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    FASCIO DI NERVI – IL SINDACO DI CENTRODESTRA DI PREDAPPIO, ROBERTO CANALI, CANCELLA IL MUSEO DEL FASCISMO: "È UN PROGETTO PRESSAPOCHISTA. È UN TEMA TROPPO COMPLESSO, MEGLIO DEDICARSI A QUESTIONI MENO CONTROVERSE" - IL PRECEDENTE PRIMO CITTADINO DEL PD FRASSINETI, CHE AVEVA OTTENUTO 3,5 MILIONI PER LA REALIZZAZIONE, ATTACCA CANALI: "SI FA CONDIZIONARE DAGLI EREDI DEL DUCE..."


     
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    Franco Giubilei per “la Stampa”

     

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    La realizzazione del museo sul fascismo a Predappio rischia seriamente di incagliarsi. Le cause sono le diversità di vedute fra l' ex sindaco del paese natale di Mussolini, Giorgio Frassineti del Pd, che aveva avuto l' idea, e l' attuale primo cittadino Roberto Canali, del centrodestra: quest' ultimo ha appena azzerato il Centro Progetto Predappio, istituito dalla giunta passata con lo scopo di coordinare le iniziative legate al futuro museo e di raccogliere i fondi mancanti, dopo che la Soprintendenza aveva fatto delle osservazioni su alcuni interventi all' interno dell' ex Casa del Fascio, l' imponente struttura razionalista che domina la piazza centrale del paese.

     

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    Particolare importante: sono già stati raccolti 3,5 milioni di euro per il recupero dello stabile, oltre ai 90mila spesi inizialmente dal Comune per il progetto preliminare affidato all' Istituto storico Parri di Bologna. L' obiettivo era ricavare un «centro di Documentazione e Ricerca di valenza internazionale, sul tema del totalitarismo nel '900, con un' ampia esposizione permanente dedicata a "L' Italia totalitaria. Stato e Società in epoca fascista"». Lo scopo dell' operazione era anche riscattare Predappio dall' immagine delle sfilate dei nostalgici in fez e camicia nera negli anniversari della Marcia su Roma e della nascita e morte di Mussolini, coi saluti romani di rito davanti al cimitero che ospita la tomba del Duce.

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    Ora però, a sentire Frassineti, tutto potrebbe bloccarsi: «Il Centro Progetto Predappio cancellato dal sindaco, che presiedevo io a zero euro dopo che era stato finanziato dalla mia giunta con una spesa di 30mila euro per tre anni, serviva per lavorare sui contenuti del museo e per cercare i fondi ancora mancanti: 3 milioni fra edificio e allestimento del museo».

     

    il sindaco di predappio canali il sindaco di predappio canali

    Cancellato il centro, restano le polemiche velenose: «La mia domanda è: cosa vuole farci ora il sindaco? - aggiunge Frassineti -. Finora lui ha detto due cose: che la sola attrattiva di Predappio è la tomba di Mussolini e che i viaggi ad Auschwitz sono divisivi (riferimento al rifiuto di Canali di pagare 370 euro per la partecipazione di uno studente al Viaggio della memoria, ndr). Ci si può aspettare che voglia snaturare l' intero progetto del museo, per non parlare dei tanti incontri che ha avuto con gli eredi dell' ex dittatore... E' verosimile che qualcuno gli stia suggerendo come muoversi». Un aspetto evidenziato anche da un recente articolo del Times.

     

    Roberto Canali, primo sindaco di centrodestra dal 1945, definisce «stupidaggini» queste voci e ricorda che il Centro è stato smantellato «perché il progetto di intervento è stato fatto con pressappochismo, tanto che la Soprintendenza ha espresso delle perplessità. Abbiamo preferito fermare tutto, sono soldi pubblici e vogliamo vedere come vengono spesi. Intanto il recupero dell' edificio va avanti (il progetto è già stato affidato con bando da 350mila euro allo studio Valle di Roma, ndr)». Quanto alla fisionomia del museo, ribatte: «Un museo sul fascismo è una cosa assolutamente difficile da affrontare. Dovrebbe basarsi su una logica condivisibile da tutti, perché siamo in un Paese troppo controverso».

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    L' idea di Vitali, rispetto al disegno originario dell' ex sindaco, è molto più ridimensionata: «Dovrebbe riguardare la storia di Predappio in generale, penso più a un' istituzione che si occupi di storia locale, piuttosto che fare qualcosa di troppo grande per noi». Restano i 3,5 milioni già messi insieme grazie a Regione Emilia-Romagna, Mibact, Cassa di Risparmio di Forlì e Comune per un museo che non si sa come sarà.

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