Vincenzo D’Angelo per la Gazzetta dello Sport
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L’accoglienza da star di appena sei mesi fa sembra lontanissima. Tanto che oggi un’ipotesi di separazione anticipata tra Radja Nainggolan e l’Inter non sembra impossibile. Eppure Radja è arrivato a Milano come l’uomo della rinascita, il fiore all’occhiello di un mercato incentrato sulla qualità e l’esperienza, in omaggio al ritorno in Champions. Doveva essere il leader della mediana, il giocatore cardine del nuovo progetto e della voglia di Spalletti e dell’Inter di cominciare a colmare il gap prima col Napoli nella corsa al ruolo di anti-Juve per poi chissà, magari provare davvero a mettere in discussione la dinastia bianconera. Le attese erano enormi e fin qui non sono state affatto rispettate. Un po’ per la sfortuna, con la serie di infortuni che hanno condizionato il rendimento del Ninja.
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Un po’ per la vita troppo spesso sopra le righe di Radja: facile arginare il problema quando il campo rispetta le attese, più complicato è difendere a oltranza il giocatore quando manca il riscontro sul campo o le «ninjate» si sommano al rendimento negativo. La punizione rappresenta il primo strappo tra Radja e l’Inter. E apre a scenari di mercato fino a ieri inimmaginabili.
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SCENARI — L’affare da 39,2 milioni della scorsa estate rischia di diventare un fastidioso boomerang per l’Inter, con gli stessi tifosi che già da un qualche mese hanno cominciato a chiedersi se sia stato giusto sacrificare Zaniolo – 1999 – per dare a Spalletti il giocatore più desiderato, da un ingaggio netto di 4,5 milioni (fino al 2021). La risposta è semplice: sì. E il perché altrettanto facile da spiegare: l’Inter aveva bisogno di fare plusvalenze per il fair play Uefa, oltre a dover garantire una rosa di 22 titolari per il doppio impegno. Però oggi molte cose sono cambiate: l’uscita dalla Champions, sommata al rendimento e a guai, toglie il Ninja dallo status di incedibile.
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O meglio: dovesse a gennaio arrivare un’offerta «indecente» dalla Cina – come lo scorso anno dal Guangzhou – l’Inter si siederebbe e la ascolterebbe. Questione di bilancio e di caselle Uefa: l’uscita dalla lista di un acquisto da 39,2 milioni permetterebbe di inserire uno tra Joao Mario e Gagliardini, oppure un nuovo giocatore. Oggi è solo uno scenario, ma già il fatto che ci sia è una notizia. Non banale.
RADJA, GENIO E SREGOLATEZZA
Valerio Clari per La Gazzetta dello Sport
«Se fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé».
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George Best, che con le parole se la cavava quasi altrettanto bene che con i piedi, spiegava così, con autoironia e spacconeria, quanto la vita fuori dal campo avesse influenzato il suo rendimento sul terreno di gioco. Ecco, non siamo a quei livelli lì, ma se Radja Nainggolan fosse nato «noioso impiegato» probabilmente avrebbe giocato due Mondiali, l' Inter oggi sarebbe più tranquilla e soprattutto la sua carriera avrebbe raggiunto vette più elevate.
Se Best abbracciava quasi con orgoglio l' etichetta di «maledetto», Radja ha sempre rifiutato quella di «bad boy». Anche quando era nel pieno della tormenta. In passato ha ammesso tranquillamente di fumare, di «non essere un angelo con le donne», di avere una passione per «stare bene con gli amici» e, in una famosa notte di Capodanno, anche di trovarsi «ubriaco fradicio». Il tutto, però, secondo il Ninja non influenzava di una virgola la sua professione, il suo rendimento.
NAINGGOLAN E FABRIZIO CORONA IN DISCOTECA
«Parlate di calcio», era la risposta classica, ripetuta spesso sui social. Già, i social, altro tasto dolente: se ieri ha chiuso Instagram, se su Twitter non cinguetta da ottobre, in passato lì si è espresso senza freni e senza concessione alcuna alla diplomazia, con uscite al limite dell' autolesionismo.
