Fabio Poletti per “la Stampa”
Deodatus Nduwimana sacrestano di Gallarate
Il braccio e la spalla sinistra sono avvolti dal tutore. Ma non è questo che fa più male a Deodatus Nduwimana, 50 anni, nato in Burundi, da quasi 30 anni nel nostro Paese, da 4 anni cittadino italiano, sacrestano della basilica di Santa Maria Assunta in piazza della Libertà a Gallarate.
Sabato mattina mentre stava aprendo la basilica per la messa, un balordo che già lo aveva minacciato più volte, gli si è fatto addosso iniziando a insultarlo. Le frasi sono quelle di sempre, gli insulti razzisti peggiori: «Brutto negro», «Torna al tuo Paese!».
Poi, dalle parole, il suo aggressore è passato ai pugni e ai calci. Il sacrestano è caduto a terra e gli è uscita la spalla. «Non è la prima volta. Era già successo in altre occasioni che mi insultasse per il colore della mia pelle. È un vagabondo, uno che vive per strada. Meno male che c' era un po' di gente che mi ha difeso. Ho avuto davvero paura.
Deodatus Nduwimana sacrestano di Gallarate
Adesso temo per la mia vita». Dicono che alla messa di domenica ci fosse tanta gente venuta apposta per essergli vicino.
Il telefono della parrocchia è intasato di messaggi tutti per lui. Deodatus Nduwimana, che tutti da sempre chiamano Deodato all' italiana, dal 2001 non è solo il sacrestano, è l' allenatore della squadretta di calcio dell' oratorio, è il volontario che si fa in quattro quando ce n' è bisogno. «Deodato è uno di famiglia», taglia corto don Riccardo, il parroco, preoccupato dalle ripercussioni mediatiche della vicenda.
Deodatus Nduwimana sacrestano di Gallarate
Al baretto davanti alla basilica si fa di tutto perché si abbassino i toni. Un signore al caffè non sembra nemmeno stupito: «Quel balordo lo conosciamo bene. Dà fastidio, ma sembra che nessuno possa farci niente. Le frasi razziste contro Deodato? Le avrà imparate da qualcuno. Si sentono, si sentono a Gallarate...».
Chi è seduto al tavolino con lui tira la stoccata al sindaco leghista: «Se quel balordo fosse stato uno straniero, lo avrebbero già levato di mezzo da tempo». Gallarate fa di tutto per levarsi una nomea fastidiosa. Gli amministratori pubblici non è che aiutino. Il sindaco leghista Andrea Cassani promette calcioni via Facebook a un tunisino al quale è andata a fuoco la macchina, scambiandolo per l' incendiario. Il consigliere comunale del Pd Fabrizio Ciuffadi augura sui social un tumore, a chi si oppone allo sbarco della Open Arms. Post subito rimosso, ma l' aria che tira in città è quella che è.
Deodatus Nduwimana sacrestano di Gallarate
A farne le spese sono quelli come Deodatus Nduwimana, nato a Gitega in Burundi, l'università a Bujumbura e poi la scuola d' arte e il magistero in Scienze religiose in Italia, prima del matrimonio e dei tre figli nati nel nostro Paese. «Non è una città razzista, ma quella persona mi ha preso di mira e io adesso ho paura», dice ancora. Due anni fa aveva subito un' altra aggressione da parte di un cinquantenne, che in malo modo gli aveva chiesto soldi sul sagrato della chiesa.
Deodatus Nduwimana sacrestano di Gallarate
Magari non sarà razzismo organizzato, forse sono solo le intemperanze di un vagabondo pure con qualche problema di dipendenza, ma sono tanti quelli che vogliono far sentire la propria vicinanza a Deodatus Nduwimana. A cominciare da don Alberto Vitali, della Pastorale dei Migranti di Milano, che su Facebook scrive: «Coraggio Deodatus, nonostante le apparenze, di questi tempi la cattiveria, la violenza, l' ignoranza e la stupidità non prevarranno».