo il risultato andandoci molto vicino. Una è risultata decisiva, l'inserimento stabile di Tonali come centrocampista più avanzato.
Quello che non era riuscito ad avere da Kessie nonostante vari tentativi, quello che gli era mancato anche con Saelemaekers, Pioli l'ha trovato in fondo a una stagione magistrale di Tonali. Per due volte Tonali si è trovato sui cross di fine dribbling di Leao e per due volte ha segnato da un metro.
Questo racconta già anche la partita di Leao, impressionante per facilità di controllo e corsa, quasi imprendibile, ma anche per intelligenza nel tocco finale.
PIOLI TONALI
È la prima differenza di questo Milan, con Tonali la più profonda. Se andiamo alle conseguenze del risultato si trovano molte possibilità in più per il Milan. Perché questa era una partita difficile, come poi si è dimostrata; perché siamo ad appena due partite dalla fine e perché il Milan ha vinto tenendosi in tasca il risultato di riserva, cioè il pareggio eventuale nelle ultime due gare.
Ma a Verona ha giocato una squadra diversa anche rispetto a poche settimane fa. Le pressioni hanno avuto quasi l'effetto di scioglierla, tenerla sul gioco e la velocità. Un Milan molto cresciuto, quasi perfetto anche dentro il suo limite, che oggi è stato Giroud più qualche squilibrio in mezzo al campo per il doppio compito di Tonali.
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Ha un altro passo rispetto all'Inter, non migliore, solo molto diverso. L'Inter è diretta, spigolosa, essenziale, europea. Il Milan è più morbido, rotondo, universale: ha cinque-sei giocatori di origine non europea, ha modi di giocare diversi, quindi più completezza di gesti tecnici. L'Inter ha solo Dumfries. Le differenze culturali e fisiche non decidono automaticamente la qualità generale, ma danno un indirizzo al gioco, permettono altre idee, altri movimenti.
Una grande squadra oggi deve avere questa mescolanza di origini. È stata per oltre un secolo la vera diversità del Brasile, poi annullata dall'arrivo potente degli africani in Europa. È una certezza indimostrabile che però si nota spesso. È il riassunto tra la cultura della tattica e quella del gesto naturale. Servono entrambi. E il Milan ce l'ha.
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