DAGONEWS
ALESSANDRO PROFUMO GIUSEPPE CONTE
È chiaro il tentativo di Alessandro Profumo di salvare la propria poltrona al vertice di Leonardo quotando in borsa una parte importante di DRS, la strategica azienda della difesa statunitense che produce dispositivi e software d’avanguardia per forze militari e agenzie di spionaggio.
Solo che la stessa ideuzza, sempre per salvare conti e cadrega, era venuta pure a Mauro Moretti, e naufragò sotto la pressione politica e diplomatica di dare in pasto al mercato una società così sui generis da avere un management che non viene scelto dal suo azionista di controllo.
Come scrivevamo su Dagospia qualche mese fa, nell'accordo di acquisto fu stipulato un proxy agreement: la controllante italiana non può mettere becco nella gestione, può solo incassare i dividendi. Manager, indirizzo e staff dovevano rimanere al 100% americani, e lo sono tuttora. Quando l'ex ras delle Ferrovie nel 2015 mise in vendita le quote di DRS, fece un passo indietro quando i conti migliorarono, fu riorganizzata la dirigenza e soprattutto ci fu la moral suasion del governo Obama che non voleva un altro cambio di mano.
LEONARDO DRS
Ha davvero senso una quotazione in borsa se il compratore non può essere il primo raider che passa e deve avere l'ok del Pentagono? Per questo alcuni advisor consigliano Profumo di vendere tutta l'azienda e fare cassa per arginare gli effetti di una capitalizzazione crollata sotto i 2 miliardi e un debito netto arrivato a 5,9 miliardi.
jill e joe biden
D'altronde, se veramente vuole restare al comando di Leonardo nonostante la pesantissima sentenza (sei anni di reclusione) per il caso Mps, deve anche capire che agli americani non fa piacere avere un ceo condannato, sebbene in primo grado.
Una società strategica della difesa USA controllata da una società guidata da un manager così azzoppato, su cui pendono vari altri contenziosi (penali e civili) potrebbe diventare un problema politico per Biden.
sabina ratti alessandro profumo foto di bacco
E la politica italiana? Fanno tutti il pesce in barile. Da Gualtieri a Conte, da Guerini a Mattarella, tutti immobili in attesa dell'incidente. Di che si tratta? Della prima commessa che Leonardo perde per mancanza dei requisiti di onorabilità.
Una questione strettamente legata anche al NOS, il nulla osta sicurezza, certificato rilasciato dai servizi segreti per lavorare su contratti che necessitano di “speciali misure di sicurezza” o ai quali sia stata attribuita la classifica “riservato”.
E alla diffidenza dei partner NATO a trattare con un manager che è stato sfiduciato dal partito di maggioranza del governo (M5S) ed è sotto i riflettori da settimane, ma per le ragioni sbagliate.
LEONARDO DRS LEONARDO DRS