Lettera di Pupo a Dagospia
pupo morandi
Caro Dago ti scrivo, così mi distraggo un po’. Ho seguito la prima serata del Festival di Sanremo e non me ne pento. L’inizio è stato pazzesco! Emozionante! Coinvolgente! La presenza del Presidente della Repubblica, Roberto Benigni con la sua apologia della Costituzione e Morandi che canta l’Inno di Mameli. Nemmeno ci fossero stati al Governo Renzi o il PD! Questa sì che è Libertà! Un altro momento indimenticabile della serata, è stato il monologo di Chiara Ferragni.
A me questa ragazza piace. Mi fa quasi tenerezza. Ho provato a mettermi nei suoi panni di bambina e adolescente piena di difficoltà e sogni da realizzare e mi sono subito sentito triste ed angosciato. Chissà quanto avrà patito, ho pensato, per arrivare alla veneranda età di 35 anni e ritrovarsi milionaria.
A volte la vita è davvero ingiusta ed amara. E poi Blanco. Che fine farà! Che mestiere farà questo ragazzo fra qualche anno! La mia preoccupazione per il suo futuro, è pari a quella che ho per i miei nipoti. In fondo i nostri giovani sono dei bravi ragazzi! Se sono un po’ persi o sopra le righe, la colpa è anche nostra. Ed infine le canzoni. Non saprei dirti se sono belle o brutte.
selfie a sanremo con sergio mattarella chiara ferragni gianni morandi amadeus
Sono stato così preso da tutto ciò che è accaduto a latere che mi riservo di ascoltarle con calma. I cantanti però mi sono sembrati tutti molto emozionati. Eppure anche io ne ho fatti di Festival, ma non ricordo di essermi mai emozionato così tanto. Le uniche emozioni forti che Sanremo mi ha dato sono state quelle del Casinò e delle partite a chemin de fer contro Mario Merola e compagnia cantante.
Una volta però sì, qualcosa accadde. Era il 1980 e prima di me si stava esibendo proprio Gianni Morandi. La sua canzone stava finendo ed io ebbi l’esigenza impellente di andare in bagno che, da dove mi trovavo, era impossibile da raggiungere.
gianni morandi chiara ferragni amadeus sergio e laura mattarella a sanremo
Mi guardai intorno e lì, dietro il palco, vidi un cappello posato su una sedia. Non ci pensai due volte. Lo presi e ce la feci dentro.
Mi risistemai giusto in tempo per salire sul palco e cantare ‘“Su di noi”. In seguito seppi che il cappello apparteneva ad un dipendente del Teatro che, quando andò per indossarlo, non ti sto a dire come reagì.
Desidero però chiudere questa mia missiva con tre certezze che sono emerse da questa prima serata sanremese. La prima è che Amadeus (lo dico senza nessuna ironia) è secondo me il più grande conduttore e direttore artistico di sempre. Meglio anche di Pippo Baudo.
pooh sanremo
Ottenere questi risultati attraverso il totale riciclaggio, non è cosa da tutti. La seconda è che il mio fraterno amico Gianni Morandi è davvero un esempio di forza, di valori e di professionalità per tutti noi. Un grande! Fra l’altro ho saputo che per il Festival incasserà trecentomila euro.
Secondo te, visto che a causa del conflitto fra Russia e Ucraina i miei introiti si sono abbassati parecchio, potrei chiedergli di nuovo un prestito? L’ultima certezza è la reunion dei Pooh. Un appuntamento annuale al quale ci dovremo abituare. Esattamente come facciamo con il raduno degli alpini. Da Ortisei o da dove cavolo vuoi è tutto. Con tanto affetto e anche un po’ di stima(poca eh!), tuo Pupetto.
sergio mattarella a sanremo 2023 sergio e laura mattarella al teatro ariston sanremo 2023 pupo pupo sergio e laura mattarella a sanremo sergio mattarella al teatro ariston di sanremo