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    PREPARATE LA GOGNA: OGGI CONOSCEREMO I NOMI DEI “FURBETTI” DEL BONUS – DOPO CHE IL GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI HA TOLTO L’ALIBI DELLA PRIVACY, L’INPS È PRONTA A RIVELARE LE IDENTITÀ DEI PARLAMENTARI CHE HANNO CHIESTO I 600 EURO – LA LEGA E I 5 STELLE PROMETTONO LA LINEA DURA, MA PER ORA NESSUN ESPULSO – I PEONES HANNO PAURA: “E SE ADESSO CHIEDO L’ECOBONUS COSA SUCCEDE?” - I CONSIGLIERI LOCALI CHE RIVENDICANO DI AVER PRESO I SOLDI: “NON È UN BONUS PER SOPRAVVIVERE, MA UN RISARCIMENTO DANNI…”


     
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    1 – IL GARANTE DELLA PRIVACY "SI PUÒ PUBBLICARE IL NOME DI CHI HA PRESO IL BONUS"

    Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”

     

    Pasquale Stanzione Pasquale Stanzione

    Tre lettere metteranno fine allo scandalo dei deputati che hanno chiesto il bonus Covid, squarciando il velo che copre le loro identità. La prima, firmata dal Garante per la protezione dei dati personali Pasquale Stanzione, è già partita ed è la più importante, perché rimuove l'ostacolo della privacy dietro al quale si erano protetti i cinque furbetti. «Sulla base della normativa vigente - scrive - la privacy non è d'ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo».

     

    PASQUALE TRIDICO PASQUALE TRIDICO

    Principio che vale soprattutto in questo caso, sottolinea, dove non c'è «una condizione di disagio economico-sociale» da tutelare e per di più, «a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative di riservatezza si affievoliscono».

     

    Su queste basi, il presidente della Camera Roberto Fico scriverà oggi la seconda lettera, indirizzata all'Inps, chiedendo un'istruttoria per rendere noti i nomi dei parlamentari che hanno fatto richiesta, nei mesi di marzo e aprile, dei bonus da 600 e da 1000 euro destinati alle partite Iva.

     

    roberto fico beve una birretta 2 roberto fico beve una birretta 2

    La terza e ultima lettera, attesa entro domani, sarà breve: cinque nomi e cinque cognomi, col bollino dell'Istituto di previdenza. «È giusto che gli italiani sappiano chi ha tradito la loro fiducia», inizia già a spingere Luigi Di Maio, «perché di mezzo c'è l'interesse pubblico. È una questione di giustizia e trasparenza».

     

    (…) Qualcuno sta confessando, ma le lettere per ottenere i nomi dovranno essere avanzate da ciascun organo di appartenenza. A nulla serviranno poi le liberatorie fatte firmare ieri dal reggente M5S Vito Crimi a ogni deputato grillino per chiedere l'accesso ai dati Inps e verificare che non siano stati chiesti bonus. (…)

     

    luigi di maio e virginia saba a palinuro 25 luigi di maio e virginia saba a palinuro 25

    2 – E ADESSO I PEONES HANNO PAURA «COSÌ NEANCHE IL CONTRIBUTO AUTO»

    Estratto dell’articolo di Emilio Pucci per “il Messaggero”

     

    (…)

     

    Certo, si tratta di «una questione etica», di un gesto irrispettoso di chi non ha considerato che quei fondi dovevano servire a chi veramente ne aveva bisogno, tuttavia la caccia alle streghe, partita da giorni, preoccupa big' e peones' di ogni partito. C'è malessere perfino nel Movimento 5Stelle per l'ordine partito di rinuncia alla privacy con tanto di autocertificazione.

     

    matteo salvini andrea dara matteo salvini andrea dara

    «E se adesso chiedo l'ecobonus cosa succede?», allarga le braccia un pentastellato. «Dal 2015 sto usufruendo del bonus ristrutturazione. Se si viene a sapere sono nel torto?», si chiede un renziano. «Avevo pensato di chiedere il bonus per cambiare l'auto, ma mi sa che ne farò a meno», si lamenta un altro esponente della maggioranza.

     

    Accade che da un lato tutti chiedono che i responsabili del misfatto' facciano un passo avanti, che si cambi la legge, che i deputati restituiscano il tesoretto'. Dall'altro, però, c'è il terrore di venire risucchiati nella gogna mediatica. Di vedere le proprie facce alla mercè dei social.

    elena murelli 1 elena murelli 1

     

    (…) Anche negli altri partiti sono in tanti che, pur rimarcando la gravità del caso, chiedono di abbassare i toni. Il consigliere piemontese Sarno ha fatto outing spiegando che si è trattato di un errore e quei soldi li ha ridati subito in beneficienza. Rimproverano chi ha alzato la voce di evitare di alimentare l'antipolitica.

