Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
BIDEN XI JINPING
Caro nemico, ti scrivo. Xi Jinping lancia un messaggio distensivo a Joe Biden, ma nessuno sembra in vena di distrarsi, come dimostra il nuovo documento del Pentagono che ribadisce la strategia di sicurezza nazionale Usa: la Cina è la “minaccia” numero uno. In una lettera indirizzata al Comitato nazionale per le relazioni Usa-Cina, riunito in una cena di gala, il leader cinese sostiene che i due Paesi «devono trovare il modo di andare d'accordo» per tutelare la pace e lo sviluppo nel mondo.
BIDEN XI JINPING
Un mondo che «non è né pacifico né tranquillo», dice Xi. «In quanto grandi potenze, il rafforzamento della comunicazione e della cooperazione» bilaterale «aiuterà ad aumentare la stabilità e la certezza globali». Dopo la missiva di Xi, è arrivato l'annuncio del ministero della Difesa cinese, che si è detto pronto a riprendere le comunicazioni nella sfera militare con Washington. Il dialogo era stato interrotto dopo la visita di Nancy Pelosi a Taipei.
JOE BIDEN XI JINPING
Proprio Taiwan è il tema su cui le tensioni rischiano di diventare esplosive. Dal XX Congresso è emerso chiaramente come Pechino si senta sotto attacco. La parola "sicurezza" è stata quella più utilizzata nella relazione politica di Xi, che ha insistito molto sui concetti di "rischio", "sfide" e "lotta". Dimenticata l'era delle "opportunità strategiche", la Cina sa di essere nel mirino della superpotenza americana.
L'apparente ricerca di distensione ha due ragioni principali dal punto di vista di Pechino. La prima: mantenere aperta la possibilità di un bilaterale tra Xi e Biden a margine del G20 indonesiano di Bali. Sarebbe il primo. La seconda, nonostante oppure proprio a causa della prevedibile reticenza americana al disgelo: alimentare la narrativa secondo cui la Cina è una potenza "responsabile" che cerca il dialogo presso i paesi in via di sviluppo e quelli europei.
vladimir putin xi jinping a samarcanda
I primi destinatari del nuovo progetto di politica estera made in China, la Global Security Initiative che si sostituirà in parte alla Belt and Road. I secondi divisi sull'approccio da tenere nei confronti di Pechino, come dimostra il contropiede tedesco sul porto di Amburgo (ceduto in parte al colosso cinese Cosco) con tanto di viaggio solitario programmato da Olaf Scholz in terra cinese.
Consapevole che un vero disgelo con Washington è difficile, se non impossibile, Pechino ha subito rassicurato la Russia. Il ministro degli Esteri Wang Yi, destinato a diventare il capo della diplomazia cinese da marzo, ha parlato proprio ieri con l'omologo Sergej Lavrov. «La Cina si impegna a sostenere formalmente» Mosca contro difficoltà e disordini e a «stabilirsi ulteriormente come grande potenza», ha detto Wang: «Ogni tentativo di bloccare il progresso delle relazioni tra Cina e Russia non avrà mai successo».
XI JINPING JOE BIDEN
Un colpo da una parte e uno dall'altra, mentre in Giappone e a Taiwan preoccupa la voce secondo cui l'aeronautica Usa sostituirà la flotta di caccia F15 basata a Okinawa con una presenza "a rotazione". Xi, intanto, ha scelto Yan'an per la prima visita del suo terzo mandato. Si tratta del punto di arrivo della lunga marcia di Mao Zedong e base del Partito dal 1935 alla svolta favorevole del 1948 nella guerra civile. Le due volte precedenti era stato a Shenzhen e Shanghai, simboli del miracolo economico dell'era Deng Xiaoping e dell'apertura cinese al mondo.
XI JINPING JOE BIDEN JOE BIDEN E XI JINPING XI JINPING JOE BIDEN
XI JINPING E VLADIMIR PUTIN xi jinping vladimir putin a samarcanda 2