Da Cagliari a Roma L' ultima polemica, prima del ritardo di ieri, era scoppiata con gli assegni clonati: una truffa subita, che apriva però squarci sulla vita da «giocatore» del belga, capace di perdere 150mila euro in una delle sessioni al casinò. Il primo caso «italiano» invece risale all' aprile 2014, a Cagliari.
nainggolan e la moglie claudia
Un passante vede una coppia litigare, lui è aggressivo: chiama i Carabinieri. Lui è Radja, lei è la moglie Claudia, che verrà accompagnata al Pronto Soccorso: 20 giorni di prognosi per lievi lesioni. Entrambi poi negheranno le botte: «semplice diverbio». Nainggo lo fa su Twitter: «Dovete farvi i cazzi vostri. Problemi in famiglia, ma mani addosso no!». È un periodo in cui non riesce a stare lontano da quel social, dove si ritrova a sfidare a duello, con parole non proprio oxfordiane, tifosi per lo più juventini, con cadenza quindicinale. Ogni volta scatta una polemica, ogni volta il Ninja «attacca» alla prima provocazione, senza nemmeno cercare di mimetizzarsi nella notte. Anche «live» i filtri sono pochi, nel febbraio 2017 si ferma a parlare con tifosi all' uscita di un locale, dichiarando il suo «odio» per la Juve.
NAINGGOLAN ALL ALLENAMENTO DELL INTER DOPO LA NOTTE IN DISCOTECA CON FABRIZIO CORONA
Qualcuno gira un video che, ça va sans dire , finisce sul web. A volte i video se li fa da solo, come nella notte di Capodanno 2018: diretta Instagram da campo da padel, con cocktail, sigarette, autodenuncia di ubriachezza e, a condire il tutto, reiterate bestemmie. Il caso scoppia, lui prima attacca i giornali («Fatevi una vita...»), poi dopo aver parlato con la Roma ammette: «Forse sono andato un po' oltre». Il club lo multa e passa una partita in tribuna.
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Belgio e Inter Il suo 2018 inizia così e si chiude con il provvedimento disciplinare nerazzurro. In mezzo c' è stato il Mondiale saltato con il Belgio: anche in Nazionale rapporti tesi e «ninjate» numerose. Si parte dalla gestione Wilmots, dalla protesta di un albergo che ospita i «Diavoli rossi» per fumo in stanza. L' ex c.t. dirà: «Sì, Radja fuma, ma intendo essere flessibile. Gli diamo sempre stanze col balcone, è un problema suo, magari dovrà andare in pensione a 30 anni invece che a 35».
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Nainggolan non si nasconde: «Domani bevo un bicchiere di vino e per voi sono un alcolizzato. Non parlate di cose stupide». Si parlerà anche di alcol, in effetti: marzo 2017, dopo Belgio-Grecia alle 7 di mattina viene fermato dopo una serata in discoteca. Test alcolemico, non lo passa, paga una multa di 1200 euro, si parla di patente ritirata, smentisce online con una foto in cui ha la patente in bocca. Racconterà di essere stato fermato con la macchina ferma per una ruota a terra, e che guidava l' amico, lui si era solo seduto al posto del guidatore.
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Martinez e la federazione chiudono il caso, ma poi il c.t. al momento buono non lo porta in Russia. Con le gomme, poi, Radja è sfortunato: al primo giorno da interista incidente in Ferrari per pneumatico scoppiato.
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Inizia così, continua con l' infortunio muscolare e, ad agosto, con la notte in discoteca con Fabrizio Corona. Al tifoso che gli dice di tornare a casa risponde con un dito medio (c' è un video, ovviamente), il giorno dopo arriva ad Appiano con gli stessi vestiti. «Se volessi essere un esempio, farei l' insegnante o l' educatore». Parola di Radja, in patria, un paio di anni fa. Oggi sicuramente la pensa allo stesso modo. E la coerenza, in questo caso, non è una virtù.
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