     

    «Tutti hanno qualche scheletro nell'armadio, di questo passo non si salva più nessuno», dice un leghista. Le chat parlamentari ribollono. Chi cerca di ridimensionare la vicenda viene tacciato di incoerenza. Succede perfino nel Movimento 5Stelle: «Ma ora chi ha chiesto il bonus per i monopattini è un delinquente?», azzarda un senatore. «Chi ha la responsabilità di questo Paese dovrebbe darsi una calmata», dice un deputato dem.

    luigi di maio vito crimi luigi di maio vito crimi

     

    (…) Eppure ammette un esponente di governo M5S quando è stata pensata la norma era stato lanciato l'avvertimento. «Va bene la tempestività ma bisognava comunque porre un tetto», osserva un sottosegretario. E c'è chi mette nel mirino altre categorie: «Ci sono avvocati e commercialisti che hanno fatto la stessa cosa.

     

     Perché colpire solo quei pochi parlamentari che hanno sbagliato?», si chiede un presidente di commissione. «In giro ci sono troppi Robespierre», è il grido d'allarme lanciato da qualche consigliere regionale che pur ci ha messo la faccia. La preoccupazione è che non rotolerà, mediaticamente parlando, solo qualche testa.

     

    GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

    «Non è una difesa della casta ma fare il parlamentare diventerà un insulto», sottolinea un forzista. Ecco l'altra faccia della medaglia, di chi si appella al garantismo per chi al di là dell'inopportunità dell'operazione non ha commesso alcun reato. «E' una manovra il sospetto nel centrodestra costruita ad arte da M5S per perorare la causa del taglio dei parlamentari. Pd e Iv, pur avendo detto sì al taglio, non organizzeranno alcuna iniziativa sul territorio. «Ma ora è evidente si lamenta un dirigente dem che i pentastellati si intesteranno da soli la vittoria».

     

    3 – L'AZZURRO MATTIUSSI RIVENDICA SUI SOCIAL LA SCELTA MENTRE ALTRI CONSIGLIERI AMMETTONO DI AVERLI DATI IN BENEFICENZA

    Estratto dell’articolo di Alberto Mattioli per “la Stampa”

     

    Franco Mattiussi Franco Mattiussi

    E poi ci sono quelli che i soldi dell'Inps li hanno presi, e lo rivendicano sui social. Scuse, pentimenti, dimissioni? Macché. «Pentito, io? Per nulla. Con il mio post su Facebook non mi sono affatto autodenunciato: ci ho proprio messo la faccia». Parola di Franco Mattiussi, consigliere di Forza Italia in Friuli, due alberghi, una locanda e un bar dalle parti di Aquileia, due milioni di fatturato, «che vuole, siamo una piccola azienda. Però ho 28 collaboratori e sette familiari che lavorano con me, devo pensare a loro. Il governo mi ha fatto chiudere, quindi questo non è un bonus per sopravvivere, ma un risarcimento danni».

    ubaldo bocci ubaldo bocci

    (…). Mattiussi (stipendio da 7.500 euro netti al mese) è scatenato: «Non accetto lezioni di morale da nessuno. Chi punta l'indice di solito ha qualcosa da nascondere». Certo in Friuli sono tosti. Tiziano Centis, artigiano, eletto in Regione fra i Cittadini, proclama che non solo i 600 euro li ha ricevuti ma anche che chiederli era «opportuno e doveroso», amen.

    ubaldo bocci matteo renzi ubaldo bocci matteo renzi

     

    Ora tocca a Ubaldo Bocci, coordinatore del centrodestra in Consiglio comunale a Firenze, ex sfidante di Dario Nardella ed ex consigliere d'amministrazione di Azimut, ultimo reddito dichiarato 277 mila euro: «Certo che i 600 euro li ho presi, anzi ne ho presi 1.200 in due mesi. Ma solo per manifestare tutto il mio disgusto per una legge fatta male».

     

    matteo salvini ubaldo bocci matteo salvini ubaldo bocci

    Prego? «Sì. Infatti l'ho detto già in aprile alla riunione dei capigruppo. Naturalmente poi i soldi dell'Inps li ho dati in beneficenza, ho le ricevute dei bonifici. Ma volevo denunciare tutta l'assurdità di questa legge». Ionesco sull'Arno. Poi ci sono i tempisti.

     

    Prendete il consigliere regionale cuneese Matteo Gagliasso, classe '93, grande promessa della Lega in Piemonte. La richiesta gli è stata fatta dal commercialista a sua insaputa, un classico del furbettigate.

     

    Matteo Gagliasso Matteo Salvini Matteo Gagliasso Matteo Salvini

    Gagliasso racconta di averlo scoperto solo dall'estratto conto della banca e di aver deciso di restituire i soldi all'Inps venerdì, insomma due giorni prima che scoppiasse lo scandalo: appunto, tempismo eccezionale.

     

    Poi c'è Diego Sarno, sempre consigliere regionale, sempre in Piemonte, ma del Pd, oggi autosospeso. La colpa è della sua compagna e del suo commercialista, che sono poi la stessa persona. Per provare la procedura, costei ha usato diverse partite Iva, compresa quella del compagno, convinta che la richiesta non sarebbe stata accettata. Invece l'Inps munifico il bonus l'ha mandato e a Sarno non è rimasto che darlo in beneficenza. Seguono commenti sui social, per lo più irriferibili.

    Franco Mattiussi Massimiliano Fedriga Franco Mattiussi Massimiliano Fedriga

     

     

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