Marco Fallisi per gazzetta.it
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Indiavolato al punto giusto, pratico e cattivo come solo le big sanno essere, e con un interruttore al centro dell'area che accende la maturità da Champions di tutta la squadra e spegne le certezze delle rivali dirette: questo è il Milan di oggi, un Milan che alza la voce nella sfida da quarto posto in casa dell'Atalanta e allunga sui nerazzurri, si piazza a un punto dall'Inter terza in attesa di sapere come risponderanno gli uomini di Spalletti domani contro la Samp. Il 3-1 con cui i rossoneri si impadroniscono del big match di Bergamo spazzando via il tabù-Dea (l'ultimo successo da queste parti risaliva al maggio 2015) è una prova di forza e di crescita di tutto il gruppo: il Milan va sotto e soffre, poi la ribalta e la congela a cavallo tra i due tempi grazie alla doppietta di Piatek (17 gol in A, 25 in stagione) e al gol del ritrovato Calhanoglu.
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SEGNALI — Oltre che brillare come un gioiello sfoggiato in una serata di gala, il piatto sinistro al volo (su cross di Rodriguez) con cui il polacco agguanta il pareggio rossonero è un segnale forte e chiaro: c'era un Milan prima e dopo di lui. Quello senza Pistolero sarebbe probabilmente colato a picco sotto i colpi di un'Atalanta bella e determinata, che come un diesel carbura lungo il primo tempo, sblocca al 33' con Freuler – male Donnarumma, che si fa sorprendere da un tiro su cui era in traiettoria − e azzanna il Diavolo ai fianchi, lasciandosi ispirare dai giochi di prestigio di Ilicic sulla destra; quello "Piatekizzato" invece resiste e agguanta il pareggio nell'unico minuto di recupero concesso da Pasqua: 6 gol in 5 presenze e altro centro al primo tiro nello specchio, ritmi mostruosi.
atalanta milan calhanoglu
MESSAGGI — I segnali del primo tempo diventano messaggi in un avvio di ripresa raramente giocato dal Milan con l'intensità messa in campo stasera a Bergamo: in 16 minuti i gattusiani correggono due difetti atavici − l'astinenza di Calhanoglu in campionato, che durava dallo scorso maggio, e il gol di testa, non esattamente la specialità della casa visto che l'unico lo aveva segnato Cutrone alla Sampdoria – e ammazzano la partita, avvisando l'Atalanta e le altre rivali nella corsa Champions che Romagnoli e compagni sono diventati grandi. Ci sarà da lavorare duro per scalzare questo Diavolo dal quarto posto.
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UNO-DUE — Calha ribalta il risultato al 10', raccogliendo una respinta di Hateboer e indirizzando nell'angolino con un rasoterra forte e preciso: la balistica tanto invocata da Gattuso si materializza in una delle sfide più importanti della stagione e la montagna rossonera che sovrasta Hakan a bordocampo è la dimostrazione di quanto tutta la squadra aspettasse il gol del suo 10. Il turco ci mette del suo anche nel 3-1 di 6 minuti dopo, battendo il corner che sorprende Berisha ma non Piatek, che alza di un'altra tacca le sue medie da marziano. Il resto è ordinaria amministrazione, con i nerazzurri che provano a ritrovare il filo di una gara che hanno avuto in pugno fino allo scadere del primo tempo, senza però riuscire a raddrizzarla (Zapata non la vede mai, Gomez si ferma a un tiro fuori): il Milan nel frattempo è diventato cinico, come si addice alle grandi squadre.
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Krysztof Piatek ha lasciato il segno - doppio - anche nel match contro l'Atalanta: l'attaccante polacco sta trascinando il Milan al quarto posto (magari con vista terzo...) a suon di gol, migliorando la media già alta che aveva con la maglia del Genoa. Con la doppietta di Bergamo, Piatek è arrivato a quota 24 gol in 26 partite in stagione, sei in cinque match considerando le sole gare giocate con la maglia rossonera.
Il 26 gennaio esordio con la maglia del Milan, 18' minuti contro il Napoli al posto di Cutrone giusto per prendere le misure. Tre giorni dopo di nuovo gli azzurri, questa volta in Coppa Italia, e primi gol con la nuova maglia: doppietta decisiva in 79 minuti, da quel momento il polacco non si è più fermato. Un gol (in 87') contro la Roma, uno contro il Cagliari (in 65') e la seconda doppietta contro l'Atalanta in 68 minuti. In tutto fanno sei gol in 317 minuti complessivi: una media di una rete ogni poco meno di 53 minuti.
Contando anche le reti in maglia rossoblù, Piatek arriva a 24 in 2091 minuti per una media gol/minuti di uno ogni 87', arrotondiamo a uno a partita. Prima del "pistolero", l'ultimo attaccante del Milan a essere andato a segno in tutte le prime tre presenze da titolare in Serie A era stato Mario Balotelli nel febbraio 2013.
Per fare un confronto con il re dei re, Cristiano Ronaldo ad oggi è a quota 21 reti in 2656 minuti quindi uno ogni 126'. Altre partite, altre competizione, altra squadra, altro curriculum: difficile fare un confronto con il Pallone d'Oro ma la strada è quella giusta...
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