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    PROVACI ANCORA, SANTANCHÈ – I GIUDICI PRENDONO TEMPO SUL FALLIMENTO O MENO DI “KI GROUP”. PRIMA DI DECIDERE, VOGLIONO MAGGIORI CHIARIMENTI SULLA CAPACITÀ DELLA SOCIETÀ DI PAGARE I DEBITI. LA PROSSIMA UDIENZA È FISSATA PER IL 6 DICEMBRE – DOPO IL PAGAMENTO DI STIPENDI ARRETRATI E TFR DEI PRIMI CINQUE DIPENDENTI, SI FANNO AVANTI ALTRI EX LAVORATORI CHE AVEVANO GIÀ PROVATO INVANO A PIGNORARE I CONTI SEMIVUOTI DELL'EX GIOIELLINO DEL BIO, CADUTO IN DISGRAZIA DOPO LA GESTIONE DELLA PITONESSA E DELL’EX COMPAGNO, CANIO MAZZARO…


     
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    Estratto dell’articolo di Monica Serra per www.lastampa.it

     

    daniela santanche in senato daniela santanche in senato

    I giudici prendono tempo e chiedono maggiori chiarimenti a Ki Group srl per capire se davvero sia in grado di appianare tutti i suoi debiti. E dopo il pagamento di stipendi arretrati e Tfr dei primi cinque dipendenti della società, si fanno avanti altri ex lavoratori che avevano già provato invano a pignorare i conti semivuoti dell’azienda.

     

    Sempre con l’avvocato Davide Carbone chiedono la liquidazione giudiziale (il vecchio fallimento) del piccolo gioiellino del bio, per l’accusa caduto in disgrazia dopo la gestione della ministra Daniela Santanchè e dell’ex compagno Canio Mazzaro.

     

    daniela santanche e canio mazzaro daniela santanche e canio mazzaro

    È stata la procura di Milano, avanzando l’ istanza di liquidazione giudiziale di gruppo, a sollevare molti dubbi sulla effettiva capacità di Ki Group di pagare i suoi debiti come prospettato nel piano di concordato semplificato proposto dall’avvocato Salvatore Sanzo (lo stesso che assiste Santanchè nei procedimenti Visibilia). Dubbi che - secondo la procuratrice aggiunta Laura Pedio e i pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, neppure l’esperto incaricato dal Tribunale avrebbe chiarito.

     

    Come si legge nel decreto appena depositato dal Tribunale, che fissa una nuova udienza per la discussione il 6 dicembre, i pm in aula hanno fatto presente che «la relazione dell'esperto non avrebbe dato conto della impossibilità di addivenire a un accordo di ristrutturazione dei debiti e quindi delle specifiche ragioni dell'impossibilità di concluderlo, non trattandosi di una mera omissione formale».

     

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    canio mazzaro daniela santanche canio mazzaro daniela santanche

    I dubbi che il Tribunale fa propri sono diversi, soprattutto perché l’intero piano di concordato semplificato, proposto dall’azienda e alternativo all’eventuale fallimento, si basa sulle garanzie per oltre un milione e mezzo di euro offerte da Bioera. Che a sua volta è in difficoltà economica.

     

    Tant’è che, proprio per evitare l’eventuale liquidazione giudiziale, è ricorsa allo strumento della composizione negoziata della crisi direttamente in camera di commercio, senza passare dal vaglio di un giudice. E la stessa mossa è stata proposta dalla holding. Una possibilità offerta dal nuovo codice della crisi ma che già con Ki Group srl ha fallito.

     

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    daniela santanché daniela santanché

    Per quanto riguarda le garanzie offerte da Bioera, assistita dall’avvocato Fabio Cesare, anche tramite un aumento del capitale sociale, per i giudici la società dovrebbe «valutare l’eventuale prolungamento del periodo di efficacia della propria che scade a breve, in data 31 dicembre 2023”. Tenendo presente che “tale promesso esborso finanziario in favore di una società terza da parte di Bioera, che si trova in composizione negoziata (e che quindi non naviga in buone acque ndr.) potrebbe essere qualificato come pregiudizievole degli interessi dei creditori di Bioera, trattandosi quindi di un atto che potrebbe essere oggetto di segnalazione o dissenso da parte dell'esperto».

     

    Mentre, dopo il pagamento di stipendi arretrati e Tfr per un totale di 240 mila euro, i cinque dipendenti che avevano chiesto il fallimento della società hanno fatto un passo indietro, resta ferma l’istanza che l’avvocato Carbone aveva avanzato per i sei agenti di commercio (per oltre 300 mila euro) già l’estate dello scorso anno. E a loro si aggiungono altri due ex dipendenti della società (per ulteriori 60 mila euro) che nei mesi scorsi avevano provato a pignorare, con scarsissimi risultati, i conti semi vuoti dell’azienda. E non è detto che siano gli ultimi lavoratori a decidere di farsi avanti.

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