Francesca D'Angelo per “Libero Quotidiano”
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Quindi, giusto per capire: ora gli spogliarelli sono programmi di pubblica utilità? No, perché noi eravamo rimasti che a Viale Mazzini certe cose erano trash, anzi di più: «Le fa solo la tv commerciale».
Invece ieri il sito TvBlog ha anticipato che la grande novità autunnale di Rai Due sarà l'adattamento del format inglese Who bares wins, traducibile in Chi si spoglia vince. Praticamente un Full Monty in versione vip talent. Ma tranquilli: lo show è di pubblica utilità perché, tra un sedere all'aria e l'altro, si parlerà di prevenzione contro il cancro.
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Lo sappiamo, sembra che stiamo scrivendo cose a caso perché l'associazione strip tease + prevenzione non è esattamente usuale. Il format però esiste davvero ed è proprio strutturato così. C'è solo un'unica piccola - cruciale - differenza: in Inghilterra lo show non va mica in onda sulla Bbc ma sulla rete privata Itv. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.
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SMUTANDATI
In Who bares wins un gruppo di vip prendono lezioni di spogliarello: alcuni sono belli in stile Luca Argentero, altri non hanno esattamente il phisique du role dello stripper ma tutti accettano di fatto la sfida all'ultima mutanda. A spingerli sarebbe una motivazione ideale ossia dimostrare che quello che conta è accettare la propria nudità, non essere in soggezione per i propri difetti: insomma, normalizzare lo svestirsi.
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E qui ci sarebbe il gancio con la prevenzione: alcuni test di controllo prevedono che ci si svesta. Quindi cosa hanno pensato gli inglesi? Hanno detto: se spieghiamo che nudo è bello, allora più gente farà prevenzione. Eccerto, perché un pap test è come ballare la pole dance: chi non lo sa? E soprattutto, quando hai un neo sospetto o un seno indolenzito, tu ti preoccupi di cosa penserà l'infermiere della tua cellulite, mica dell'esito che, in caso di positività, ti cambierà la vita.
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Così, in Who bares wins, gli allenamenti per gli spogliarelli e lo stesso show sono intervallati da racconti di ex pazienti tumorali (vip). A occhio suona un accostamento di cattivo gusto e, a giudicare dal promo che circola in rete, effettivamentelo è. Gli spogliarelli infatti sono all'insegna dell'autoironia e della leggerezza, proprio come in Full Monty.
Le parti relative alla malattie toccano invece altre corde, a maggior ragione in tempi di pandemia.
Finché però lo fanno gli inglesi, pace: in fondo ognuno ha la tv che si merita.
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La faccenda però cambia se, come anticipa TvBlog, la tv pubblica investirà dei soldi (nostri, peraltro) sull'adattamento di questo programma. A quanto si apprende sarebbe destinato a Rai Due e a lavorarci è la società esterna Blue Yazmine che (la produttrice Ilaria Dallatana ci perdonerà) finora non ha sfornato dei cult: suoi sono il flop La canzone segreta e il mediocre la Caserma, il cui rinnovo rientra di diritto tra i misteri di Fatima.
SOLO FURBIZIA
In ogni caso, qualsiasi fosse stato il produttore, ci sfuggirebbe comunque la ragione di questo adattamento: l'idea alla base dello show è più furba che altro. L'unica leva che ci viene in mente è quella degli ascolti. E guarda caso Rai Due non se la sta passando benissimo.
Certo, il canale ha all'attivo qualche successo, ma poca roba. Ha bisogno sicuramente di un rilancio ma questa rappresenta una scorciatoia: si vince facile quando si cavalca la nudità. Tuttavia non bastano l'ironia, né il presunto impegno sociale, per trasformare in edificante un'idea che rischia di parlare alla pancia delle persone.