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    “PULP FICTION” ERA INDOPPIABILE. NEL “CORVO” LA FRASE PIÙ BELLA". ECCO QUALE"-  LUCA WARD SI RACCONTA IN UN LIBRO - "NON VOLEVO FARE QUESTO LAVORO, TROPPA PRECARIETÀ. GUARDAVO I MIEI, ENTRAMBI ATTORI, E CAPIVO CHE A VOLTE ERA DIFFICILE ARRIVARE A FINE MESE" - LA GRAVE MALATTIA DELLA PICCOLA FIGLIA LUNA, L’ADOLESCENZA DIFFICILE ("MIO PADRE È MORTO QUANDO AVEVO SOLO 13 ANNI"), IL PRIMO MATRIMONIO CONTRO TUTTO E TUTTI, L’AMORE-ODIO PER ROMA – VIDEO


     
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    Manuela Croci per corriere.it

     

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    “Mio padre, il mare e io. A ripensarci, è una situazione che si è ripetuta spesso, nei momenti salienti della mia vita di ragazzino. Eravamo molto legati: sono stato il suo primo figlio, mi ha avuto da grande, a quarantasette anni”.

     

    Comincia dall’inizio, dai ricordi di un bambino Il talento di essere nessuno, libro dell’attore e doppiatore Luca Ward. Edito da Sperling & Kupfer, in libreria dal 30 marzo, racconta la vita dell’artista romano che ha dato la voce «a tutti i gli attori hollywoodiani della mia generazione», come ha spiegato nella diretta video fatta sull’account Instagram di 7 (e ancora disponibile su @7Corriere).

     

     

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    La carriera nel mondo del cinema

    L’adolescenza difficile («Mio padre è morto quando avevo solo 13 anni»), il primo matrimonio contro tutto e tutti, l’amore per Roma (“Mi ritengo un privilegiato a essere nato nella capitale italiana, la culla della cultura. Ho l’acqua del mare al posto del sangue, ma mi sento profondamente romano. Roma la amo e la odio, come accade a molti”, scrive nel libro).

     

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    Ma anche tanto cinema. Una passione nata in famiglia: «Entrambi i miei genitori erano attori. Non famosissimi, ma molto molto bravi. Papà recitava in sette lingue, mamma ha dovuto tornare in scena quando lui è mancato. Non volevo fare questo lavoro, troppa precarietà. Guardavo i miei e capivo che a volte era difficile arrivare a fine mese», ha raccontato nella diretta Instagram. E, sempre nell’incontro social ha spiegato che «un doppiatore deve venire dal teatro, deve essere prima di tutto un attore. I grandi registi di Hollywood capiscono subito se hai una formazione attoriale».

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    I film

    Quindi, dopo aver regalato ai follower che seguivano l’incontro l’interpretazione di alcune delle frasi che l’anno reso celebre - non poteva mancare Massimo Decimo Meridio, il gladiatore Russell Crowe -, ha spiegato che il film più difficile da doppiare è stato Pulp Fiction («era impossibile, una vera sfida») e che una delle frasi che più ha amato è nel Corvo, «quando una sera lui incontra la ragazza e le dice “Non può piovere per sempre” . E’ anche nella mia pagina Facebook e in questo momento più che mai, è attualissima».

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    La figlia e la malattia rara

    Infine, tornando a Il talento di essere nessuno”, Luca Ward ha spiegato di averlo scritto per sua figlia Luna, affetta da una malattia genetica.

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    «E’ una ragazza forte, ha gli attributi. E li hanno anche la mamma e il papà. Da questa pandemia abbiamo capito che gli investimenti possono aiutare la ricerca, in breve tempo è stato creato un vaccino. Ecco, se investiamo, se ci crediamo anche la ricerca sulle malattie rare può andare avanti. E trovare delle cure. Con il mio libro, voglio dire anche questo».

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