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Aviaria: Bassetti, 'quarto caso in Usa è avvicinamento veloce all'uomo'
(Adnkronos) - Il quarto caso umano di influenza aviaria collegato all'epidemia tra le vacche da latte negli Usa, confermato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), "è il segnale di avvicinamento all'uomo.
Stiamo progressivamente più vicini come mammiferi a questo virus, anche perché c'è il discorso del latte non pastorizzato sul quale i mungitori devono avere grande cautela perché possono infettarsi attraverso quella via. Ora il tema non è se l'H5N1 arriverà o meno all'uomo, ma quando: presto o tardi arriverà.
matteo bassetti legge il suo libro in spiaggia
Nei precedenti 20 anni questo virus non ha fatto tutta la strada percorsa negli ultimi 2 anni. Dobbiamo anticipare le mosse del virus con le reti di sorveglianza, vigilare e monitorare chi ha contatti diretti con gli animali già positivi". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.
Aviaria, virus attivo per ore su attrezzi da mungitura: "Rischio contagio"
I lavoratori degli allevamenti di bovini da latte in cui circola il virus dell'influenza aviaria H5N1 ad alta patogenigità (Hpai) "sono a rischio di infezione" non solo per contatto diretto con latte non pastorizzato, prodotto da mucche malate, ma anche "attraverso superfici contaminate durante il processo di mungitura".
Su questo punto hanno raccolto "prove convincenti" Valerie Le Sage e colleghi del Centro ricerca vaccini dell'università di Pittsburgh, negli Usa. Lo studio è pubblicato su 'Emerging Infectious Disease', rivista dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).
Alla luce dell'epidemia di virus Hpai-H5N1 nelle vacche da latte di diversi stati americani, con esperimenti in laboratorio gli autori hanno testato la persistenza dei virus dell'infuenza aviaria A(H5N1) e dell'influenza umana A(H1N1) sugli strumenti utilizzati per la mungitura. L'esame ha rilevato che "entrambi rimangono infettivi sui materiali delle attrezzature da mungitura per diverse ore", anche più di tre. Risultati che evidenziano appunto "il rischio di trasmissione del virus H5N1 all'uomo da superfici contaminate durante la mungitura". E al di là dell'intensità dei sintomi - che nei 4 casi umani finora confermati ufficialmente dai Cdc come collegati all'epidemia di aviaria nei bovini sono stati lievi, quasi sempre confinati agli occhi - il timore è che "l'aumento delle infezioni umane da virus H5 potrebbe consentire ai virus stessi di adattarsi all'uomo, evolvendo all'interno del suo organismo, diventando capaci di trasmettersi da una persona all'altra".
Da qui la raccomandazione: "Per ridurre la diffusione del virus H5N1 dalle vacche da latte all'uomo - avvertono gli scienziati - gli allevamenti dovrebbero implementare l'uso di dispositivi di protezione individuale come mascherine, visiere e altre protezioni per gli occhi tra i lavoratori durante la mungitura". Una preoccupazione in più riguarda particolari rivestimenti in gomma usati nel processo di mungitura: "Contaminati potrebbero essere responsabili della diffusione del virus da animale ad animale, osservata nei bovini da latte. La sanificazione delle guaine dopo la mungitura di ogni mucca - suggeriscono i ricercatori - potrebbe ridurre la diffusione del virus tra gli animali e contribuire a frenare l'attuale epidemia"
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