CADAVERE DECAPITATO A MILANO
Grazia Longo per la Stampa
Delitto stile "Pulp fiction" alla periferia nord di Milano. Un corpo orribilmente mutilato - con la testa, le braccia e le gambe mozzate - è stato incendiato dentro un gabbiotto per la raccolta rifiuti in un complesso popolare in via Cascina dei Prati, alla Bovisasca, nei pressi di Quarto Oggiaro.
Il giallo è aperto in tutti i sensi. A partire dall' identità della vittima. I poveri resti sono carbonizzati al punto tale che non è neppure possibile stabilire se si tratti di un uomo o una donna. Si propende per la prima ipotesi, che però sarà confermata solo dall' autopsia in programma per oggi. E al momento non si è inoltre riusciti a risalire neanche al colore della pelle.
Unica certezza, la brutalità con cui è stato sezionato il corpo: modalità che riporta alla mente il modus operandi della mafia nigeriana. Ma, al di là della suggestione, non ci sono elementi concreti in questa direzione.
La Squadra mobile di Milano sta indagando ad ampio raggio, raccogliendo testimonianze e incrociando i dati delle denunce di scomparsa degli ultimi giorni a livello nazionale. Si sta scandagliando il quartiere, zona degradata dove vivono circa 350 famiglie tra cui si nascondono anche spacciatori, pregiudicati, clandestini africani e famiglie rom. Siamo dunque di fronte a un macabro regolamento di conti? L' omicidio è maturato nel mondo dello spaccio di stupefacenti o della prostituzione?
CADAVERE DECAPITATO A MILANO
L' allarme È presto per dirlo. Tanto più che non è escluso che il corpo martoriato sia stato trasportato nel recinto della raccolta rifiuti da un' altra area della città. Gli investigatori, coordinati dal pm Paolo Storari, si sono comunque concentrati per tutta la giornata di ieri, e la notte precedente, nei casermoni di via Cascina dei Prati.
L' allarme è scattato sabato sera, dopo le 22.30, grazie alla telefonata di un residente ai vigili del fuoco: «Correte sta andando a fuoco il deposito dei bidoni della spazzatura». Ma non appena arrivati sul posto i pompieri hanno scoperto che a bruciare erano resti umani. La polizia scientifica ha isolato il gabbiotto e ha poi proceduto con i rilievi. Un' attività non semplice, proprio a causa delle fiamme che hanno devastato le varie parti del corpo.
L' assassino, o gli assassini, ha pensato di potersi sbarazzare della vittima e rallentarne l' identificazione cancellando ogni traccia con l' orribile smembramento prima e il fuoco poi. Ma si tratta solo di questo, oppure siamo di fronte a un segnale per terrorizzare le persone vicine alla vittima?
POLIZIA
Dalle impronte digitali e dall' autopsia, che sarà effettuata dal Laboratorio di Antropologia forense diretto dalla professoressa Cristina Cattaneo, si potranno ottenere elementi utili a stabilire identità della persona uccisa e la dinamica del delitto.
Sotto la lente d' ingrandimento degli specialisti anche brandelli dei vestiti rimasti incollati alla pelle. Oltre a ciò che è stato recuperato accanto ai resti: una tanica nera e una bombola di gas gpl che fortunatamente non è esplosa. «Qui ci vogliamo tutti bene e siamo come una grande famiglia. L' assassino sarà venuto sicuramente da fuori»- dichiara la donna che ha telefonato al 115. E una ragazza che abita nei palazzoni aggiunge: «Io ho visto due uomini scappare dopo aver appiccato il fuoco». Sono loro gli assassini?
La polizia sta interrogando varie persone e non esclude alcuna pista. Un altro residente insiste: «Il colpevole non può essere del quartiere e neppure legato agli ambienti dello spaccio. Chi sarebbe così pazzo da attirare tanta polizia con un gesto del genere? Sarà stato qualcuno che ha perso la testa. Solo un pazzo può fare a pezzi una persona in questo modo». Al di là del movente e dell' identità, resta un mistero anche il luogo dell' omicidio.
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